La camorra alle Br «liberate Cirillo o vi faremo fuori»

La camorra alle Br «liberate Cirillo o vi faremo fuori» La camorra alle Br «liberate Cirillo o vi faremo fuori» NAPOLI — Nella vicenda del rapimento dell'assessore regionale de Ciro Cirillo sequestrato dalle Br il 26 aprile scorso, si inserisce la nuova Camorra. Una lettera a firma di Pasquale D'Amico, luogotenente del «padrino» Raffaele Cutolo. in carcere a Nuoro, è giunta alla redazione del quotidiano .11 Mattino». La missiva, scritta a mano, reca la data del 16 maggio scorso e sarebbe stata scritta prima che D'Amico fosse trasferito anche lui da Poggioreale in Sardegna. «Per bocca mia — scrive uno degli elementi più spietati del clan Cutolo — vi sta parlando don Raffaele Cutolo e vi prega di pubblicare la seguente comunicazione». Segue poi il testo di due paginette ora agli esami degli inquirenti, che ovviamente esprimono giustificate riserve su questa iniziativa presa dalla nuova Camorra. Dopo avere invitato i terroristi a rilasciare d'urgenza l'assessore Cirillo, si intima ai brigatisti di abbandonare la Campania per lidi «meno pericolosi». -Se la volontà di don Raffaele sarà ignorata — prosegue D'Amico — centinaia di amici onorati si uniranno alle forze di polizia e ai carabinieri per dare la caccia a questi torturatori di innocenti. Anche i famigliari degli affiliati alle Br pagheranno la loro eventuale disobbedienza alla volontà di don Raffaele». La lettera ricorda alcuni episodi di cronaca in cui Raffaele Cutolo avrebbe svolto un ruolo di spietato giustiziere per non avere i responsabili rispettato i canoni del codice della Camorra. I riferimenti riguardano il rapimento di Antonio Casillo. il cui principale artefice, roso dai rimorsi, si sarebbe poi impiccato in carcere, e ancora la tragica fine della piccola Raffaella Esposito, sequestrata ed uccisa da un maniaco sessuale. Il presunto colpevole venne poi assassinato da killers che sarebbero stati pagati dalla nuova Camorra per vendicare il torto fatto alla piccina. .Le creature non si toccano», era stato il commentocondanna di don Raffaele. Le minacce di Pasquale D'Amico si concludono con l'intimidazione: «Se le Br non andranno via dalla nostra Campania saranno considerate allo stesso modo e uccise o consegnate alla polizia». La magistratura ha emesso ordine di sequestro per la lettera: il provvedimento è stato immediatamente eseguito dalla Digos. Adriaco Luise possa essere «stralciata» per ulteriori approfondimenti di indagine. Calogero ha anche illustrato brevemente la «storia» dell'inchiesta, che è partita dal ritrovamento dell'archivio del prof. Toni Negri: da quell'archivio provengono i documenti principali che corredano la requisitoria. Le prime settecento pagine della requisitoria — più di milleduecento in tutto, ha reso noto ancora Calogero — «sono costituite dalle prove documentali, che vengono abbinate a quelle testimoniali». L'esistenza di tanti documenti dell'Autonomia, secondo Calogero, può essere spiegata con la necessità di diffondere per iscritto le istruzioni ai vari gruppi dell'organizzazione, che. sempre secondo il sostituto procuratore padovano, sarebbe stata divisa . in numerosi compartimenti.

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