Arrestato Calvi di Marzio Fabbri

Arrestato Calvi Arrestato Calvi (Segue dalla l'pagina) secuzione della pena, sono dunque all'origine dell'emissione degli ordini di cattura. Le imputazioni sono per Calvi. Tonello, Valeri Manera. Cappugi e Minciaroni relative agli articoli 1 e 2 della legge valutaria 30/4/76 n. 159 e cioè esportazione di valuta (all'epoca dei fatti semplice illecito amministrativo) e omesso rientro (reato penale perché commesso dopo il termine ultimo fissato dalla legge 30/4/76). Per Carlo Bonomi e Giorgio Cigliana è citato invece solo l'articolo uno perché il loro illecito sarebbe stato commesso quando l'esportazione di valuta era già un reato. Le operazioni finanziarie all'origine di tutto sono due: una su titoli della Toro Assicurazioni e l'altra su azioni del Credito Varesino. La partenza, come accennato, è un rapporto della Banca d'Italia sull'acquisto nel novembre '75. da parte della Centrale, di 1.110.934 azioni Toro da 5 società anonime «fantasma» (la Epi di Eschen, la Konzentra di Vaduz, la Hamcbil di Scaan, la Gestivaleur di Vaduz e la Unovaz di Eschen) e dalla Banca del Gottardo di Lugano, ad un prezzo di 35000 lire l'una per un totale di 38 miliardi 740 milioni 905.199 lire invece che al prezzo di mercato di 13.775 lire. Le oltre 21 mila lire in più per azione furono giustificate con il fatto che l'acquisto consentiva di ottenere il controllo della Toro. Ma secondo l'accusa era stata la stessa Centrale a vendere le stesse azioni, nel se- condo semestre del '73, ad alcune «anonime»: altre azioni andarono a società fantasma dalla Giza Anstalt di Triesen (non meno fantasma) che ne aveva ceduto un pacchetto anche alla Centrale. Inoltre, •si osserva, nel giugno del '74 e cioè prima di acquistare ufficialmente le azioni. Roberto Calvi veniva accolto nel consiglio di amministrazione della Toro, insieme a Carlo Bonomi. come lui membro del comitato esecutivo della Centrale. Una ulteriore prova che le finanziarie svizzere erano solo fiduciarie della Centrale e che questa, avendo da tempo raggiunto il possesso della maggioranza assoluta delle azioni Toro, costituì all'estero una disponibilità pari alla differenza tra il prezzo pagato e il valore di mercato delle azioni, i magistrati la trovano nel fatto che i responsabili delle finanziarie svizzere coinvolte erano tutti dirigenti della Banca del Gottardo di cui Canesi e Calvi erano rispetttivamente vice presidente e membro del consiglio di amministrazione. Per quanto riguarda l'operazione di acquisto di azioni Credito Varesino cedute dalla Invest alla Centrale i giudici sono convinti che il contratto stipulato nel maggio '76 non riguardasse solo 2.400.000 titoli come risulta ufficialmente, ma tutto il pacchetto di controllo e cioè 900.000 in più. Di conseguenza la cessione di 900.000 azioni, sempre nel maggio, dalla Invest a tre delle solite società anonime (Danlelac, e Gestivaleuz, entrambe di Panama, e Société Anonyme Pour Partecipations di Eschen) e il passaggio degli stessi titoli nel novembre '76 dalle tre «fantasma» alla finanziaria Sparfin (di cui è presidente Minciaroli) e da questa alla Centrale non sono altro che espedienti per esportare la somma pari alla differenza di prezzo tra il contratto di maggio e quello di novembre. Secondo ì giudici di tutte queste operazioni erano al corrente, nel dettaglio, tutti i consiglieri di amministrazione della Centrale. Marzio Fabbri

Persone citate: Canesi, Cappugi, Carlo Bonomi, Giorgio Cigliana, Roberto Calvi, Tonello, Valeri Manera

Luoghi citati: Lugano, Panama, Vaduz