I primi nomi della «P 2» Ci sono quelle tre ministri

I primi nomi della «P 2» Ci sono quelle tre ministri Fanno parte d'un elenco filtrato dalla Commissione Sindona I primi nomi della «P 2» Ci sono quelle tre ministri Sono Manca, Sarti e Foschi - Vi compaiono poi parlamentari, ufficiali, prefetti e questori - Oggi Forlani darà l'elenco ufficiale; i giudici hanno concesso il nullaosta ROMA — La magistratura ha autorizzato il presidente del Consiglio Forlani a togliere il segreto istruttorio dalla lista degli iscritti alla P2. La lista viene resa nota ufficialmente stamane dall'ufficio stampa di Palazzo Chigi. Lo ha dichiarato lo stesso presidente del Consiglio ieri sera, dopo aver confermato la validità giuridico politica del suo discorso alla Camera. Il presidente ha inviato gli elenchi degli iscritti alla Loggia P 2 in suo possesso a Fanfuni e Nilde Jotti. Anche i presidenti dei due rami del Parlamento si sono detti d'accordo sulla necessità di pubblicare tutto e subito. Forlani avrebbe voluto pubblicare l'elenco ieri sera, ma si è reso conto che i tempi tecnici per la tiratura delle copie non consentivano di mantenere questo proposito. «Non nascondo niente — ha detto Forlani — ma questo deve portare alla massima serietà delle indagini. Non si può procedere a giudizi sommari ed è necessario che vengano fatte delle valutazioni con grande serietà». Gli elenchi sono divisi in tre parti. Siamo in grado di anticipare un buon numero di nomi. Vi sono, secondo indiscrezioni di buona fonte, tre ministri: Sarti (Giustizia, de). Manca (Commercio con l'E¬ stero, psi), Foschi (lavoro, de). Numerosi i parlamentari. Per la de: Arnaud, Napoli, Pastorino, Staminali, Fiori, Carenini, Carollo, Pedini, Picchioni, Cerioni, Danesi, Massimo De Carolis, De Cocci, Sergio Pezzati. Per il psi: Cicchitto, Labriola, Santi, Fossa. Per il psdi: Longo, Messeri, Belluscio. Per il pri: Bandiera, Mazzei. Per il pli: Baslini. Per il msi: Miceli, Caradonna. Per i servizi segreti e le Forze armate: generale Santovito, ammiraglio Torrisi, generale Grassini, generale Siracusano, generale Giudice. Tra i prefetti: Semprini, ex capo di gabinetto del presidente del Consiglio Forlani. Tra i questori: Arcuri, Cangiano, Federico D'Amato. Tra gli ex parlamentari: Ferruccio De Lorenzo (pli), Ottorino Monaco (pli), Amleto Monsellato (psi), Aventino Frau (de), Bucciarelli Ducei (de), Birindelli (msi), Zuccaia (psi), Finocchiaro (psi), Mario Tedéschi (destra nazionale). Si registrano, in una notte di grande tensione, le prime smentite. Il ministro Foschi ha negato «nel modo più as-' soluto» di aver rassegnato le dimissioni, come invece affermavano — ma non solo per lui — alcune voci circolate nella Roma politica in se¬ rata. L'ufficio stampa del ministro ha ribadito fermamente la totale estraneità di Foschi ad ambienti massonici. Il partito radicale ha rivolto un appello al Presidente della Repubblica (che tuttavia si trova in Svizzera in visita ufficiale) affinché, quale comandante supremo delle Forze Armate e presidente del Consiglio superiore della Difesa, «voglia immediatamente assumere quelle iniziative che solo da lui possono venire in questo settore cruciale della sicurezza nazionale». Secondo un comunicato dei radicali, la sicurezza nazionale «è minacciata, ben più che dai potenziali nemici esterni, proprio da gran parte di coloro che avevano giurato fedeltà alla Repubblica». E' stata una giornata di tensioni e di gran nervosismo, di continue consultazioni politiche a livello di partiti e di istituzioni: con un'abilità davvero geniale Licio Gelli è riuscito a includere nella sua «loggia» rappresentanti di ogni tendenza e di una vasta gamma di settori. Coerente con la sua linea d'estrema prudenza e cautela il presidente della Commissione Sindona aveva voluto, prima di decidere di rivelare i nomi, consultare i presidenti dei due rami del Parlamento, il senatore Fanfani e l'on. Nilde Jotti. Dopo i due collo- qui De Martino aveva però precisato che anche nel caso in cui tutti i commissari fossero stati d'accordo per la pubblicizzazione, essa sarebbe avvenuta tramite una relazione-stralcio al Parlamento, nella quale peraltro sarebbe stata inclusa soltanto la lista degli iscritti la cui appartenenza alla P2 è «dimostrata» da documenti. I 953 nomi, infatti, sono distribuiti in tre elenchi distinti: il primo comprende una serie di persone per le quali risultano schede di domanda e d'accettazione alla loggia nonché le ricevute di versamenti di quote; il secondo è costituito dai nomi di coloro che sembra siano stati iniziati direttamente da Gelli, ma per i quali non esistono «pezze d'appoggio»; il terzo, infine, risulterebbe poco più di una lista nuda e cruda di persone legate in qualche modo a Gelli. Sin dall'inizio della seduta di ieri mattina si erano delineate le posizioni abbastanza diverse, dei vari gruppi politici. DEMOCRISTIANI — Aveva parlato per loro l'on. Azzaro, dicendo che il suo partito era per la pubblicazione immediata e totale dei documenti di Gelli. Ma secondo indiscrezioni non tutto il partito si rispecchiava in questa posizione. E' stato fatto notare, infatti, che martedì alla Camera non è stato il capogruppo Gerardo Bianco, che pur si era iscritto a parlare, a replicare a Forlani, presentatosi come strenuo difensore del segreto istruttorio sugli atti e sui nomi. La decisione di Forlani ha messo però fine alle polemiche. COMUNISTI — C'è stato solo un intervento formale del sen. Macaluso, il quale, nella sua posizione di vicepresidente della Commissione, si è allineato alla cautela già espressa da De Martino, tentando di mediare fra gli orientamenti diversi. Fuori dall'aula ha parlato D'Alema. In uno scontro violento con il democristiano Azzaro ha rivendicato al proprio partito la priorità nella richiesta di pubblicizzazione. «Abbiamo detto si alla pubblicazione — ha urlato D'Alema — ma ci sono degli atti di opportunità da compiere e io personalmente credo che vadano compiuti». «Voi comunisti oggi siete stati sempre zitti», ha risposto Azzaro. SOCIALISTI — Ha parlato l'on. Borgoglio, della sinistra del partito. Egli avrebbe sostenuto una linea di estrema prudenza sull'opportunità della pubblicizzazione. Signori, della corrente di Craxi, ha fatto invece scena muta. La sinistra del psi, a quanto risulta da indiscrezioni e da una prima selezione di nomi fatti circolare in serata, sembrerebbe la più «colpita» dalle liste di Gelli. Si è saputo ieri negli ambienti della Farnesina, che l'ambasciata di Argentina a Roma ha inviato al nostro ministero degli Esteri una comunicazione ufficiale per notificare che il signor Licio Gelli è cessato dalle sue funzioni di consigliere economico dalla stessa rappresentanza diplomatica.

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