Sotto cura a Novara le formelle della famosa Porta del Paradiso
Sotto cura a Novara le formelle della famosa Porta del Paradiso Sofisticate tecnologie per i celebri riquadri del Ghiberti Sotto cura a Novara le formelle della famosa Porta del Paradiso Minacciate dall'inquinamento atmosferico (e danneggiate dall'alluvione di Firenze del 1966) sono già state sottoposte ai raggi gamma per accertarne la più intima struttura DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NOVARA — Occorreranno ancora almeno due mesi ai tecnici dell'istituto «Donegani» (società di ricerca del Gruppo Montedison) per pronunciarsi sullo stato di conservazione di due formelle quattrocentesche (opera di Lorenzo Ghiberti; Firenze 1378-1455) di cui sono in corso gli esami. Si tratta di uno dei riquadri in bronzo cesellato e dorato (circa 80 centimetri di lato) appartenente alla celebre .Porta del Paradiso» — come l'aveva definita lo stesso Michelangelo riconoscendo le qualità estetiche del lavoro cui Ghiberti s'era dedicato dal 1425 al 1452 — e del modello, conservato al Bargello, col quale nel 1401 il maestro fiorentino ne aveva ottenuta l'ordinazione superando altri famosi concorrenti tra i quali il Brunelleschi. Jacopo della Quercia e Nanni di Banco. L'opportunità di mettere a confronto i risultati delle due analisi era stata sostenuta dal professor Umberto Baldi ni, soprintendente all'Opificio delle Pietre Dure di Firen ze con competenza sui restau ri cui fa capo il Laboratorio della Fortezza da Basso. Qui ultimamente, erano stati fatti alcuni saggi di pulimento sul pannello raffigurante Giù seppe e i fratelli, nell'intento di restituire alla doratura del 10 splendido rilievo la lucen tezza e il colore originali com promessi dal crescente inquinamento atmosferico che si è aggiunto ai postumi dell'alluvione del novembre 1966. Fin da allora il ministero e 11 professor Rotondi, direttore dell'Istituto centrale per il Restauro di Roma, avevano pensato all'opportunità di un'indagine scientifica di carattere metallografico. D'accordo col professor Ferroni direttore dell'Istituto di chimica-fisica dell'ateneo fiorentino, si erano già rivolti a Novara. all'Istituto Metalli Leggeri (oggi Alluminio Italia) che col «Donegani» convive nel medesimo fabbricato. Erano stati interpellati allora il professor Panseri, vicepresidente dell istituto, e il professor Massimo Leoni, tutto- ra suo dirigente: uno specialista che da decenni si occupa di ricerche sull'antica metallurgia con notevoli riflessi in campo archeologico e in genere per la tutela dei beni culturali. Osserva il professor Leoni che spesso non si sarebbe giunti al degrado così avanzato di certi monumenti se. anziché confidare nell'apparente robustezza del metallo, ci si fosse preoccupati di averne periodica cura. E a questo proposito ricorda la singolare raccomandazione che si può leggere sul battente sinistro della porta di bronzo del santuario dell'Arcangelo Michele, a Monte S. Angelo, nel Foggiano, in una scritta rivolta ai rettori: Ut semel in anno detergere faciatis has portas. sucut nos nunc ostendere fecimus ut sint semper lucide et dare, e cioè «affinché una volta all'anno facciate ripulire queste porte così come noi ora abbiamo mostrato perché siano sempre lucide e chiare-. Ed era la richiesta delle maestranze che. come docu¬ menta un'altra iscrizione, l'avevano eseguita a Costantinopoli nel 1076. Con i raggi gamma (gammagrafia) si è subito ottenuta una precisa serie di immagini delle strutture profonde del bronzo, al di là di quanto si sarebbe avuto con la comune radiografia. Sembra confermato, intanto, che nei pannelli non vi è ombra di saldature. Che si tratti di bronzo «quaternario» (formato cioè da percentuali di rame, stagno, zinco, piombo) l'aveva già messo in evidenza il professor Leoni nel 1968. accertando anche la presenza di impurità, ferro, e tracce di arsenico e antimonio. Il mercurio riscontrato in corrispondenza delle superfici dorate attesta l'impiego d'una doratura ad amalgama, con evaporazione del mercurio mediante riscaldamento a temperatura non superiore ai 500 o 600 gradi. Nel corso degli esami diretti dal professor Paolo Parrini, del «Donegani», i due bronzi dai quali sono stati tratti minutissimi campioni, saranno ora studiati sia in superficie, a cura del dottor Garbassi, sia nell'Ultimo delle loro strutture nei due laboratori di analisi spettrometrica — quello «di massa organica» e soprattutto quello di «inorganica» — che fanno capo al dottor Bucci. Si potrà valutare cosi il gra do di corrosione che minaccia la porta del Ghiberti con un degrado cui è indispensabile ovviare al più presto. A Firenze si è studiato il sistema di rimuovere le incrostazioni superficiali che rendono opaca la sottostante doratura. Al «Donegani» si è chiesto di fare il punto sui fenomeni corrosivi fin dal '68 rilevati dal professor Leoni tra le due superi'ici del bronzo e dell'oro, e attribuibili a fattori di natura elettrochimica tendenti a staccare la doratura dal metallo: distacco che si teme possa anzi essere favorito dalla rimozione dello strato di prodotti della corrosione. Angelo Dragone Lorenzo Ghiberti - Formella raffigurante Giuseppe e i fratelli dalla «Porta del Paradiso»
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