Una preziosa statua in marmo di Dioniso recuperata dai «sub» nel mare di Napoli di Adriaco Luise
Una preziosa statua in marmo di Dioniso recuperata dai «sub» nel mare di Napoli La scultura (alta 1,40) di pregevole fattura, risale al primo secolo d.C. Una preziosa statua in marmo di Dioniso recuperata dai «sub» nel mare di Napoli NAPOLI — Le acque del litorale flegreo. da Pozzuoli a Capo Miseno, continuano a riservare affascinanti sorprese archeologiche, a restituire quello che nel corso dei secoli è stato trascinato sul fondo marino. L'ultimo ritrovamento, avvenuto ieri a Baia, conferma l'esattezza di una ricerca storica e artistica, di una «Pompei sepolta» sotto uno spesso manto di torba, fango e detriti. A non più di dieci metri di profondità, è stata riportata alla luce, da un gruppo di ricercatori subacquei, una preziosa scultura in marmo, una delle tante che la Roma imperiale profuse in questi luoghi termali, di svaghi e delizie e che oggi si rivelano una delle più interessanti aree archeologiche della nostra regione. E' un Dioniso giovanile, di pregevole fattura, che si fa risalire al primo secolo dopo Cristo. Faceva parte di un complesso architettonico scivolato in mare da Punta Epitaffio, dove, nel febbraio del 1969, vennero recuperate altre due statue appartenenti a un gruppo omerico di notevole pregio. La scultura è integra, in buono stato di conservazione. Soltanto gli avambracci presentano segni di ossidazione causati dalle staffe in ferro inserite negli arti superiori. Del peso di cinque quintali, è alta un metro e quaranta. La figura, di eccezionale interesse, è appoggiata ad un sostegno drappeggiato, con alla base un cagnolino che reca in bocca un tralcio di vite con uva. Momenti di emozione ieri, quando la preziosa scultura, lentamente imbracata con cavi di nylon, è salita dalle acque del mare, adagiata con mille cure sul ponte della motonave «Lisetta», l'unità no¬ leggiata dal Comune di Bàcoli per l'importante recupero. Una bella pagina di storia, frugata con lo sguardo dagli esperti, sotto un cielo terso, in una calda giornata. Il ritrovamento non è casuale. Fa parte di una campagna di prospezione nelle acque di Punta Epitaffio, all'interno di un ninfeo dove vi sono fondate speranze di ritrovare un gran numero di opere d'arte insieme a colonne, trabeazioni, delizie scultoree dell'antica Roma. Vi hanno preso parte i ricercatori del Centro Studi Subacquei di Napoli. Armando Caròla. Antonio Di Stefano. Mario Rosiello. Mario Carotenuto. Gaetano Caiazzo e il prof. Pietro Gianfrotta. di Roma, che si sono avvalsi dell'impegno e della collaborazione del prof. Bernard Andreae. dell'Istituto archeologico dell'Università Philippis di Marburg. Il soprintendente alle Antichità di Napoli e Caserta. Bruno Zevi e la dott. Giuliana Tocco hanno vigilato sull'andamento della campagna saggi. I lavori si sono protratti per una quindicina di giorni dopo l'individuazione avvenuta mesi or sono: sono state richieste particolari attrezzature. Per scongiurare il pericolo che il luogo fosse preso di mira da tombaroli subacquei, dopo il recupero della statua, lo scavo è stato nuovamente ricoperto con una fitta rete di nylon e con tonnellate di ghiaia. Sono trascorsi dodici anni dalla prima localizzazione del ninfeo per riportare alla luce la terza scultura e altro materiale vario — 35 cassette di terrecotte e marmi — e non vi sono ancora programmi sistematici di scavi. Adriaco Luise
Persone citate: Antonio Di Stefano, Bernard Andreae, Bruno Zevi, Gaetano Caiazzo, Giuliana Tocco, Mario Carotenuto, Mario Rosiello, Pietro Gianfrotta
Luoghi citati: Caserta, Comune Di Bàcoli, Napoli, Pompei, Pozzuoli, Roma
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