Voto laico per la «194» dal Veneto che cambia

Voto laico per la «194» dal Veneto che cambia Voto laico per la «194» dal Veneto che cambia Maggioranza del 56% a favore della legge - Successo del Movi-. mento per la vita a Vicenza e Bolzano - Exploit radicale a Trieste DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA — L'immagine della «Vandea» veneta, cattolicissima e oltranzista, è ormai confinata alle campagne. Le prime analisi del voto rivelano infatti, nel complesso regionale, che i motivi della propaganda antiabortista hanno avuto la loro massima presa nell'elettorato rurale e nei centri minori. Ma una forte controtendenza urbana ha impedito che si ripetesse il risultato di sette anni fa. quando il Veneto fu tra le sette regioni che dissero «si» all'abrogazione del divorzio. Di quelle sette regioni, una sola, il Trentino Alto Adige, ha implicitamente confermato quel si, con un si alla proposta del Movimento per la vita. Il Veneto ha invece detto no, sia pure con una maggioranza che non va oltre il 56,6 per cento, all'invito antiabortista. Lo ha detto, del resto, in modo chiaro, con una partecipazione al voto che supera globalmente l'88 per cento, e che in province come Padova, Rovigo, Verona, supera addirittura il 90. Una sola delle province venete, Vicenza, si è espressa a maggioranza (51,5 per cento) per la limitazione estrema dell'aborto suggerita dal Movimento per la vita. E anche qui, è da notarsi la polarizzazione città-campagna: nel capoluogo, infatti, il si alla scheda verde non è andato oltre il 38,8 per cento. Gli elettori veneti hanno riproposto lo scarto, cosi bene avvertibile nel complesso nazionale, fra l'affiliazione partitica e la scelta sui referendum. L'insieme dei partiti laici, che alle regionali dello scorso anno ebbe il 46,5 per cento dei voti, ha visto il suo suggerimento (no al Movimento per la vita) accolto dal 56,6. Perfino nella provincia di Vicenza, dove pure è prevalso il si. questa scelta non ha certo esaurito il suo potenziale, che sommando i voti 1980 della de e del msi arrivava al 65 per cento. Un quarto dell'elettorato democristiano di questa bianchissima provincia, infatti, ha preferito votare «laico». La presenza di motivazioni laiche fra i votanti de non è considerata una novità dal segretario regionale democristiano. Foletto. -Nelle città capoluogo — dice — ci aspettavamo qualcosa del genere: anche perché non vi è stata possibile quella propaganda capillare che il Movimento per la vita ha potuto fare, col nostro appoggio, in periferia e nei piccoli comuni-. La «disobbedienza» ai partiti in questi referendum, che contraddittoriamente hanno rivelato sia una rivincita della democrazia diretta (la disobbedienza appunto), sia un'affermazione della democrazia delegata (le leggi del Parlamento tutte confermate), non riguarda solo la de. Il si potenziale all'abrogazione dell'ergastolo, derivato dalla somma dei voti più recenti di quei partiti della sinistra che l'avevano indicata ai propri elettori, raggiungeva nel Veneto il 35,9 per cento: ma i si sulla scheda dell'ergastolo non hanno raggiunto il venti. Come conseguenza del voto, la sinistra sottolinea l'urgenza di applicare finalmente la legge 194. Tale applicazione — dice Giuseppe Pupillo, segretario comunista a Vicenza — è stata finora compromessa da un numero altissimo di obiezioni di coscienza e dalla carenza di strutture pubbliche, come i consultori, Un'occhiata, infine, alle due confinanti regioni a statuto speciale. Spicca il voto di Bolzano, che ha dato al Movimento per la vita il risultato provinciale più favorevole (54,6), ma dove, ancora, il dato resta inferiore alla somma dei ■voti potenziali (de. sudtiroler volkspartei, msi). Alex Langer. della Neue Linke-Nuova Sinistra, fa rilevare anche il dato sull'ordine pubblico, che a Bolzano ha raggiunto il 21,6 per cento dei si. -La svp — spiega Langer — aveva lasciato libertà di voto; il disorientamento dell'elettorato di lingua tedesca si è manifestato con un 15 per cento di schede bianche-. Emerge dal voto, dice, l'aspirazione a uno stato rigido e non permissivo, ma con la riserva mentale, evidente nell'atteggiamento della svp, che se dovesse riaprirsi il conflitto Bolzano-Roma, della legge Cossiga sarebbe meglio fare a meno. In Friuli-Venezia Giulia, infine, da registrare il voto di Trieste, che è stato complessivamente il più favorevole (o il meno sfavorevole) alle proposte radicali. Il si all'abrogazione del porto d'armi ha infatti raggiunto il 22 per cento; il si all'aborto radicale ha superato il diciassette. Alfredo Venturi VENEZIA ciTTA' SI NO REFERENDUM VOTI % VOTI % AbOrtO(Movlmentop.rlav.ta) 53 g4g 26,0 167.401 74,0 AbOrtO (Partite radicate) „ 21g 12|2 196.161 87,8 Ergastolo s> 3 62.526 27,7 163.297 72,3 Porto d'armi 39924 177 185.761 82,3 Legge Cossiga 35.268 1S,7 189.017 84,3

Persone citate: Alex Langer, Alfredo Venturi, Cossiga, Foletto, Giuseppe Pupillo, Langer, Linke