Beirut attende Fora della verità Entro due giorni guerra o pace di Igor Man
Beirut attende Fora della verità Entro due giorni guerra o pace Il Libano segue con ansia la spola dell'inviato speciale di Reagan Beirut attende Fora della verità Entro due giorni guerra o pace DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BEIRUT — La giornata è stata calma (come può esserlo a Beirut: qualche sparatoria di poco conto), ma ora, nella notte, i proiettili traccianti dilaniano il cielo: gli abitanti li chiamano i fuochi d'artificio della morte. E' la solita, crudele doccia scozzese, la gente ci ha fatto l'abitudine; quello che tritura i nervi è il senso di incertezza nel domani. Ma, forse, mancano due giorni all'ora della verità: se dopo la visita a Gerusalemme, dove è arrivato ieri, l'inviato americano Habib prenderà il volo per gli Usa dichiarando forfait, nulla esclude che la situazione precipiti. Se, invece, dovesse tornare a Beirut continuando la navetta, è possibile immaginare che alla fine il pericolo di una guerra tra Siria e Israele venga esorcizzato. Finché si parla non si spara. La situazione è appesa a un filo: il luogo comune traduce la realtà, sicché la gente qui vive alternando sussulti d'angoscia a sorsate di ottimismo. La visita lampo a Mosca del generale Tlass, ministro della Guerra siriano, preceduta, pare, da un altrettanto rapido e segreto viaggio in Urss del presidente Assad e seguita da una puntata (sempre stando ai si dice) del ministro degli Esteri Khaddam, ha ampliato il ventaglio delle speculazioni. C'è chi vuole che i russi abbiano consigliato moderazione ai siriani, altri invece sostengono che ab¬ biano loro assicurato «ogni possibile appoggio materiale». Una fonte vicina al presidente Sarkis ci ha detto di essere «moderatamente ottimista». Il cauto ottimismo si lega a due dati di fatto. 1): Partendo per Gerusalemme, Habib ha dichiarato ai giornalisti, che in _ precedenza aveva sempre evitato: «E* già un grosso risultato ch'io possa tornare a Gerusalemme per continuare la trattativa». 2): Il piano proposto dall'Arabia Saudita non sarebbe sgradito a Israele. Eccolo: progressivo ritiro da •/.alile dei siriani, che verrebbero rilevati dal¬ l'esercito libanse; ritiro progressivo dei «Sam» dalla Bekaa con il contestuale rallentamento dei sorvoli israeliani; una conferenza per discutere sull'armamento della «Fad» nella valle della Bekaa. Se ne parlerebbe venerdì a Tunisi, a livello di ministri degli Esteri arabi. Ma in ultima analisi tutto è legato agli «umori» di Begin: il premier israeliano ha fatto avviare un'indagine demoscopica per tastare il polso al Paese. Se i falchi prevarranno sulle colombe, allora scatterà l'attacco; in caso contrario, il primo ministro si rassegnerà ai compromesso. Ma non per questo la tragedia del Libano potrà considerarsi finita. Ultima notizia: le linee aeree saudiane hanno sospeso i voli per Beirut Igor Man
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