Consigliati a dimettersi ministri, alti funzionari e i generali dell'elenco? di Sandra Bonsanti

Consigliati a dimettersi ministri, alti funzionari e i generali dell'elenco? Mentre Gelli minaccia complicazioni internazionali Consigliati a dimettersi ministri, alti funzionari e i generali dell'elenco? ROMA — Il Governo non può assumersi la responsabilità di chiedere a tutti gli alti funzionari, militari e ministri, che compaiono nell'elenco di Licio Gelli, di lasciare le loro poltrone. Non può farlo soprattutto perché a carico della maggior parte di quelle persone non esiste nemmeno un sospetto dì reato. Però il Governo apprezzerebbe che alti funzionari, ministri e militari si dimettessero, con gesto spontaneo e in via cautelativa. Nelle ore che precedono l'intervento a Montecitorio di Arnaldo Forlani. questa è stata la «raccomandazione» arrivata da Palazzo Chigi. Ma alcune delle persone a cui è giunto l'invito di Forlani hanno continuato per tutta la giornata a «difendersi coi denti». Si parlava ieri sera di un «profondo disagio» diffusosi nell'ambiente militare in genere e anche in alcuni settori del governo. Superati i problemi posti dai referendum, il caso della loggia segreta ha ormai investito frontalmente il mondo politico. E, come già accaduto nei giorni scorsi, da un altro, misterioso, aeroporto «di una città europea» (Fiumicino? Malpensa? Bruxelles? Ginevra? Cannes?) Gelli manda un telegramma al presidente del Consiglio (e avverte contemporaneamente l'Ansa) minacciando «ripercussioni a livello internazionale» qualora Forlani decidesse di rendere pubblico il documento. La «strategia» del Governo è stata concordata in una serie di incontri riservati. A metà mattina, il presidente del Consiglio ha voluto vedere il ministro Rognoni: quali conseguenze avrebbe, nella difesa dell'ordine pubblico e della sicurezza nazionale, una «messa in mora» dei più alti gradi militari? La situazione, è stato detto, è proprio fra le più delicate. Anche la posizione del ministro di Grazia e Giustizia. Adolfo Sarti, la cui scheda di domanda di iscrizione sarebbe stata trovata fra le carte di Gelli, sarebbe considerata con la massima attenzione, ma in ambienti vicini al Guardasigilli si fa notare che «dopo le secche smentite, un caso Sarti non esiste». I socialisti hanno già espresso la loro opinione secondo cui misure cautelative andrebbero prese anche nei confronti di «alti funzionari dei servizi segreti» compresi nell'elenco. Insomma, alla vigilia del dibattito sul centro occulto di Gelli, c'è chi prevede uno sconvolgimento al vertice delle istituzioni di proporzioni assai gravi. Forlani dunque parlerà a Montecitorio alle 17. Quanto dirà dei documenti ricevuti da Milano? Leggerà l'elenco dei 953? Una risposta definitiva probabilmente si avrà soltanto oggi. Sembra però che subito dopo il suo intervento il dibattito potrebbe esser sospeso, per dar modo ai membri della Commissione Sindona di partecipare alla seduta, durante la quale non si sa ancora se potranno prender visione dei documenti (non è escluso che essa sia dedicata esclusivamente alla decisione sul «come» prenderne visione) che è stata fissata per le 19. Il giorno dopo la Camera si riunirebbe nuovamente e questa volta il dibattito avverrebbe con qualche elemento in più che potrebbe esser portato in aula proprio dai membri della Commissione Sindona. Ieri i radicali hanno insistito a lungo affinché il discorso di Forlani fosse rinviato, per dar modo ai commissari di studiare i documenti con un certo anticipo. Massimo Teodori ha avuto un incontro con la Jotti, alla quale ha portato una lettera di due cartelle. Ma la Jotti ha risposto che la data e l'ora dell'intervento di Forlani erano state stabilite dai capi gruppo la settimana scorsa e quindi non era possibile rinviare. Subito dopo l'incontro con Teodori la Jotti si è messa in contatto con l'on. De Martino a Napoli, e insieme hanno concordato il rinvio alle 19 della seduta della Sandra Bonsanti (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Luoghi citati: Bruxelles, Cannes, Ginevra, Milano, Napoli, Roma