Le banche non concedono più fondi ai cantieri «salta» la casa per oltre diecimila famiglie?
Le banche non concedono più fondi ai cantieri «salta» la casa per oltre diecimila famiglie? Grido d'allarme delle cooperative: in pericolo la giusta aspirazione di tanti lavorator Le banche non concedono più fondi ai cantieri «salta» la casa per oltre diecimila famiglie? Gli anticipi di cassa bloccati dalla stretta creditizia, le imprese stanno per fermarsi, rischio di cassa integrazione per gli edili - Metà degli alloggi sono in costruzione a Torino e provincia - Chiarimenti a fine mese? Per diecimila 313 famiglie piemontesi il prossimo dicembre doveva segnare il coronamento di tanti sacrifici, avere finalmente una casa propria. La prospettiva rischia di saltare, i cantieri stanno per fermarsi, lasciando l'opera a metà o a tre quarti. Motivo: le banche che avevano finora anticipato i finanziamenti, hanno chiuso il rubinetto dei fondi, non concedendo più una lira. Senza denaro, le cooperative e le imprese costruttrici non possono proseguire i lavori: chissà quando gli inquilini potranno prendere possesso degli alloggi: migliaia di edili rischiano la cassa integrazione. Queste le prime perverse conseguenze della stretta creditizia decisa dalle autorità monetarie centrali. Il grido d'allarme parte dalle Cooperative piemontesi impegnate nelle costruzione del sessanta per cento degli alloggi in via di ultimazione. Dice Carlo Foppa presidente del Consorzio regionale Coopcasa Piemonte: «La situazione è insostenibile. La stretta creditizia penalizza soprattutto la nostra Regione che è stata la prima in Italia a partire con il piano casa. C'erano tutte le premesse per realizzare sedicimila alloggi: le famiglie hanno versato i loro risparmi, gli istituti bancari hanno messo a disposizione i mutui, la Regione i contributi, gli enti locali le aree. Si è partito subito con gli oltre diecimila alloggi in cantiere, metà dei quali a Torino e in provincia. Adesso tutto è compromesso, i soci delle cooperative sono esasperati, settemila operai rischiano l'integrazione, le imprese il fallimento». Un'analisi che trova d'accordo cooperative «rosse», «bianche» e «rosa» i cui massimi dirigenti si sono trovati per sollecitare immediati provvedimenti dal Governo e dalle autorità monetarie. In loro assenza, non verrà posata la prima pietra neppure per i rimanenti 6.874 alloggi previsti dal piano regionale. Nessuno è ancora in grado di sapere se e quando incomincerà la costruzione di queste case che prevedevano un finanziamento di 206 miliardi. Tutti gli sforzi per col¬ mare il vuoto di case vengono vanificati, saltano i piani finanziari, slittano i tempi, l'inflazione corrode i risparmi. «Afa c'è anche il rischio tremendo — aggiunge Ezio Apra, responsabile del Dipartimento finanza e credito della Lega cooperative e mutue per il Piemonte — che l'aspirante proprietario di un alloggio in costruzione non possa far fronte ai costi aggiuntivi e sia costretto a rinunciare all'acquisto. Le cooperative non possono usufruire di crediti a medio e lungo termine, si alimentano su quello a breve. Proprio per questo le cooperative sono le più esposte agli effetti delle stretta creditizia. Le autorità centrali non possono non tenerne conto». Ma se, priva di ossigeno, l'e¬ dilizia rischia il soffocamento, non vedono rosa neppure le cooperative agricole piemontesi. Il drastico taglio dei crediti sta mettendo in ginocchio migliaia di operatori impegnati ad aprire o a rinnovare centri di produzione, stalle e attrezzature. .Anche in questo caso — dice Mari Pollo, presidente piemontese della Lega cooperative, 800 aziende. 120 mila soci, 400 miliardi di fatturato annuo — noi ci batteremo perché le banche rispettino gli impegni assunti». E le banche che cosa dicono? «Siamo noi a dire che il momento è difficile — ammette il dott. Perotto, responsabile del credito fondiario all'Istituto San Paolo — e che la stretta creditizia si sta già facendo sentire con pesantezza e con effetti contrastanti. Ma è anche vero che noi non stiamo fermi e nel giro di qualche settimana il rubinetto dei crediti potrebbe già riaprirsi». Guido J. Paglia
Persone citate: Carlo Foppa, Ezio Apra, Mari Pollo, Perotto
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