Perché i denti «ballano»
Perché i denti «ballano» Malattia paradontale, grave pericolo per la masticazione Perché i denti «ballano» Ne soffrono i tessuti che fissano il dente all'alveolo - Cause principali: digrignamento notturno, placca dentaria, cattiva occlusione - Le nuove terapie specialistiche Contrariamente a quanto si ritiene, il pericolo maggiore per la nostra dentatura, via via che si avanza con gli anni, non è la carie, ma la «mobilità» dei denti. Non che la carie non rappresenti una temibile malattia, che provoca gravi danni, ma nei paesi civili e con tecniche d'avanguardia la si può contrastare mediante trattamenti appropriati che s'iniziano sin dalla prima infanzia. Ma"la? maggioranza dei denti perduta dopo i trent'anni cade o viene estratta non a causa della carie, ma per lo scollamento della loro base d'ancoraggio all'osso: la cosiddetta malattia paradontale o paradentale (secondo che si scelga il termine d'origine greca o latina); una malattia che colpisce l'assieme dei tessuti che fissano il dente agli alveoli. Parlo di questi problemi con i professori Franco e Aldo Ruspa, che dirigono il «Centro culturale odonto-stomatologico» di Torino. L'occasione è data dal grande congresso internazionale di odontoiatria tenutosi nei giorni scorsi in Francia, che ha gettato un vero grido d'allarme su que¬ sta «mobilità» dei denti, e dal convegno che si terrà martedì sera, nel salone dell'Ordine dei medici a Torino, nel corso del quale i professori Cattabriga di Roma e Spirgi di Ginevra illustreranno ai medici quello che c'è di nuovo nelle terapie specialistiche e superspecialistiche dentarie. Lo scopo è appunto di tenere aggiornati i medici dentisti della nostra regione, spesso impossibilitati dal loro stesso lavoro a seguire pubblicazioni e congressi scientifici, su ciò che avviene in tutto il mondo (materiali, tecniche nuove) in tema di progresso odontoiatrico. Ma è importante che anche il pubblico si renda conto di come stanno le cose, perché ciascuno è sempre — e deve esserlo — il primo medico di se stesso. Che fare, dunque, per evitare il tentennamento, la mobilitàdei denti? Per prima cosa, cerchiamo di esprimerci in un linguaggio non tecnico, occorre evitare — e vedremo come — il digrignamento notturno dei denti (o «bruxismo»), che è in sostanza uno sfogo inconscio delle tensioni accumulate durante il giorno, ma finisce per stringere l'una contro l'altra le due arcate dentarie in modo tale da provocare vacillamenti e scuotimenti anormali. Ma non è solo il «bruxismo» che provoca la paradentite. Questa malattia, flagello delle gengive, è dovuta almeno in parte alle placche dentarie che, a causa dei microbi voraci che le costituiscono, si sviluppano sui denti e si infiltrano fra dente e osso fino a provocare necrosi gengivale e piorrea (perdita di pus dalla gengiva). Oltre le placche dentarie, un'altra causa delle malattie paradentali è rappresentata da una cattiva occlusione dei denti. L'occlusione riguarda il modo con il quale i denti si articolano tra di loro. Ed è chiaro che, per evitare turbe funzionali del sistema masticatorio, i denti di un mascellare devono combaciare con estrema precisione con quelli dell'altro senza determinare pressioni eccessive sui singoli denti. Nell'uomo con una dentatura sana e completa i problemi dell'occlusione sono mirabilmente risolti, in quanto i denti sono provvisti di cuspidi che, allorché si chiude la bocca, scivolano su quelle dei denti antagonisti con movimenti di lateralità e profusione, permettendo cosi una masticazione perfetta. Tutto questo da giovani. Ma ad una certa età la perdita o l'usura di qualche dente rende difficile una chiusura perfetta. Compaiono allora quelle che vengono chiamate «cuspidi tuffanti», cioè cuspidi che vengono ad affondarsi sull'arcata opposta e che tendono a bloccare i movimenti di lateralità e di protrusione. Nel tentativo di liberare il morso i mascellari finiscono per scuotere questi denti ed il continuo movimento, ripetuto ad ogni masticazione, li fa vacillare. Si può evitare l'insorgenza di un fenomeno cosi dannoso? Sì. attraverso la livellatura dei denti, il cosiddetto «molaggio selettivo», operazione che oggi si può compiere in modo sorprendentemente indolore. Così pure esistono speciali placche di svincolo in resina di uso prevalentemente notturno, che possono correggere il difetto del digrignamento dei denti, con le gravi conseguenze accennate. Tutto ciò avviene oggi — e ce lo spiegheranno appunto al convegno i professori Cattabriga e Spirgi — con tecniche sempre più perfezionate ed efficaci. Umberto Oddone
Persone citate: Aldo Ruspa, Cattabriga, Umberto Oddone
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