Padova: un diciassettenne rapito da 10 banditi davanti alla madre

Padova: un diciassettenne rapito da 10 banditi davanti alla madre Di notte, nella sua villa, dopo essere stato picchiato a sangue Padova: un diciassettenne rapito da 10 banditi davanti alla madre □AL NOSTRO INVIATO SPECIALE PADOVA — Lo hanno rapito dopo un pestaggio. Alberto Fineo. 17 anni, figlio del titolare di un'industria che produce attrezzature zootecniche, è stato portato via l'altra notte da cinque componenti di un commando: aveva sottratto all'aggressione sua madre, che forse era la vittima designata di questo assalto. E' il secondo sequestro in meno di tre mesi, nel Veneto. Il 25 febbraio fini in balla dei banditi Antonio Piarotto, diciottenne, figlio del proprietario di un mobilificio di Mirano, poco lontano da Venezia. Per la liberazione di questo ragazzo, lanciò un accorato appello il Papa, durante uno dei suoi discorsi. Antonio Piarotto venne rilasciato a Desenzano del Garda dopo ventidue giorni di prigionia: pare che i familiari abbiano pagato un miliardo e duecento milioni, i rapitori avevano chiesto cinque miliardi. L'altra notte, poco dopo le 23, un gruppo composto forse da una decina di uomini è piombato davanti alla villa di Luigi Fineo, 54 anni, a Capo San Martino, nei pressi di Cittadella. L'industriale è in Libia per motivi di lavoro. In casa ci sono la moglie, Albertina Caccaro, e tr*- dei sei figli: Alberto, Filippo, ventiduenne, ed Alessandro, che ha undici anni. Alberto è appena rientrato da un bar, dove ha scambiato quattro chiacchiere con gli amici, ha indossato il pigiama e sta ascoltando un po' di musica nella sua stanza. La madre è in cucina, si accinge a riporre un album di fotografie dei ragazzi. I ban¬ diti, che probabilmente sono arrivati a bordo di una «Mercedes» e di un'altra vettura, fanno irruzione nel giardino della villa: devono avere scavalcato il muro poco oltre il cancello a chiusura elettronica. Sono in cinque, i complici li attendono fuori; uno dei rapitori imbraccia un fucile a canne mozze, gli altri sono armati di pistola. La finestra della cucina viene spalancata, forse con un calcio, e i vetri volano in f ran- turni sul pavimento: pochi istanti dopo balzano dentro i cinque uomini, i volti coperti. Albertina Caccaro si precipita verso la porta, ma è subito bloccata, strattonata. Al trambusto, il figlio Alberto salta giù dal letto e irrompe in cucina: il ragazzo si getta sui banditi, ingaggia una lotta furibonda. Alberto Fineo è scaraventato a terra, colpito selvaggiamente con calci e pugni, mentre la madre tenta di andargli in soccorso in qualche modo e grida: «Per carità, non colpitelo. Basta, non fategli del male». Di nuovo, i rapitori si avventano su Albertina Caccaro, la spingono in un angolo. Accorre l'altro figlio, Filippo, mentre il piccolo Alessandro è immerso nel sonno. Filippo Fineo fa pochi passi, poi si vede puntare contro il fucile: due banditi gli intimano di entrare in una delle stanze. Intanto, gli altri sequestrano Alberto, che ancora cerca accanitamente di liberarsi dalla stretta. Il ragazzo è trascinato fuori, vien fatto quasi ruzzolare per le scale. Filippo e la madre, sospinti con le armi, vengono condotti nel garage della villa e rinchiusi. Alberto Fineo è caricato sulla «Lancia Beta» del fratello maggiore, i rapitori s'impadroniscono anche di un ciclomotore. L'intero commando sparisce in pochi minuti. Quando Filippo riesce ad aprire la porta del garage, i banditi sono già parecchio lontani. Il giovane attraversa la statale e piomba nel bar in cui sono radunati gli amici. «Hanno portato via mio fratello — grida —, sono scappati verso Padova. Qualcuno di voi ha una macchina? Presto, devo tentare di inseguirli». Ma ormai non c'è nulla da fare. Si avverte immediatamente la polizia, scattano ricerche in tutto il Veneto e si dispone una rete di posti di blocco. Nella notte, viene trovata la «Lancia Beta» abbandonata dietro un casolare disabitato a circa mezzo chilometro dalla villa dei Fineo: evidentemente, i banditi hanno deciso un «trasbordo» qualche minuto dopo il sequestro. Dei rapitori, nessuna traccia. Né è giunto finora qualche messaggio. I familiari di Alberto Fineo, che. tra l'altro, in questo periodo non appariva in buone condizioni fisiche, trascorrono davanti al telefono queste ore angosciose. Giuliano Marchesini Alberto Fineo

Persone citate: Alberto Fineo, Antonio Piarotto, Filippo Fineo, Giuliano Marchesini Alberto, Luigi Fineo

Luoghi citati: Desenzano Del Garda, Libia, Mirano, Padova, Veneto, Venezia