Calcio-tv, si discute ancora

Calcio-tv, si discute ancora Da Milano la proposta di un accordo misto con la Rai Calcio-tv, si discute ancora MILANO — La «guerrai fra le televisioni per il calcio, dopo il primo round a favore della RaiTv, potrebbe aumentare il numero di trasmissioni. Nel contratto preparato dall'ente di Stato (undici miliardi per le società, 5 come base e altri 6 attraverso una società mista LegaRai per lo sfruttamento della pubblicità) c'è una clausola secondo la quale «per lanciare il terzo programma» la Rai-Tv potrebbe effettuare trasmissioni regionali. Che cosa significa? Semplicemente che la domenica sera apparirebbero sul terzo canale le partite di tutte le squadre di serie A: l'Inter o il Mllan a Milano, la Juventus o il Torino a Torino, e cosi via. Non esistendo un limite a questa norma, la Rai-Tv avrebbe la possibilità di dare tutte le otto gare del massimo campionato. E' stata la «concorrenza», vale a dire Canale 5, a far notare il particolare alla Lega. In pratica, la Rai ha fatto sua la proposta avanzata dalla Tv privata milanese. Inoltre è emerso che a Roma non intenderebbero abolire -Gol flash» e «90° minuto», ma soltanto posticiparle. «Canale 5» cerca ora di varare un accordo misto. Berlusconi ha spiegato perché ha offerto 2 miliardi e 200 milioni per l'anticipo al sabato di una partita di A o di B da trasmettere in differita e cosa intende per riprese spettacolari del calcio (è stato ingaggiato un regista inglese), ribadendo l'interesse della sua Tv verso la promozione del football. g. gand. blicitario indicato dalla commissione parlamentare secondo le competenze di legge — deve essere garantito anzitutto dalla stessa commissione nonché dal ministero delle Poste, con il quale la Rai ha un rapporto di concessione. E' chiaro che lo Stato deve garantire a tutti i livelli il servizio pubblico nel rispetto dei principi di pluralismo indicati dalla Corte costituzionale che ha legittimato l'emittenza privata in ambito locale». Secondo Orsello, a questo dovere di solidarietà non possono sottrarsi gli altri organismi pubblici, a cominciare dal Coni. «Nella partita in corso, comunque, lo sport c'entra poco. Sono in giuoco altri interessi ed altri problemi. C'è l'esigenza di una legge coerente di regolamentazione dell'emittenza privata che tarda da troppe tempo; c'è l'attesa di una sentenza della Corte costituzionale che si è sempre mossa in questi anni con rigore giurisprudenziale; c'è un rapporto corretto che non può esser sovvertito tra servizio pubblico nazionale radiotelevisivo ed emittenza privata locale: il servizio pubblico deve assolvere ai propri doveri e veder riconosciuti i propri diritti. L'emitten za privata ha un ruolo aggiuntivo, non sostitutivo».

Persone citate: Berlusconi, Da Milano, Orsello

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino