C'è un rapace da salvare è il falco della regina

C'è un rapace da salvare è il falco della regina Un prezioso uccello sardo in via di estinzione C'è un rapace da salvare è il falco della regina In Sardegna ne sopravvivono circa 260 coppie - Questo falchette caccia in gruppo formando una vera e propria rete di sbarramento contro la quale incappano centinaia di uccelli La lista rossa degli uccelli della Sardegna, compilata da Helmar Schenk e pubblicata dalla Lipu, la Lega italiana protezione uccelli, dà un quadro eloquente e drammatico della situazione aviaria dell'isola. Per cinque specie, l'aquila di mare, il falco pescatore, il mignattino, la sterna maggiore e il beccapesci non rimane purtroppo altro da fare che recitare il «de profundis» perché sono tutte scomparse dalla Sardegna nell'arco di questo secolo. Una soltanto, il falco pescatore, vi compare come specie migrante, ma si limita a sorvolare l'isola senza fermarvisi a nidificare. Undici sono le specie minacciate di prossima estinzione e tra queste figurano ai primi posti l'avvoltoio monaco che conta uno o due esemplari soltanto e il gipeto che ne conta forse tre. Altre nove hanno una popolazione in costante declino, per cui saranno presto in pericolo se nel prossimo futuro non saranno eliminate le cause che hanno condotto alla loro diminuzione numerica, caccia e bracconaggio in primo luogo e inoltre l'uso indiscriminato di pesticidi e la continua trasformazione degli habitat ad opera dell'uomo. Vengono poi elencate 18 specie definite -rare» perché ormai la loro densità, mondiale si è tanto abbassata da far temere per il destino futuro delle popolazioni locali, se non saranno rigorosamente protette. E proprio in questa categoria si colloca il falco pellegrino di cui si è ampiamente parlato nei giorni scorsi per la rapina dei dodici piccoli sventata fortunatamente dalla Guardia di finanza e dalla Lipu, un episodio che dimostra come sia ancora fiorente il bracconaggio di specie rare su commissione di facoltosi commercianti d'Oltralpe. Ma noi abbiamo anche il privilegio di ospitare in Sardegna, accanto ad altri uccelli rari, il falco della regina che merita un discorso a sé per la sua importanza scientifica ed è oggetto di attenta sorveglianza da parte degli esperti della Lipu. Se per il falco pellegrino le statistiche parlano di 130-150 coppie nidificanti nell'isola, per il falco della regina le stime sono più favorevoli. Si ritiene ve ne siano ancora circa 260 coppie che nidificano sui dirupi costieri dell'isola. Una piccola popolazione che va protetta come un tesoro prezioso, perché quel rapace dalla sagoma affusolata ed elegante sopravvive soltanto in poche isole del Mediterraneo, nell'isola di Mogador e nelle Canarie. Il suo nome scientifico Falcus Eleonorae lo si deve a colei che per prima ne vietò la caccia, una illuminata legislatrice sarda del XIV secolo Eleonora d'Arborea, padrona di una buona fetta dell'isola. A differenza degli altri rapaci europei, il falco della regina si riproduce in estate avanzata. Costruito il nido negli anfratti delle scogliere a picco sul mare, vi depone da due a quattro uova non prima del mese di agosto. Questo ritardo del ciclo riproduttivo è come se avvenisse «a ragion veduta» perché in questo modo quando dopo una incubazione di circa 25 giorni nascono i piccoli dal candido piumino, la loro venuta al mondo coincide esattamente con il passo di folte schiere di uccelletti migratori che sorvolano il Mediterraneo recandosi dalle regioni nordiche verso i Paesi africani. I falchi della regina cacciano in gruppo con una tecnica veramente singolare. Disponendosi contro vento, formano una sorta di catena di sbarramento che si estende anche per un paio di chilometri, una vera e propria trappola nella quale incappano migliaia e migliaia di uccellini. Si è calcolato che i duemila falchi che nidificano nelle isole mediterranee nel periodo 25 agosto-25 ottobre catturino un milione e settecentocinquantamila uccelletti migratori. Volatori espertissimi, si lanciano sulle prede con grandi virtuosismi, tornano al nido a nutrire i piccoli. Né vi è da credere che questo massiccio prelevamento di averle, capirosse. sterpazzole, usignoli, codirossi e talora persino pipistrelli depauperi eccessivamente il patrimonio delle specie predate. Rientra nel quadro dell'equilibrio naturale preda-predatore. I. Lattes Coifmann

Persone citate: Eleonora D'arborea, Lattes Coifmann, Schenk

Luoghi citati: L'aquila, Sardegna