Fioroni accusa Petra Krause di aver fatto parte delle Br
Fioroni accusa Petra Krause di aver fatto parte delle Br Il processo d'appello per la morte dell'ing. Saronio Fioroni accusa Petra Krause di aver fatto parte delle Br «Le chiesi se poteva procurarmi un'auto per un'azione pericolosa (l'attentato alla Face standar di Fizzonasco) e lei mi offrì la sua» MILANO — Carlo Fioroni, interrogato al processo d'appello per sequestro e morte dell'ing. Carlo Saronio, continua a raccontare e a coinvolgere persone nuove. Ieri è stata la volta di Petra Krause che, secondo quanto afferma, gli sarebbe stata indicata da un esponente delle Br come facente parte di quella organizzazione terroristica. Fioroni lo ha precisato per rendere credibile il fatto di non essere stato allontanato dal gruppo di «Autonomia operaia» dopo che, compiuto un attentato incendiario contro la «Face Standard» di Fizzonasco, era stata abbandonata sul posto la vettura usata dai terroristi per arrivare sul posto e prestata proprio dalla Krause. All'udienza è stata data lettura di un memoriale, attribuito al medico latitante Gianfranco Pancino, nel quale si precisano i rapporti tra Fioroni e l'«organizzazione» a partire dal '74. Dopo avere annunciato ulteriori elementi nuovi, non riferiti prima perché «da un cerchio infernale come quello rappresentato da una organizzazione politicocriminale non è facile uscire» Fioroni ha aggiunto: «Non escludo che i conti si chiudano solo adesso». Ha spiegato che nel suo gruppo scattò una specie di congiura del silenzio: «Sentivo la mostruosa responsabilità, ma non ne parlavamo tra di noi forse perchè non c'era la forza di affrontare vicende cosi terribili e cosi squallide». E' stato a questo punto che ha parlato di Petra Krause. «Le chiesi se poteva procurarmi un'auto per una azione pericolosa e lei mi offri la sua, anche se le precisai che poteva finire in una sparatoria». In seguito, quando la polizia trovò la vettura nei pressi dell'attentato. Fioroni fu sottoposto ad una sorta di processo, condotto, secondo lui, da Antonio Bellavìta per conto delle Brigate rosse. Bellavita si sarebbe complimentato per l'azione, ma avrebbe aggiunto «siete stati imprudenti: avete bruciato una nostra compagna». Per timore di non essere stato chiaro, ieri, in aula, Fioroni ha aggiunto: «Allora non sapevamo che la Krause facesse parte delle Br». Poco prima, in apertura di udienza. Carlo Casirati aveva chiesto di parlare con il presidente in merito all'incidente verificatosi il giorno prima tra il suo legale e la corte. Il detenuto ha espresso dubbi sulla serenità di giudizio dei magistrati. «Non si preoccupi», gli è stato risposto, ma Casirati tornando in gabbia, ha mormorato: «Afi preoccupo si, gli anni di galera poi me li faccioio». Nell'udienza del pomeriggio Fioroni è stato sottoposto dal giudice a latere ad una serie incalzante di contestazioni. • Quando lei forni informazioni ai rapitori perché potessero fingere con la famiglia Saronio che il rapito era ancora in vita, non si pose il problema di risultare, una volta tornato libero l'ostaggio, facilmente identificabile? O piuttosto lei non sapeva che era già morto?». Fioroni ha insistito di essere stato all'oscuro della morte, ma non ha convinto molto. Lo stesso quando gli è stato chiesto: «Come mai corse lei il rischio di riciclare il riscatto a Lugano invece di affidarlo alla rete svizzera della organizzazione?». «Perché cosi mi fu ordinato — è stata la risposta — e poi l'operazione non presentava rischi». «Tanto pochi — ha commentato il presidente — che si fece prendere...». m.f.
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