Preziosi resti di Ravenna romana sepolti dal caveau di una banca di Uber Dondini

Preziosi resti di Ravenna romana sepolti dal caveau di una banca Vivaci polemiche sulla sorte di un ritrovamento di grande valore storico Preziosi resti di Ravenna romana sepolti dal caveau di una banca Affiorati nella zona del duomo durante i lavori di ampliamento di un istituto di credito RAVENNA — Polemica aperta fra la Soprintendenza archeologica regionale e la Soprintendenza ai beni artistici della Romagna sulla sorte toccata a una serie di reperti di epoca romana venuti alla luce, lo scorso anno, durante i lavori per l'ampliamento di una banca. Le ruspe, entrate in azione nella zona del Duomo di Ravenna, a pochi metri dal Battistero degli Ortodossi — uno dei più importanti monumenti paleocristiani conservati in Italia — avevano messo alla luce un tratto della primitiva cinta muraria di Ravenna, il basamento di una torre, i resti di un edificio termale e una casa romana con i pavimenti di due stanze ricoperti da mosaici. La scoperta era importante anche perché Ravenna, pure essendo stata per 70 anni la capitale dell'impero di Occidente, non conservava alcuna traccia visibile di costruzioni civili risalenti all'epoca imperiale. La Soprintendenza ai beni artistici di Ravenna, informata dei rinvenimenti, ne aveva subito riconosciuto l'importanza e aveva chiesto la sospensione dei lavori. Contemporaneamente, era però sorto il timore che lo scavo dei reperti archeologici — localizzati fino a una profondità di sette metri — potesse compromettere la stabilità dell'adiacente Battistero degli Ortodossi: Ravenna, infatti, esposta a un vistoso fenomeno di abbassamento del suolo, il livello della falda freatica è a poche decine di centimetri dalla superficie del terreno. Uno scavo profondo come quello realizzato nel cantiere, avrebbe comportato la realizzazione di opere di drenaggio tali da alterare l'equilibrio geologico della zona, con seri rischi per il Battistero. Queste, almeno, le conclusioni raggiunte dalla Sovrintendenza ravennate, che ha cosi deciso di dare corso al recupero di tutti i reperti più significativi per provvedere alla loro ricomposizione in altro luogo. Subito dopo è stata autorizzata la ripresa dei lavori del cantiere, e rapidamente, tra questi resti di Ravenna romana è stata fatta una grossa colata di cemento destinata a proteggere il caveau della banca. Se per la Soprintendenza ai beni artistici di Ravenna questa era una scelta obbligata, per la Soprintendenza archeologica di Bologna, la decisione è da ritenere come minimo censurabile. A scendere pubblicamente in campo è stata la stessa soprintendente bolognese, prof.ssa Giovanna Bermond Montanari, che, parlando di fronte a studenti e studiosi di tutto il mondo, riuniti a Ravenna per gli annuali corsi di cultura sull'arte bizantina, ha dichiarato senza mezzi termini che si è persa l'eccezionale possibilità di leggere una pagina di storia ravennate. Il lavoro dei martelli pneumatici e le colate di cemento attribuite alla -mancanza di intercomunicabilità tra le Sovrintendenze interessate» ha portato — secondo la prof.ssa Bermond Montanari — allo smembramento irreparabile di una zona di grande interesse. La polemica subito rimbalzata fuori dell'aula dell'Istituto di antichità ravennati, ha riproposto il problema del recupero e della valorizzazione di un patrimonio archeologico custodito nella città romagnola e ancora in gran parte inesplorato. Se l'urbanizzazione ha praticamente reso nulle le possibilità di recuperare i resti dei palazzi imperiali e delle regge barbariche eretti a Ravenna fra il V e il VII secolo, resta aperto il problema dell'avvio di una razionale e completa campagna di scavi in tutta la zona del porto romano. Fra Ravenna e la Basilica di S. Apollinare in Classe, sotto quattro chilometri di campi di grano, vi sono i resti ancora sepolti di un'intera città. Fortunatamente, almeno per ora, non corrono rischi di distruzione. L'intera zona è infatti soggetta a vincoli che impediscono qualsiasi costruzione. Resta invece un sogno, almeno fino a quando non saranno disponibili finanziamenti adeguati, la possibilità di costituire un parco archeologico a pochi chilometri dal più importante comprensorio turistico europeo. Uber Dondini

Persone citate: Bermond, Giovanna Bermond Montanari