L'Ira: altri settanta prigionieri pronti a morire come Hughes di Mario Ciriello

L'Ira: altri settanta prigionieri pronti a morire come Hughes Mentre aumenta la violenza nei ghetti cattolici dell'Ulster L'Ira: altri settanta prigionieri pronti a morire come Hughes Le autorità britanniche sembrano ancora controllare la situazione - Ma subito dopo l'annuncio che un altro leader indipendentista era morto in carcere ci sono stati duri scontri a Belfast e Londonderry - Un giovane estremista è stato ucciso DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Con la morte di Francis Hughes, il secondo digiunatore dell'Ira, si riaccendono i conflitti e gli interrogativi del .aspo Sands». L'Ira sembra più decisa che mai a persistere nella strategia degli scioperi della fame e ha già annunciato che molti altri prigionieri .settanta ed oltre* sono pronti a morire: il governo britannico sembra più deciso che mai a non cedere al «ricatto» e a non offrire ai detenuti uno status speciale. Frattanto, una nuova ondata di violenze investe i ghetti cattolici di Belfast e Londonderry, si è avuto un morto e qualche ferito. Il morto si chiamava Matthew McLarnon, un giovane di soli 21 anni, ucciso da vari proiettili al torace. Era un attivista dell'Irish Republican Socialist Party che è la voce politica deir.lnla., un gruppo ancora più aggressivo dell'Ira, specializzato in operazioni terroristiche. Secondo fonti britanniche, McLarnon è stato colpito mentre da una finestra del grande caseggiato dei Divis Flats, a Belfast, sparava su una pattuglia dell'esercito. Un soldato, investito da una bomba molotov, ha subito estese ustioni. Tra i feriti, anche due poliziotti. il «livello di violenza» non preoccupa ancora le autorità, benché, in alcuni scontri, ieri notte e ancora iersera, i militari inglesi e gli agenti del Ruc (Royal Ulster Constabulary) si siano trovati sotto il fuoco non soltanto di sassi e molotov ma anche di proiettili. La polizia di Londonderry ha dichiarato ieri: «La situazione non è grave-. (L'incendio di tre edifici, il «rapimento» di veicoli, diverse ore di battaglia rientrano in quelle disturbances definite •tollerabili»). Pure a Belfast si dichiara: «Tutto è sotto controllo». Le preoccupazioni sono piuttosto politiche, perché il governo si rende conto che, ad ogni gradino dell'escalation, dovrà affrontare pressioni sempre più gravose e insidiose. A Dublino — dove gli uomini dell'Ira sono stati sempre trattati con ancora maggior durezza che nell'Ulster — i politici comprendono le difficoltà di Margaret Thatcher, ma allo stesso tempo non possono astenersi dall'auspicare una soluzione. Il premier Haughey, senza criticare Londra, ha ricordato che l'Irlanda del Nord «non è più un'entità politica operante*. Se Francis Hughes veniva considerato un «eroe» dall'Ira, era un mcriminale pericoloso e violento* per le forze di sicurezza. Era in carcere con una-.condanna a vita (in realtà, 30-20 anni o meno) per aver ammazzato un soldato nel '78 e per un tentato omicidio. La polizia informa: •Hu¬ ghes, che è spirato a 25 anni, faceva il gunman per l'Ira da quando ne aveva 19. Direttamente o indirettamente, era responsabile di circa trenta uccisioni*. Ai due digiunatoli già in «sciopero» da 53 giorni, Raymond McCreesh e Patrick O'Hara, si è adesso aggiunto, da sabato, Joe McConnell, di 30 anni. E, secondo l'Ira, altri 70 o più sono pronti a 'Sacrificarsi*. Si è avuta anche un'altra vittima, ma per ferite ricevute dopo la morte di Bobby Sands. Un episodio strazian¬ te. Manipoli di giovani cattolici attaccavano la polizia, ma le pietre colpivano anche un lattaio, Eric Guiney, di 45 anni, e il suo figlio di 14 che l'assisteva nella consegna delle bottiglie. Il ragazzo moriva quasi subito: ieri è spirato il padre. Completa questa mesta cronaca la conferma che fu veramente una bomba a esplodere sabato, durante la visita della regina al porto petrolifero di Sullom Voe, nelle Shetland. E l'Ira ne rivendica la paternità. Mario Ciriello