Andro in ospedale Papa Wojtyla conserva la guida della Chiesa

Andro in ospedale Papa Wojtyla conserva la guida della Chiesa Andro in ospedale Papa Wojtyla conserva la guida della Chiesa La prassi vaticana stabilisce che nemmeno in caso di gravi infermità vi siano sostituti - Soltanto il Pontefice potrebbe decidere una delega - Il cardinale Casaroli informato mentre era in volo per New York: ha subito deciso di rientrare CITTA' DEL VATICANO — Anche dal suo letto al « Gemelli», dove giace dopo l'intervento chirurgico seguito all'attentato, Giovanni Paolo II continua a governare la Chiesa e lo Stato Città del Vaticano, del quale è sovrano assoluto. Il segretario di Stato, card. Agostino Casaroli, coadiuva il Papa, come avviene normalmente, nel coordinare l'attività dei dicasteri della S. Sede, delle Nunziature e degli altri rappresentanti pontifici sparsi nel mondo. Casaroli era in volo diretto a New York: via radio, è stato raggiunto dalla tragica notizia quando l'aereo era a un'ora e mezzo dall'arrivo all'aeroporto Kennedy. Ha immediatamente deciso di rientrare a Roma. • Ubi Petrus, ibi Ecclesia*: la frase di S. Ambrogio significa che soltanto dove è il Papa si trova la Chiesa, e che è necessaria la comunione con il Papa per formare la Chiesa. Tuttavia, per estensione, il famoso detto si può simbolicamente applicare, data la eccezionale circostanza, al fatto che la stanza d'ospedale dove il Pontefice è ricoverato è, adesso, il centro vitale della Chiesa universale. Mancano precedenti di attentati cosi seri a un Papa ai quali richiamarsi per la procedura istituzionale da seguire. La prassi, che equivale ad una norma codificata, stabilisce che un Papa conservi il pieno governo della Chiesa anche durante una grave infermità. Lo conserva sino alla morte, quando gli subentra automaticamente, per l'amministrazione ordinaria, il cardinale Camerlengo che è, adesso, il toscano Paolo Bertoli, di settantré anni. Il Papa, tuttavia, delega il Camerlengo quando compie lunghi viaggi che lo tengono fuori di Roma (e d'Italia) per periodi abbastanza lunghi. Cosi ha fatto papa Wojtyla nei suoi precedenti viaggi, mentre Paolo VI delegava il cardinale segretario di Stato, il francese Villot, che cumulava anche la carica di Camerlengo. E' controverso, slnora, se il Papa possa o debba conferire la delega al Camerlengo nel caso di prolungata degenza, per infermità o in seguito all'attentato, che lo privi della capacità di decisione. Alcuni specialisti ritengono che la delega potrà aversi qualora, nei prossimi giorni, papa Wojtyla non possa riassumere completa lucidità. Altri, invece, pensano che in nessun caso, tranne l'ipotesi di morte, sia supponibile la delega. E ciò per due motivi: innanzitutto perché il Segretario di Stato detiene il coordinamento generale del governo della Chiesa ed è perfettamente in grado di interpretare la «mente» del Pontefice con il quale ha condiviso tutte le decisioni sinora adottate e del quale conosce l'orientamento. La seconda ragione è questa: Giovanni Paolo II è ricoverato in ospedale, fuori della città del Vaticano, ma pur sempre in Roma. Il Papa è, innanzitutto, «vescovo*di Roma» e, in quanto tale, vescovo di tutta la Chiesa, cioè Sommo Pontefice. Ne consegue, secondo gli esperti, che non si hanno le particolari circostanze di prolungata assenza da Roma che sono alla base istituzionale della delega al Camerlengo, in via ordinaria. Certo, le conseguenze del- l'attentato, malgrado la prognosi che si apre alla speranza di una rapida ripresa, possono determinare un impedimento più o meno lungo, che potrebbe includere l'incapacità di decisione. In questo caso, non sarebbe esclusa la delega che, tuttavia, deve essere decisa dal Papa, in un momento di lucidità. Le ultimissime notizie dal Policlinico «Gemelli» sembrano confermare che il Papa è perfettamente cosciente, può parlare sia pure con difficoltà. L'unico precedente di un attentato è quello compiuto il 27 novembre 1970 contro Paolo VI, appena disceso dall'ae¬ reo all'aeroporto di Manila, nelle Filippine, prima tappa del suo viaggio in Estremo Oriente. Un pittore boliviano, Benjamin Mendoza y Amor, riuscì a infiltrarsi fra le autorità e i giornalisti e ad avvicinarsi al Papa, nascondendo un pugnale sotto un crocifisso che levava in alto. 1. f.