Un altro leader dell'Ira stroncato dallo sciopero della fame a Belfast di Mario Ciriello
Un altro leader dell'Ira stroncato dallo sciopero della fame a Belfast Francis Hughes, 25anni, digiunava nel carcere di Maze da 59 giorni Un altro leader dell'Ira stroncato dallo sciopero della fame a Belfast DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Dopo Bobby Sands. Francis Hughes. Il secondo digiunatore dell'Ira è morto ieri poco prima delle 18 nel penitenziario di Maze. pochi chilometri a Sud di Belfast. Si è spento prima del previsto, a 59 giorni dall'inizio dello sciopero della fame. Le ferite subite qualche anno fa in uno scontro a fuoco con militari britannici avevano minato la resistenza del suo fisico. I Provisionals hanno cosi un secondo «martire»: e probabilmente non sarà l'ultimo. Altri due prigionieri — Raymond McCreesh e Patrick O'Hara — non toccano cibo da 50 giorni, altri sembrano pronti a seguirli. La morte di Bobby Sands non ha scatenato nell'Ulster la temuta bufera: si sono versate forse più lacrime all'estero che in quella infelice regione. Quale sarà la reazione a questo secondo gradino nella gelida escalation programmata dai Provosf Le previsioni sono rischiose, per il momento si può dire soltanto che i ghetti cattolici di Belfast e di Londonderry torneranno ad essere scena di violenze (già lo sono stati durante la notte), che gli attacchi collettivi o in¬ dividuali contro i militari inglesi e i poliziotti locali faranno purtroppo qualche vittima. Sia perché è il secondo suicida, sia perché Hughes ha sempre occupato un posto più glorioso nella mitologia dell'Ira, la violenza sarà, certo maggiore. Hughes aveva 25 anni e. a differenza di Sands. non era in carcere soltanto per pos¬ sesso di armi. Scontava una condanna a vita (in realtà 30. 20 anni o meno, dipende dalla condotta del prigioniero) per un omicidio e un tentato omicidio. Era ricercato da anni per vari reati, ma è stato catturato soltanto nel '78 dopo un combattimento, durante il quale Hughes ha ammazzato un soldato. Il Provo era rimasto gravemente ferito ad una gamba ed era stato trovato tredici ore dopo, sanguinante, in un fossato. L'atmosfera è dunque tesa, e mille voci martellano e impauriscono l'Ulster: eppure prevale sempre l'impressione che anche questa tempesta passerà senza sconvolgimenti drammatici. Il «dopo-Sands» ha mostrato che l'Ira non riesce né a incrinare la risolutezza del governo britannico (appoggiato dall'opposizione laborista). né ad aizzare le grandi masse cattoliche, stanche sia di lotte che dei Provos stessi. La crisi dilagherebbe se i protestanti scendessero sul sentiero di guerra, ma preferiscono non intervenire nel conflitto. Pochi minuti dopo la morte di Hughes, mentre le prime bombe molotov già esplode¬ vano contro le autoblindo inglesi a Belfast, il governo britannico ha confermato ai Comuni di essere irremovibile, «//abbiamo detto e lo ripetiamo — hanno dichiarato vari portavoce —. non concederemo status politico ai prigionieri, anche se lo sciopero della fame continuerà e altri carcerati perderanno la vita. E' un ricatto al quale non possiamo cedere-. Certo. Londra si troverà, nuovamente sotto molte e diverse pressioni: ma. allo stesso tempo, è cresciuto ovunque, all'estero, il numero, di coloro che comprendono il suo atteggiamento. L'Inghilterra non può dare nobiltà politica alla campagna dell'Ira perché perderebbe immediatamente la fiducia della maggioranza protestante, i cui «ultra.» si lancerebbero allora nella lotta dilatandola e arroventandola: che è quanto vogliono i Provos. Margaret Thatcher non si comporta diversamente da come si comportò negli Anni Trenta nella Repubblica irlandese il premier De Valera. il quale, nonostante il suo acceso nazionalismo, lasciò morire di fame, e impiccò, più di un guerrigliero dell'Ira. Mario Ciriello
Luoghi citati: Belfast, Inghilterra, Londonderry, Londra, Ulster
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