Roma: libere le sorelline Silvia e Micol Stanno bene, mezzo miliardo di riscatto di Giuseppe Zaccaria

Roma: libere le sorelline Silvia e Micol Stanno bene, mezzo miliardo di riscatto Finito l'incubo, dopo sessantaquattro giorni di prigionia, sotto una tenda, quasi al buio Roma: libere le sorelline Silvia e Micol Stanno bene, mezzo miliardo di riscatto «Sono molto orgogliosa — ha detto la madre — di come le mie figlie si sono comportate. Mi hanno detto di non avere pianto mai» — Aste pubbliche, collette nelle scuole, aiuti di amici per mettere assieme la somma necessaria perché tornassero libere— La prima richiesta era stata di tre miliardi — Appello del Papa ai banditi ROMA — «Va bene, abbiamo sbagliato persone, ma ormai non possiamo rilasciarle gratis. Siamo un'industria, abbiamo una credibilità da difendere...». Con questa stupefacente affermazione, nel primo contatto telefonico, i rapitori di Silvia e Micol Incardona avevano tolto ogni illusione ai genitori delle due ragazze. All'alba di ieri, dopo due mesi di segregazione in una grotta, le sorelle sono tornate finalmente libere su un'area di parcheggio dell'autostrada nei pressi di Attigliano: tra aste pubbliche, collette nelle scuole, aiuti di amici, vicini, negozianti della zona, i parenti erano riusciti a mettere assieme più di mezzo miliardo. E' stato il prezzo del primo sequestro a riscatto collettivo della nostra storia criminale. Alla metà di marzo, subito dopo il rapimento (Silvia, quattordici anni, e Micol. di nove, erano rimaste sole il pomeriggio del 12 nella loro villa di Formello) era arrivata una richiesta di tre miliardi, somma che mai il padre delle ragazze, un ingegnere di 49 anni, avrebbe potuto mettere assieme. Felice Incardona è direttore di una ditta di apparecchiature elettroniche: i banditi avevano creduto che ne fosse proprietario. Ma neanche più tardi, dopo informazioni più accurate, i rapitori avevano desistito: visto che la famiglia era solo benestante, si sarebbero accontentati di un miliardo, non un soldo di meno. Da quel giorno, il sequestro delle due ragazze si era trasformato, e non soltanto a Formello. in un fatto collettivo. Vendendo la loro villa e quanto altro possedevano, a malapena gli Incardona avrebbero potuto raggiungere i cento, centocinquanta milioni. Al liceo scientifico «Paolo Orlando», quello frequentato da Silvia, erano cominciate le collette e le preghiere (l'istituto è dei padri Pallottini: anche ieri mattina, quando con diverse ore di ritardo è giunta la notizia della liberazione, si stava celebrando una messa per il loro rilascio). La disperazione, l'impossibilità dei genitori di far fronte a una richiesta cosi enorme, aveva colpito anche il Papa: il 22 aprile, durante un discorso ai fedeli, anche Karol Wojtyla aveva chiesto ai banditi di «ascoltare quella scintilla di umanità che non può essere spenta nei loro cuori», rilasciando le rapite. Poi. anche la disperazione era stata trasformata in spettacolo. Prima, con l'appello che don Licio Boldrin. parroco divenuto popolare coi telequiz, avrebbe voluto lanciare dalla televisione di Stato. Poi. con le polemiche seguite al bisticcio col presentatore. Infine, con l'annuncio di un'asta che gli Incardona avrebbero tentato attraverso un'emittente privata. La famiglia vendeva i quadri che le erano rimasti, quelli che le erano stati donati da artisti e gallerie. Che qualcosa si stesse muovendo, si è potuto capire solo una settimana fa. attraverso un invito rivolto da Felice Incardona agli amici: bisognava tacere, in attesa che «alcune variabili» si decidessero a combaciare. E questo deve essere accaduto tre. quattro giorni fa. nella comprensione di Ferdinando Imposimato. giudice istruttore che in casi meno drammatici aveva applicato con successo la «linea dura», sequestrando i riscatti. Cosi l'altra notte Silvia e Micol (tenute sempre al buio, sotto una tenda, probabilmente piazzata in una grotta) sono state caricate dai banditi su un'auto: dopo quasi tre ore. si sono viste liberare su un piazzale dell'Autostrada del Sole, nei pressi di Attigliano. Hanno detto loro di attendere il padre. Alle quattro. Felice Incardona ha ricevuto la chiamata che gli indicava il luogo'del rilascio. Le ragazze stavano bene: i genitori le hanno trovate solo un po' infastidite dalla luce, cui non erano più abituate, e leggermente ingrassate. Poi, nel pomeriggio, mentre Silvia e Micol erano state mandate in un posto più tranquillo, i genitori hanno ringraziato tutti con una breve conferenza stampa, nella loro casa di Formelle Nessun accenno alla somma pagata, nessun particolare: solo tanta commozione. I «Sono molto orgogliosa — ha I detto la madre di Silvia e Micol. Anna — di come le mie fi\glie si sono comportate. Mi | hanno detto di non aiwr pianj to mai». Giuseppe Zaccaria ll d Roma. Amiche della famiglia Incardona con i giornalisti dopo la liberazione delle due sorelline

Luoghi citati: Attigliano, Formello, Roma