Casirati tace, ma Fioroni racconta chi era Saronio di Marzio Fabbri

Casirati tace, ma Fioroni racconta chi era Saronio Casirati tace, ma Fioroni racconta chi era Saronio Le parole del professorino non sono piaciute ai legali della vittima - Come si parlò del sequestro e si passò «dall'orrore alla tragedia» - La milizia in Potere operaio e il viaggio in Usa MILANO — «Ecco, è stato in quei giorni che per la prima volta sentii parlare del sequestro Saronio». Carlo Fioroni parla da poco più di un'ora al processo per il rapimento e l'uccisione del suo migliore amico, cui ha preso parte. Sta arrivando alla fase più drammatica della sua vita, quella che a suo dire lo ha segnato profondamente e forse è anche all'origine del suo pentimento e quindi delle sue rivelazioni, ma i giudici lo interrompono perché si è fatto tardi. In apertura di udienza c'era stata una sorpresa. Chiamato i all'interrogatorio. Carlo Casi! rati, anello di congiunzione tra «politici» e «comuni», pentito anche lui. ma solo a metà, non accetta di rispondere alle domande della Corte. Nervoso, aspetta qualche istante a fare la sua dichiara- zione. Quando il presidente gli domanda «perché e in quale modo si mise in contatto con i politici», si decide e motiva: «Ho detto cose die hanno coinvolto tante persone e altre ne potranno coinvolgere. In questa sede la mia dignità non mi consente di parlare contro chi non è presente. Vorrei essere posto a confronto con le persone che ho accusato». Il presidente Cassone insiste e gli avvocati intervengono per far rispettare la volontà di Casirati. Perché questa decisione di tacere? L'impressione è che non sia una scelta definitiva: solo che Casirati e i suoi avvocati intendono scegliere il momento per parlare senza rischiare di essere schiacciati dall'ombra di Fioroni. Si dà lettura delle dichiarazioni rese da Casirati in carcere e per la prima volta in pubblico si racconta come Saronio mori meno di un'ora dopo il sequestro a causa del tampone di narcotico premutogli sulla faccia. Fu Fioroni a fornirlo, dopo averlo ottenuto dal medico Dario Pancino, dice Casirati. Fioroni e gli altri «politici» (meno i due carcerieri dei quali non intende fare i nomi) rimasero sempre all'oscuro della morte dell'ostaggio, aggiunge, anche se alcuni sospettarono quel che era avvenuto. Fu Fioroni, però, ad aiutarlo a scegliere il posto adatto per l'agguato. Null'altro di totalmente nuovo nelle sue confessioni, salvo forse l'accusa di avere partecipato all'omicidio dei due missini della federazione padovana di via Zabarella (primo delitto terroristico in Italia) estesa anche ad Antonio Bellavita. Questi è stato poco dopo chiamato in causa anche da Fioroni come l'uomo che era incaricato di arruolare nelle Br gli sbandati degli altri gruppi dopo la morte di Feltrinelli. Quasi rannicchiato sulla sedia. Fioroni fa puntare su di sé l'attenzione. Parla quasi con ricercatezza, proprio da «professorino», anche se la voce nasale non è gradevole. Si parte dal '71. quando l'in¬ gegnere era simpatizzante di «Potere operaio», poi via via «fa parte della rete d'appoggio ma è molto fidato», «diventa militante», «ha un breve incontro di natura politica con Toni Negri», «inizia una attività logistico informativa all'interno della struttura clandestina». Poi va in America dove prende contatto con non meglio identificati esponenti di «Potere operaio» in Usa e quando torna riprende l'attività. Prima di partire aveva accompagnato Fioroni in Svizzera anche a un incontro con terroristi tedeschi. Gli avvocati della famiglia Saronio probabilmente si preparano a reagire alla figura dell'ucciso che esce da questo racconto. Il professorino esita un attimo. «C'è anche un episodio personale che mi secca di dover riferire pubblicamente». Poi si decide e non è gran cosa: Fioroni sostiene di avere aiutato la fidanzata a raggiungere Saronio in Usa per qualche tempo Fioroni accenna solo al fatto che la ragazza di Saronio era sul punto di essere accolta nella struttura clandestina dato che era «provata», ma i giudici non lo fanno precisare. L'interruzione giunge a questo punto: quando si sta per passare «dall'orrore alla tragedia» per usare una immagine del professorino. Marzio Fabbri

Luoghi citati: America, Italia, Milano, Svizzera, Usa