Peci conferma tutto e accusa Spazzali i br urlano minacce e lasciano l'aula di Claudio Cerasuolo

Peci conferma tutto e accusa Spazzali i br urlano minacce e lasciano l'aula Peci conferma tutto e accusa Spazzali i br urlano minacce e lasciano l'aula Anche l'avvocato se n'è andato e oggi replicherà - Il terrorista lo ha indicato ai giudici come «contatto tra detenuti e clandestini» - Saranno eliminati i vetri antiproiettile delle «gabbie» TORINO — A una settimana esatta dall'inizio del processo che si celebra alle Vallette contro i 73 appartenenti alla colonna torinese delle Br. Patrizio Peci, il grande accusatore, è venuto in aula. Pallidissimo, ha affrontato la gabbia, i flash dei fotografi, l'ira dei tre osservatori che il gruppo dei duri aveva lasciato nella gabbia n. 4, dopo aver abbandonato l'udienza per protesta. Si è preso una pesante bordata di insulti da Gagliardo, Nadia Ponti e Nicola D'Amore. Ha confermato le accuse che aveva fatto negli interrogatori subito dopo la cattura nel febbraio dell'80. ha precisalo particolari che magari serviranno ad alleggerire la posizione di alcuni imputati minori. Ha chiarito senza mezzi termini la posizione di altri, come l'avvocato Sergio Spazzali, che, secondo lui, facevano da tramite tra i clandestini dell'organizzazione e i brigatisti catturati. Il gruppo dei 19 «duri», firmatari del comunicato n. 2. che ieri hanno annunciato di aver distrutto altre dieci celle alle Vallette (l'altro ieri ne avevano danneggiate sei), continua a minacciare, a protestare. Ma il presidente della corte Guido Barbaro riesce a superare ostacoli dopo ostacoli con le sue ordinanze. Già oggi, alla sesta udienza, conta di chiudere la fase degli interrogatori sentendo l'avvocato Spazzali. Sarà un'altra giornata «calda», ma il processo fila via veloce e con questo ritmo potrebbe concludersi entro la fine di giugno. Questa la cronaca della movimentata udienza. Non appena entra la corte Nicola D'amore e Vincenzo Guagliardo, riconosciuto leader dei detenuti, protestano perché non sono stati tolti i vetri tra le gabbie. Barbaro dispone che per ogni gabbia sia consentita la presenza di non oltre 18 imputati. Trasmette una copia dell'ordinanza al presidente del tribunale affinché i vetri antiproiettile siano eliminati nel più breve tempo possibile. A nome di tutti Guagliardo afferma che «la rivoluzione non si può processare: la parola adesso è alle armi!*. I detenuti se ne vanno lasciando tre osservatori. L'avvocato Sergio Spazzali resta anche lui nella gabbia n. 4. Barbaro interroga l'imputata a piede libero Maria Cristina Vergnasco, moglie del biellese Mauro Curinga, nell'orto della cui abitazione a Candelo era nascosto l'arsenale di armi ed esplosivo delle Br. Breve interruzione dell'udienza per consentire l'uscita dei detenuti che protestano. Quando si riprende, i fotografi accorrono verso la gabbia n. 1 davanti alla quale fanno muro i carabinieri del servìzio d'ordine. Entra Patrizio Peci. Nell'aula dell'assise la tensione raggiunge il massimo. Dalla gabbia n. 4 Guagliardo, Ponti e D'Amore urlano insulti: «Finché c'è lui in aula noi non possiamo stare qui». «Andate via anche t»oi», grida D'amore rivolto ai parenti dei detenuti che si trovano oltre le transenne del pubblico (qualcuno se ne va). Peci, visibilmente nervoso, passeggia su e giù per la gabbia. Esce anche Spazzali. Bar¬ baro lo ferma: «Aiwocato Spazzali, sarebbe meglio che lei restasse». Spazzali: «Presidente è soltanto un problema di stomaco, perché non ho fatto colazione». Ancora grida dei familiari dei detenuti poi torna la calma. Barbaro domanda a Peci se intende modificare le precedenti deposizioni. «Sui fatti nessuna modifica — replica Peci —. Soltanto precisazioni». Barbaro riassume a grandi tratti la vicenda processuale di Peci, dalla cattura nel febbraio dell'80 al suo primo col¬ loquio con i magistrati. Per l'organizzazione é un colpo gravissimo. Nello scontro a fuoco con i carabinieri in via Fracchia a Genova, cadono quattro militanti. Gli arresti si susseguono a decine. Si scopre l'arsenale militare delle Br sepolto negli orti delle abitazioni del Curinga e del Corli a Biella. Peci fa il nome di un «piellino» che voleva entrare nelle Br. Roberto Sandalo, e con la sua cattura anche «Prima linea» viene disgregata. L'unico nome che Peci non vuole ricordare è quello di Maria Rosaria Roppoli. a cui era legato sentimentalmente. La donna si autoaccusa, consegnandosi ai carabinieri. Nel processo alle Vallette è passata dalla parte dei duri. Conclusa la lettura dei verbali. Barbaro dà la parola ai legali. Si chiariscono le posizioni di alcuni imputati minori: la brevissima militanza di Mario Contu nell'organizzazione, la «dissociazione» dalle Br di Marco Ognissanti e Leonardo Policastro. la richiesta di Livio Scanzio. che aveva affittato un alloggiocovo delle Br. di avere incarichi «meno gravosi» nell'organizzazione. Peci non ha difficoltà a precisare. La sua memoria è un archivio di nomi e circostanze. L'attenzione si sposta sull'avvocato Sergio Spazzali, che dopo aver difeso per anni nei processi i brigatisti, è ora detenuto con l'accusa di far parte dell'organizzazione. «Gli avvocati Edoardo Arnaldi (che si uccise a Genova al momento dell'arresto) e Spazzali erano da tempo nelle Br — ha detto Peci. — Era una cosa scontata che i due avvocati fossero un punto di riferimento per tutti i militanti arrestati, non solo per la difesa, ma per dare notizie all'esterno, tenere i contatti tra detenuti e clandestini». Barbaro domanda: «Quando lei era a capo della colonna ha mai avuto contatti con Spazzali?». «No», risponde Peci. Prima di andarsene Peci fa una dichiarazione: «Ho parlato per tre ragioni: per evitare ad altri compagni una strada che non ha ine d'uscita e che porta soltanto alla morte in carcere: perché non fossero commessi altri delitti e per impedire che lo Stato, reprimendo la lotta armata, tolga spazi di libertà. L'organizzazione Prima linea, molto più numerosa delle Br, si è resa conto del fallimento del partito armato. E' mancato il consenso della classe operaia. Oggi il gruppo dei detenuti che mi accusa di tradimento tende a sminuire il mio ruolo, cercando di recuperare i compagni che hanno fatto la mia stessa scelta. Per l'organizzazione essi sono comunque destinati a restare compagni di serie B». 754 Oggi, sesta udienza, si concludono gli interrogatori. Spazzali replicherà a Peci. Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Biella, Candelo, Genova, Torino