Paura in Borsa a Parigi sospese le contrattazioni di Mario Pirani

Paura in Borsa a Parigi sospese le contrattazioni Paura in Borsa a Parigi sospese le contrattazioni DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PARIGI — La partita sul piano economico-sociale si gioca subito, nelle prime settiviane precedenti le elezioni di giugno. Rinviando alla nuova Camera le grandi riforme annunciate, il nuovo piano economico, le nazionalizzazion' di alcuni grossi gruppi, Mitterrand si dovrà muovere con alcune misure di effetto immediato per consolidare il successo ed assicurarsi una maggioranza parlamentare. Ma il crinale su cui procedere è strettissimo: da un lato far corrispondere ai fatti almeno alcune delle promesse elettorali, dall'altro agire in modo da non compromettere, fin dalle prime battute, l'equilibrio economico e monetario, non scatenare l'inflazione, non provocare il crollo del franco e, quindi, non spaventare la larga aliquota di ceti medi che domenica hanno votato socialista. Gli avversari sono entro e fuori le mura del campo mitterrandiano. Dall'esterno, in primo luogo, la grande borghesia finanziaria ed industriale che si riconosceva in Giscard ha già cominciato a tracciare un quadro drammatico del prossimo futuro e a alimentare un clima di allarmismo che dovrebbe ricon| durre alla «saggezza» il corpo elettorale chiamato fra qualche settimana a una prova d'appello decisiva. «Le Figaro», il grande giornale della destra ufficiale, non ha perso tempo ricordando che «le politiche di sinistra in Francia non sopravvivono a lungo: nel 1924 il cartello delle sinistre, nel 1936 il fronte popolare. Dopo 12 o 15 mesi si è tornati al semplice buon senso. Durante un anno si vuotano le casse. Dopo di che s'incarica la destra di riempirle di nuovo». Il giornale non si è limitato a questo ruolo di Cassandra ma ha tracciato una strategia che sfiora l'aggiotaggio e il sabotaggio economico: «L'economia francese — scrive — crollerà nell'inflazione, da questa mattina gli imprenditori hanno le gambe tagliate, alla Borsa non saranno possibili le quotazioni tanto numerosi saranno gli ordini di vendita. E come domandare a dei risparmiatori che hanno sottoscritto dei titoli francesi di mantenere il loro sangue freddo quando sanno che queste società saranno nazionalizzate?». Analoghe previsioni per il franco: «Le divise mancheranno e le barriere doganali verranno innalzate». Queste parole d'ordine irresponsabili hanno trottato pronto ascolto: anche se le in- ! dustrie minacciate da una possibile e ancora indecisa nazionalizzazione sono solo nove, una ondata di vendite senza contropartita ha sommerso tutti i titoli francesi. Agli ordini di vendita provenienti dall'interno si sono aggiunti quelli di Neiv York e di Londra: a questo punto le quotazioni sono state sospese e la seduta di Borsa rinviata all'indomani. L'oro, di contro, è salito dell'8-10%. Molto più calmo il mercato dei cambi: il franco ha perso meno del 2,5% senza intervento delle Banche centrali. Barre, frattanto, ha dato ordine di rafforzare il controllo alle frontiere contro il contrabbando di capitali. Se da destra la svolta si manifesta in termini cosi tesi, Mitterrand può sperare di rìcondurla entro limiti meno traumatici solo a condizione di riuscire ad attuare le misure previste senza subire i ricatti estremistici della sua sinistra impersonata dalla Cgt (la Confederazione generale del lavoro), diramazione sindacale del pcf. Ma il suo segretario generale, Georges Seguy, non ha perso tempo ed ha subito preannunciato «un'era di negoziati e rivendicazioni in Mario Pirani (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Persone citate: Barre, Georges Seguy, Mitterrand

Luoghi citati: Francia, Londra, Neiv York, Parigi