Il «professor» Monti ricordato nell'aula magna del suo liceo di Renato Rizzo

Il «professor» Monti ricordato nell'aula magna del suo liceo Al D'Azeglio convegno sul maestro di letteratura e di vita Il «professor» Monti ricordato nell'aula magna del suo liceo Sottolineati l'impegno educativo, la linearità politica e la profondità dello scrittore - Oggi la conclusione a Monastero Bormida Non c'era, forse, luogo più vivo ed emozionante dell'aula magna del D'Azeglio, cosi carica di memorie e ricordi, per commemorare Augusto Monti nel centenario della sua nascita. In questo liceo, infatti, egli fu maestro di letteratura e, più ancora, di vita per generazioni di studenti: esempio di lavoro e di coerenza, fermo nell'impegno, come diceva Piero Gobetti, di 'Vivere la scuola classica come fattore di modernità». Massimo Mila, uno dei 'ragazzi della banda» (cosi Monti chiamava i suoi studenti che. negli anni bui del fascismo, avevano dimostrato il coraggio d'una scelta difficile) ha affermato anni fa: «Siamo una confraternita di gente per cui essersi scontrati in quell'uomo e nel suo insegnamento vuol dire averne riportato un'impronta che non si cancella». Al convegno organizzato dal Centro studi piemontesi e che si concluderà oggi a Monastero Bormida, paese natale del «professore», ha preso parte ieri pomeriggio anche Norberto Bobbio il quale ha portato, fra le relazioni su Monti educatore e scrittore, i suoi emozionati ricordi di ginnasiale all'esame d'ammissione al liceo davanti a questo insegnante che lo interrogava sui Dialoghi di Luciano. Gli interventi degli studiosi hanno ripercorso l'intero prisma della vita del 'maestro-scrittore» sottolineandone l'impegno educativo, la linearità politica, la profondità di letterato, la vivacità di narratore: 'Autore d'un viaggio nelle memorie — lo ha definito Barberi-Squarotti parlando dei "Sansòssl" — che, però, attraverso l'uso costante dell'ironia, riesce a tenersi al di fuori dei sentimenti e delle vicende senza deformare i personaggi». Di Monti ha voluto cogliere l'insegnamento morale ed esistenziale che rifugge da nostalgie antiquarie e dal patetismo, mettendone in evidenza l'atteggiamento 'avventuriero» di chi, nonostante le difficoltà proposte dalla vita, sa trovare fiducia -nel positivo che ogni giorno porta». Piemontese ricco di pudori e di spinte illuministiche. Monti dovette subire critiche per quelle che vennero definite -intemperanze giacobine», ma non gli vennero mai meno intransigenza e sincerità: in politica come nei rapporti umani. Emblematico, a questo proposito, il suo legame culturale ed affettivo con Pavese teso a continuare «un discorso aperto negli anni del liceo». Attilio Dughera ha ricordato, attraverso l'analisi di 36 lettere (34 inedite) scambiate fra il 'professore» e -l'ex-allievo» dal 1927 all'inizio degli Anni 50, la pacata vena polemica di Monti nei confronti dello scrittore che indulgeva all'estetica dimenticando troppo spesso l'etica. 'Queste lettere, definite dallo stesso Pavese "campioncini d'antologia", ci mostrano un Monti che, liberatosi dei "paludamenti curiali" del romanziere, indossa quelli di "giullare della penna" in un effervescente riconcorrersi di motti arguti e riferimenti popolari senza, però, mai perdere l'autorità del Maestro». Altri interventi del convegno hanno inquadrato l'attività del romanziere: Franco Contorbia ha parlato dei rapporti con le riviste fiorentine del primo '900; Claudio Marazzini della -letterarietà linguistica di un anti-letterato» ponendo Monti fra Faldella e Pavese: Angiola Ferrarsi ha proposto un'analisi della storia e della poesia nell'universo narrativo de -ISansòssl». Oggi, a Monastero Bormida, questa vita di rigore e chiarezza mostrerà la sua faccia -politica»: -Resistenza senza eroi: la sua "scuola" dal carcere» è il titolo della relazione che terrà su Monti anti-fascista Riccardo Massano Renato Rizzo

Luoghi citati: Monastero Bormida