Servitù militari su 18 mila ettari

Servitù militari su 18 mila ettari Caserme e poligoni per i tiri Servitù militari su 18 mila ettari Come superare il pesante handicap e i ritardi negli indennizzi agli agricoltori Si è discusso a Roma, nei giorni scorsi, delie «servitù militari», cioè di quelle zone che, pur essendo inserite in perimetri comunali, godono di una vera e propria extraterritorialità: vi comandano i militari. Sono caserme, poligoni di tiro, aree per esercitazioni. Che sono tagliati fuori totalmente o in parte da qualsiasi capacità di produzione agricola o di intervento turistico e ciò dà fastidio alla maggior parte dei Comuni e delle Regioni. Pur riconoscendo l'importanza del compito cui sono destinate, le Regioni, come ha spiegato il presidente del Piemonte, Enrietti, all'incontro romano, ritengono che sia ora di risolvere i problemi territoriali creati da gran parte di queste aree. Dice: 'Proprietà demaniali, servitù, poligoni sono venuti a trovarsi all'interno o ai margini di grandi e articolate conurbazioni: si pensi per esempio all'area torinese e a quella biellese. Altre aree utilizzate per i tiri, pur lontane dai centri abitati, vedono ora sorgere conflitti tra l'utilizzo militare e l'avvio di nuove funzioni turistiche o la ripresa di attività agricole e silvo-pastorali». Allora, quante sono in Piemonte queste aree? E dove sono collocate? Non sono molte: 18 mila ettari circa, cioè 180 chilometri quadrati sui 25.399 della superficie totale piemontese. Ci sono quattro grossi poligoni permanenti: a Candelo-Massazza, Lombardore, Beiiinzago e Rovasenda. Poi ci sono una ventina di poligoni occasionali sui quali si svolgono esercitazioni con armi individuali e di reparto, tiri con mortai e artiglieria. Sono a Cuzzago Nibbio - Premosello, Tavernette - Cumiana, Oulx, Scrivia - Novi Ligure, Pian dell'Alpe - Fenestrelle, Punta Tamerla - Frabosa Sottana, Ca' Dolce - Cuneo, Pocapaglia, Gaiola - Demonte, Monte Luvot - Varallo Sesia, Monte Frioland - Bagnolo, Monte Castello di Quarzina (Ormea), Colle Maurin, Colle del Mulo e Pratorotondo in zona di Acceglio, Pian Madoro - Limonetto, Gran Dubbione - Plnasca, Besimauda - Peveragno. In questi ultimi poligoni la servitù è temporanea e i «disturbi» provocati a contadini e pastori vengono indennizzati. Per esempio, nel Cuneese, quando una certa zona viene scelta per i tiri d'artiglieria, i pastori vengono fatti sgombrare. Ciò significa far scendere più a valle mandrie anche di cinquecento capi, con problemi di pascolo, di ricovero, di mungitura, di raccolta e lavorazione del latte. Se i tiri durano una settimana, tra preparazione e bonifica ce ne vogliono almeno altri 10-12 e ciò significa abbandonare gli alpeggi per una ventina di giorni. 'Ci indennizzano —dicono i pastori —ma quanto tempo ci vuole per ricevere i soldi e il danno non è mai adeguatamente compensato'. Perciò pubblici amministratori di Comuni e di Comunità montane vedono con soddisfazione l'inizio di questi colloqui tra politici e militari. E sperano in risultati positivi (del resto a Torino già ci sono stati: basti l'esempio dei giardini e della caserma La Marmora e della caserma Podgora che dalla proprietà demaniale sono passati a quella comunale mediante scambi). d. garb.

Persone citate: Enrietti, La Marmora, Pocapaglia