Provocatori ignoti uccisero la Masi

Provocatori ignoti uccisero la Masi Sentenza dopo 4 anni di indagini Provocatori ignoti uccisero la Masi Scagionate le forze dell'ordine che il 12 maggio 1977 intervennero nei tafferugli durante una manifestazione radicale a Roma - Chi sparò? ROMA — Con la dichiarazione di non doversi procedere per essere rimasti ignoti i responsabili del reato, si è conclusa dopo quattro anni di indagini l'inchiesta giudiziaria sulla morte di Giorgiana Masi, la giovane uccisa la sera del 12 maggio del 1977 mentre incidenti erano in corso nei pressi di ponte Garibaldi. Gli scontri avvennero in occasione di una manifestazione promossa dal partito radicale per celebrare il secondo anniversario della vottoria al referendum sul divorzio. La sentenza è stata firmata dal giudice Claudio D'Angelo, che in questi anni ha svolto una minuziosa indagine nel vano tentativo di identificare i responsabili dell'uccisione della giovane Masi. Nella prima parte della motivazione della sentenza, contenuta in 46 pagine, il magistrato ricorda che la manifestazione radicale avvenne in un periodo in cui il prefetto di Roma aveva proibito qualsiasi dimostrazione. Esclude la fondatezza delle ipotesi espresse nelle denunce presentate dagli esponenti del partito radicale, i quali avevano, in sostanza, sostenuto la tesi di una responsabilità delle forze di polizia inviate a fronteggiare i manifestanti. Scrive il dottor D'Angelo: «Se si fossero effettivamente verificati i denunciati episodi di irresponsabile violenza a mano armata da parte delle forze dell'ordine contro i dimostranti, che si volevano far apparire bersaglio di cinici e spietati colpi di arma da fuoco, si sarebbero avuti nelle adiacenze di piazza Navona decine di morti, attesa la durata degli scontri che per tutto il pomeriggio tennero seriamente impegnate le forze del- l'ordine. Invece negli atti non v'è traccia di un solo ferito durante i suddetti scontri e l'esplosione a scopo sicuramente intimidatorio di qualche colpo di arma da fuoco non ha nulla a che vedere con la tragica morte della povera Giorgiana Masi». Nella sentenza si riconosce che sul luogo degli incidenti si trovarono anche agenti in borghese al comando del commissario Carnevale. Ma il loro intervento fu successivo all'inizio degli scontri. Nessu na responsabilità, poi. si può attribuire ad una pattuglia di vigili urbani, che era sul luogo «in periodo antecedente alla apparizione delle forze dell'ordine». «E' netta sensazione dello scrivente — afferma infine il magistrato — che mistificatori, provocatori e sciacalli (estranei sia alle forze dell'ordine sia alle consolidate tradizioni del partito radicale, che della non violenza ha sempre fatto il proprio nobile emblema), dopo aver provocato i tutori dell'ordine ferendo il sottufficiale Francesco Ruggero, attesero il momento in cui gli stessi decisero di sbaraccare le costituite barricate e disperdere i dimostranti per affondare i vili ed insensati colpi mortali, sparando indiscriminatamente contro i dimostranti ed i tutori dell'ordine».

Persone citate: Claudio D'angelo, D'angelo, Francesco Ruggero, Giorgiana Masi

Luoghi citati: Roma