Voleva rapire Piccoli per sgominare le Br di Giuseppe Zaccaria

Voleva rapire Piccoli per sgominare le Br Frezza processato con Viglione per la tentata truffa Voleva rapire Piccoli per sgominare le Br La proposta di un finto sequestro durante il rapimento Moro Chiamati a deporre il generale Dalla Chiesa e il segretario della de ROMA — Il cardinale Poletti e Adolfo Beria d'Argentine nella «direzione strategica» delle Brigate rosse, tre carabinieri nel «commando» di via Fani, un piano pazzesco per bloccare — attraverso un finto rapimento di Flaminio Piccoli — l'intero vertice del partito armato, che una sera d'agosto avrebbe dovuto riunirsi in una villa di Salice Terme. A distanza di tempo, appare ancora più incredibile, eppure notizie e promesse di questo tipo illusero per mesi uomini politici (e forse anche qualche generale) di poter catturare tutti assieme gli assassini di Aldo Moro. Da ieri, gli organizzatori di uno dei più incredibili tentativi di truffa compiuti verso lo Stato, compaiono a Roma in un'aula di tribunale: sono Ernesto Viglione. già direttore dei servizi giornalistici di «Radio Montecarlo», e Pasquale Frezza, teoricamente piastrellista, a metà tra il folle e il truffatore, pronto a inserirsi con storie sempre clamorose nei «casi» di maggiore risonanza (compreso, nei primi Anni 60, quello Fenaroli-Martirano). La novità più interessante della prima udienza, è consistita nella decisione di convocare, per il 20 maggio prossimo, alcuni testimoni di grosso rilievo: il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il segretario della de Flaminio Piccoli. Oscar Luigi Scalfaro, vicepresidente della Camera, l'on. Egidio Carenini, il generale Arnaldo Ferrara, consigliere militare del Presidente della Repubblica, e infine Gian Luigi Melega, il giornalista e deputato radicale che con una serie di articoli sul suo settimanale aveva rivelato lo sconcertante affare. Ieri è toccato a Viglione: a lungo, compostamente, il giornalista ha tentato di chiarire al tribunale le tappe della vicenda. Il truffatore — questa la sua tesi — era soltanto Frezza, lui. durante tutte le misteriose «trattative», non fece altro che trasmettere ai suoi amici, e al suo protettore Flaminio Piccoli, quanto il presunto brigatista gli andava raccontando, prima nella speranza di salvare Moro poi, dopo l'assassinio del leader de, di catturare i capi del «partito armato». Anzi. Viglione non è ancora del tutto convinto che i suoi contatti con Frezza siano stati del tutto inutili. Al tribunale il giornalista ha fatto una lunga dichiarazione, nella quale ha rivendicato il merito di aver indicato per primo Toni Negri come «mente» del terrorismo italiano. Anche questa rivelazione era giunta da Frezza, e aveva trovato — ha detto Viglione — un'autorevole conferma. 'Ne avevo parlato a Piccoli — ha detto l'ex direttore di Radio Montecarlo — e lui ne accennò a Calogero durante un incontro-. Tutto il resto dell'udienza è consistito in un nuovo, particolareggiato racconto del primo «contatto» con Frezza e degli incontri successivi con il senatore Cervone, l'onorevole Carenini (che a più riprese consegnò a Frezza quindici milioni) e perfino delle «consulenze» chieste prima a Dalla Chiesa, poi a Ferrara. La vicenda è nota: il primo «contatto» avvenne tramite Luigi Salvadori, speaker di «Radio Montecarlo», il 6 maggio del '78. quando la prigionia di Moro si avviava al tragico epilogo. Uno sconosciuto offriva un'intervista a Moro, «tradito» dall'interpretazione clie politici e giornali davano delle sue lettere. Poi i primi incontri con Frezza (presentatosi come «Francesco»), i primi rinvìi, l'assassinio di Moro e il mutamento di prospettive. Con altri brigatisti «buoni», Frezza proponeva un «blitz» contro il vertice delle Brigate rosse. Semplicissimo: sarebbe bastato far rapire, naturalmente dai «buoni». Flaminio Piccoli, attendere che il prigioniero venisse portato a Salice Terme, assicurarsi dell'arrivo dell'ideologo del terrorismo, il cardinale Poletti, e poi far intervenire i Lagunari. Oggi toccherà a Frezza, nel suo interrogatorio, spiegare i dettagli di questo avvincente progetto. Giuseppe Zaccaria

Luoghi citati: Ferrara, Martirano, Montecarlo, Roma, Salice Terme