Strane mosse sulla Spagna di Frane Barbieri

Strane mosse sulla Spagna Franchismo, terrorismo e Nato Strane mosse sulla Spagna Negli ultimi avvenimenti spugnoli si corre il rischio di prendere quulche abbaglio. Gli atti di terrorismo sembrano seguire una logica piuttosto essenziale. Tuttavia nella logica si riscontra quasi sempre un tratto illogico. Nell'interpretare gli ultimi attentati per esempio sembra logico che, dopo il mal riuscito golpe militare, gli interessati a destabilizzare il Paese, seminando il terrore, siano di nuovo i golpisti militari. Non è logico però che si uccidano fra di loro. L'altra che logicamente ha l'interesse di ostacolare la normalizzazione dello Stato democratico è l'Età militare. E' illogico che non si accorga come, colpendo i generali, fa il gioco di quanti rivendicano la «mano dura» proprio per rivolgerla contro i baschi e l'Età stessa. L.a logica degli estremisti di sinistra, il fantomatico Grapo, deve essere quella di colpire il potere ad ogni costo. I loro gesti diventano illogici dal momento in cui si scopre che il terrorismo non sposta certamente il potere a sinistra. In Spagna, nei momenti di crisi, si è sempre finiti con il cercare la stabilità a destra. Nel piccolo la regola si è ripetuta anche recentemente con il passaggio delle consegne fra Suarez e Calvo Sotelo. Se si vogliono evitare abbagli, non incorrere nell'illogico inseguendo il filo della logica e non cadere nelle trappole di destra rincorrendo le trame di sinistra e viceversa non rimane altra via che quella di inquadrare gli ultimi avvenimenti spagnoli nel grande gioco strategico sviluppatosi dalla morte di Franco ad oggi attorno alla Spagna. Morto il dittatore, si trattava di affermare la rivalsa della democrazia nei confronti della dittatura, ma si doveva al tempo stesso definire la posizione strategica della penisola sempre più determinante da quando i sovietici si sono messi a dilagare nel Mediterraneo. l.a Spagna è oggi strategicamente una grande Gibilterra, una roccaforte avanzata e un ponte proteso verso l'Africa. Dipende molto dall'uso che se ne vorrà fare, l.a riforma democratica era tendenzialmente orientata verso l'Occidente, in tutte le sue componenti: pure il partito di Cardilo è il più occidentalizzante fra tutti quelli comunisti. Ciononostante l'inserimento della Spagna nell'Occidente non risulta essere un'operazione spontanea, tantomeno meccanica. l.a Spagna si sente Occidente, pretende di aver rappresentato prima degli altri addirittura la civiltà occidentale, ma per la stessa ragione soffre di molte remore che la dividono oggi dall'Occidente, l.a missione storica, per tanti versi messianica della Spagna, è stata combattuta e alla fine ridotta dall'ealtro» Occidente, anzitutto quello anglosassone e gallico. C'è una certa riluttanza perciò di far coincidere il ritorno all'Occidente con l'allineamento puro e semplice sulla politica occidentale, già tracciata dagli altri. Nel cancellare il franchismo non si vorrebbero perdere i tratti e le ambizioni particolari che si ispirano tuttora a quelli storici della Spagna (per molti versi anglofoba, americanofoba ed anche eurofoba). Così si spiega che. pur essendo tutte le correnti politiche in fondo coscienti della necessità di inserire o reinserire il Paese nel mondo occidentale, tutte cercano di evitare l'onore formale di sancire questo inserimento. Suarez si è così dimesso anche per non diventare firmatario dell'adesione alla Nato. Gonzalo, avversa formalmente l'atlantizzazione. ben contento che qualcuno la compia prima che egli abbia conquistato la poltrona del primo ministro. Carrillo respinge sulle piazze la Nato, senza la sua caratteristica foga, sentendosi in fondo più sicuro dietro lo scudo atlantico. Nei disegni di Calvo Sotelo sta un'adesione con il voto rapido, a semplice maggioranza, alla chetichella, senza troppe cerimonie. l.e remore, le riserve storiche e mentali hanno fatto scattare attorno alla Spagna il grande gioco strategico in cui il terrorismo è stato, con i tempi che corrono, una più che logica conseguenza. Non per caso, infatti, riappare con tanta virulenza proprio quando sta per avvicinarsi la scadenza dell'entrata della Spagna nella Cee e dell'adesione alla Nato. Uno dei molivi della nuova offensiva terroristica è certamente quello menzionato tempo fa da Pedini: destabilizzare l'Europa lungo la sua fluida fascia mediterranea. In questo caso, poi: impedire l'europeizzazione a tutti gli effetti della Spagna. Una tensione ed una confusione nel Paese possono avere come effetto il rinvio delle decisioni inerenti la Nato, se non anche la Cee. l.a matrice esterna s'identifica, quindi, fra quanti non desiderano vedere la Spagna diventare la roccaforte dominante il Mediterraneo e l'anello di congiunzione fra lo schieramento strategico occidentale ed il fianco atlantico dell'Africa, dove predomina tuttora l'influenza occidentale, l.a matrici interne vanno di conseguenza ricercate pure fra le correnti antioccidentali in un raggio che. paradossalmente, va dall'estrema sinistra al franchismo. l.a tradizione lerzafortista. africana, filoaraba e terzomondista copre un vasto terreno, senza precise distinzioni di colore, l.e rivoluzioni arabe attraggono tanto le sinistre quanto suscitano entusiasmi anche a destra, tra franchisti e militari (convinti, questi, che la Spagna fosse stata la meglio accettata fra le potenze coloniali). Franco certamente mai sarebbe entrato nella Nato, anche se ne fosse stato richiesto. Come disse ancora prima di morire, i nemici della Spagna erano per lui non uno ma due: il comunismo (ragion per cui concesse le basi agli Usa) e la massoneria (per cui evitava l'occidentalizzazione e perseguiva il miraggio terzomondista). E' poco noto, per esempio, che per non perdere i legami arabi. Franco si era opposto fino all'ultimo, anche dal letto di morte, alla cessione del Sahara al filooccidentale re del Marocco. Sarebbe interessante stabilire se il colonnello Tejero, sparando alle Cortes, pensasse di avvicinare o allontanare la Spagna dall'Occidente e dalla Nato. Frane Barbieri

Persone citate: Calvo Sotelo, Carrillo, Cortes, Pedini, Suarez