Borsa quasi certa a Parigi: Giscard di Paolo Patruno

Borsa quasi certa a Parigi: Giscard Borsa quasi certa a Parigi: Giscard DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — La Borsa continua a giocare Giscard vincente a poche ore dalla sua chiusura settimanale e a due giorni dal voto decisivo per l'Eliseo. Ieri il mercato parigino si è chiuso con una progressione media dell'1.3 per cento, cioè con una «manifesta ripresa» come indicano i bollettini ufficiali. E a riprova di una diffusa calma, il franco si è consolidato (non contro il dollaro «super-star») mentre il mercato dell'oro è rimasto lontano dalle ondate febbrili che preannunciano periodi di crisi e di incertezze. Che cosa ha dato fiducia agli operatori finanziari? Probabilmente è stato «l'effetto-Chirac». cioè l'esplicito appoggio a Giscard formulato mercoledì sera dal leader neogollista. «li mercato è sostanzialmente calmo. Giscard finirà per passare — assicura un esperto boursier che ha visto ben altra agitazione attorno alla corbeille — c'è stato un po' di inquietudine soltanto nei giorni scorsi, specialmente da parte dei piccoli risparmiatori. Quasi non si poteva camminare qui dentro dalla gente, donne e uomini inquieti con il naso all'insù e le orecchie tese a captare qualche voce, qualche indicazione degli operatori per decidersi a vendere il loro piccolo gruzzolo. Ma è stata poca cosa, niente di paragonabile alla grande febbre che aveva preceduto le elezioni del 78». Anche allora la sinistra, seppur divisa, aveva dato l'impressione di poter passare e il panico si era impadronito della Borsa, che in quell'occasione si era sbagliata. Può ripetere adesso quell'errore, anche se di segno opposto? Lo chiediamo a un vecchio agente di cambio. Risponde alzando gli occhi al cielo: «Qui nessuno gioca a fare il profeta. Sappiamo bene che la Francia è spaccata a metà, 50 per cento da una parte 50 dall'altra. E' una frangia ristretta dell'elettorato quella che deciderà tutto. Poche centinaia di migliaia di voti di indecisi, di scontenti, di inquieti. In questa situazione certo che è possibile sbagliare». Ma l'effetto-Chirac non ha dato forse la spinta decisiva a Giscard per superare Mitterrand? chiediamo ancora. «E chi lo sa?», — è la risposta del vecchio operatore. «Bisognerebbe stare nella testa della gente per saperlo. Certo. Chirac ha dato delle indicazioni più precise, può influenzare buona parte del suo elettorato. Ma al limite potrebbe anche indispettire chi ha avuto fiducia in lui quando criticava aspramente Giscard e la sua presidenza. Chissà, tutto è possibile. Anche la vittoria di Mitterrand che pesca voti tra i giovani, promettendo di abolire la tassa sulle moto, fra gli ecologisti, e spera di allargare cosi la sua area elettorale di sinistra». Resta da scoprire allora perchè questa situazione di incertezza, reale e non solo apparente, non si riflette in Borsa. Ieri sono addirittura saliti i titoli delle società «nazionalizzabili» in caso di successo di Mitterrand, che hanno guadagnato tra 4 e 7 punti. Perchè? Ci risponde uno degli agenti più autorevoli: «Gli investitori stranieri continuano a credere nella vittoria di Giscard. Sono loro che acquistano dall'inizio della campagna, salvo qualche pausa come martedì. Più fluttuante è invece l'atteggiamento dei «piccoli», che si agitano per ogni voce sui sondaggi, e che generalmente preferiscono vende» re per paura della sinistra. Infine, ci sono i grossi portafogli e loro restano flemmatici. Hanno già preso le loro precauzioni da mesi, costituendo un'abbondante liquidità. Se passerà Mitterrand, le riserve consentiranno loro di resistere a lungo prima di vendere i titoli che ancora posseggono». Ma questo è il calcolo che possono fare i grossi operatori. E gli altri? Risponde un piccolo risparmiatore, gli ticchi fissi sul tabellone del mercato dell'oro e quello delle azioni francesi : «Non oso pensarci. Io qualche precauzione l'Ito presa. Ma certo sarebbe il panico, la fine, la rovina, la Borsachiusa». Paolo Patruno

Persone citate: Chirac, Mitterrand

Luoghi citati: Francia, Parigi