Spropositi e uomini cavalcanti somari

Spropositi e uomini cavalcanti somari LA LINGUA CHE PARLIAMO Spropositi e uomini cavalcanti somari Chi scrive di linguistica sui giornali è destinato a ricevere lettere che presentano quesiti molto vari. Per parte mia. m'ingegno di rispondere direttamente quando mi viene fornito l'indirizzo. Una sola volta non ho risposto ed è quando ho ricevuto delle contumelie da un professore che non condivideva una mia osservazione. Il titolo di professore in Italia è certamente molto svalutato, tanto che è venuto di moda un altro termine, docente, un tempo riservato a quella categoria di •liberi docenti» la cui soppressione, insieme con quella degli assistenti, è stata cosi funesta che ora si cerca faticosamente dì ripristinarli, sia pure, pudicamente, sotto un altro nome. Dicevo, dunque, del professore al quale non ho risposto, che ha una carta intestata che fornisce qualche utile spunto. La qualifica risulta cosi espressa: -Insegnante latino e greco nei licei classici-. Ora, io penso che sarebbe di buon gusto scrivere: -Insegnante di latino e greco-. Infatti, se noi dicessimo insegnante francese o inglese è evidente che francese o inglese si riferirebbero alla nazionalità e non alla lingua insegnata. Né vale dire che latino non indica più una nazionalità se è vero che popoli latini sono chiamati quelli che si riconoscono come eredi di una civiltà fatta di lingue, tradizioni, istituzioni comuni, per non parlare di greco, tanto che insegnante greco vorrebbe sicuramente interpretato come «insegnante di nazionalità greca». La questione investe più generalmente i participi presenti, molti dei quali sono diventati sostantivi né verrebbe in mente a nessuno di usarli come participi seguiti da un oggetto. Sono di questo tipo supplente, lubrificante, lavorante, ecc. Altri sono aggettivi come sonante (denaro sonante), divertente, assordante ecc. Altri infine, quando si sente in modo precipuo il valore verbale si trovano anche col complemento richiesto dall'infinito: è il caso di comandante il plotone (all'infinito comandare il plotone) ma. poiché il carattere nominale prevale, è molto più naturale usare comandante del plotone. Un'occhiata al Grande Dizionario del Battaglia fa vedere come tutti gli autori citati, da Montecuccoli a Buzzati. usino comandante di. E' questo il caso di insegnante ed in modo particolare perché l'uso verbale si presta ad equivoci del tipo di insegnante ita¬ liano che vorrà sempre dire, senza dubbio, -insegnante di nazionalità italiana ». Per rendere meno incompleta questa analisi, si deve aggiungere che sono da evitare, per questione prima di gusto che di correttezza grammaticale, costruzioni come prisma rifrangente la luce, uomo cavalcante un somaro, atteggiamento riflettente una moda e simili, preferendo prisma che riflette la luce, uomo che cavalca un somaro, atteggiamento che riflette una moda ecc. Sento già un'obiezione: il che è un piccolo strumento che si intrufola un po' dappertutto e la sua ripetizione potrebbe diventare noiosa. Ma qui è il bello: chi cerca di scrivere con qualche proprietà (non si dice eleganza) deve essere capace di evitare una lunga serie di che. Non è poi tanto difficile e spesso, pare impossibile, trattandosi di taglio del periodo, viene in primo piano la punteggiatura, quella punteggiatura alla quale voleva dedicare un trattato nientemeno che Giacomo Leopardi. Sono giunto a dare questi consigli perché, come un altro (e. questo, gentilissimo) corrispondente mi scrive, i lettori chiedono un aiuto per quelli che egli chiama -Manovali della lingua-, cioè quelli che tutti i giorni negli ambienti di lavoro devono affrontare e superare le enormi difficoltà, le ambiguità, le contraddizioni di cui è disseminata la lingua. Certo in Italia si dà troppo poca importanza allo studio della lingua nella scuola media dell'obbligo, nessuna nelle scuole medie superiori dove si leggono (quando si leggono) gli autori ma dove si preferisce sapere (spesso malamente) il contenuto delle opere mentre la spiegazione del testo (cosi diffusa in Francia) è quasi del tutto ignorata. Il mio corrispondente la- menta errori come erratico per «erroneo», espressioni co- me prevaricare il sindacato (forse per «scavalcare»), spro- positi di accento nel mezzi di comunicazioni di massa. La richiesta del lettore è che i principali quotidiani istituiscano delle rubriche per diffondere un uso corretto dell'italiano. Ma francamente il compito di far riflettere sulla lingua é uno dei principali doveri della scuola. Chi scrive sui giornali ed ha competenza in linguistica può dare un duplice aiuto: cercando di scrivere il meno peggio possibile e trattando di argomenti interessanti. Non dimentichiamo che i giornali oggi si leggono anche nelle scuole. Tristano Bolelli

Persone citate: Battaglia, Buzzati, Giacomo Leopardi, Tristano Bolelli

Luoghi citati: Francia, Italia