Loggia P2, inchiesta di Sandra Bonsanti

Loggia P2, inchiesta Loggia P2, inchiesta (Segue dalla l'pagina) confermare il legame fra l'inchiesta romana e quella che la procura di Milano sta conducendo sul sequestro di Michele Sindona e sul materiale trovato nella villa Wanda, residenza aretina del capo della P2. Sembra che sia stato compiuto un confronto fra gli elenchi di Villa Wanda (800 nomi) e quelli di via Vico (i 600). C'è dunque una versione semiufficiale per quell'iniziativa senza precedenti che ha portato i carabinieri a violare il tempio della massoneria, in via Giustiniani n. 5. Le indagini milanesi e quelle romane avrebbero accertato che il finto rapimento di Sindona fu organizzato proprio dai «fratelli., della P2. Il centro operativo di quel sequestro che nell'estate del '79 fece dormire sonni poco tranquilli a alcuni politici e finanzieri ricattabili da Sindona. sarebbe stato proprio a Roma. Si lavora anche sull'ipotesi che l'illustre ..sequestrato» abbia fatto tappa nella capitale, ma le prove di questo soggiorno, a quanto si sa, non sarebbero ancora venute fuori. Licio Gelli ha detto di aver conosciuto Sindona «due mesi prima che lasciasse l'Italia-. 1 magistrati sospettano che sia stato proprio Gelli a consegnargli un passaporto di riserva quando, poco prima del mandato di cattura, il finanziere partì per Formosa. Poi. I quando Sindona era stabilI mente rifugiato negli Usa. ci : fu l'episodio degli «affidavit»: sembra che. dietro a quelle teì stimonianze giurate, rese da i alcuni (Spagnuolo. Orlando. ; la Bonomi Bolchini. e altri) 1 presso l'ambasciata america I na a Roma, ci fosse proprio > Gelli che si dava da fare per impedire il ritorno di Sindona in Italia. Si arriva cosi alla vi cenda del sequestro e anche qui gli inquirenti pensano che | a tirar le fila possa esser stato \ proprio lui. Licio Gelli. con 1 l'aiuto della loggia. Infatti, ] per il sequestro Sindona. Gel | li ha ricevuto una comunica- zione giudiziaria a Milano che parla di «tentata estorsione-. Si potrebbe dunque arrivare ad ipotizzare che la P2. avesse interesse ad avere Sindona «a portata di mano» per compie- re qualcosa che ancora non è chiaro. Girano le parole «estorsione» e «ricatto., ma restano sconosciute le even¬ tuali vittime di quesia operazione. Sindona scomparve da New York il 6 di agosto. Andò a Vienna, poi ad Atene e il 14 agosto si imbarcò, insieme al medico Miceli Crimi (un alto grado della P2) sulla «Sant'Andrea» che li portò a Brindisi. Sindona fini in una villetta vicino a Palermo, dove trascorse un mese e mezzo di vacanza forzata. I magistrati avrebbero stabilito che la destinazione definitiva di quel viaggio doveva essere villa Wanda di Gelli ad Arezzo. Qualcosa, però, si inceppò e. cosi sembra. Sindona non raggiunse mai la Toscana. Per lui, però si mosse Miceli Crimi. il quale potrebbe aver confermato ai magistrati qualche particolare. E. soprattutto, funzionarono i telefoni: esisterebbero registrazioni di telefonate giunte a casa Gelli dalla Grecia e da Palermo. Secondo questa ipotesi, dunque. Sindona venne in Italia sponsorizzato dal gruppo di potere di cui lui stesso aveva fatto parte: sembra che a introdurlo nella P2 sia stato Carmelo Spagnuolo. Ma sembra anche che Sindona non abbia ritirato mai la tessera, e questo per agevolare i suoi affari con il Vaticano. Da quale sede romana fu organizzato il sequestro? Non dal «Centro studi e documentazione per le cooperative europee» di via Vico: risulta infatti che Gelli lo acquistò, a nome della moglie, circa un anno fa. La vecchia sede della P2. in via Condotti, era stata chiusa nel '76. Poi ci furono sedi provvisorie, fra via Cosenza e via Buoncompagni. In tutte. Gelli era affiancato dal generale Picchiotti, fedele esecutore e assistente prezioso ai riti pseudomassonici. Accanto al nome di Sindoi na. qualcuno a Palazzo di Giustizia ha voluto rispolverare il caso Pecorelli. I magistrati hanno deciso di indagare anche sul ruolo che potrebbe avere avuto la P2 negli avvenimenti che portarono alla morte del giornalista. Proprio nell'ultimo numero pubblicato da Pecorelli c'era una specie di avvertimento. Si faceva riferimento a «materiale relativo a presunti collegamenti di alti ufficiali con ambienti massonici-. E gli alti ufficiali, come sembra di capire, avevano una spiccala predilezione proprio per la loggia di Licio Gelli. Sandra Bonsanti