Kissinger propone per l'Italia la ricetta economica di Reagan di Marco Borsa

Kissinger propone per l'Italia la ricetta economica di Reagan Il portavoce del presidente Usa parla agli imprenditori italiani Kissinger propone per l'Italia la ricetta economica di Reagan «Mi meraviglio che tanti intellettuali vogliano il pei al governo» - «Riarmo dell'Europa» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VILLA D'ESTE — Una serie di segnali inequivocabili circa i nuovi orientamenti dell'amministrazione Usa in poliLica estera sul terreno diplomatico, economico e militare, sono stati trasmessi ieri ad un gruppo di uomini di affari italiani dall'ex segretario di Stato. Henry Kissinger, in visita privata in Italia nel quadro di un incontro organizzato dalla Società di studi internazionali, associata allo Studio Ain'orcse'H a Villa d'Este (Como). Benché le dichiarazioni di Kissinger non abbiano alcun carattere ufficiale, circostanza su cui lo stesso Kissinger ha insistito, sono molto significative delle scelte della nuova amministrazione americana nei rapporti Est-Ovest, con l'Europa, il Giappone, i partiti comunisti dell'area occidentale. Kissinger ha invitato gli europei a convincersi della necessità del riarmo non «per fare un favore agli americani — ha detto — ma per difendersi meglio dalla minaccia sovietica». Un riarmo che potrà puntare, anziché sullo sviluppo delle armi nucleari, che chiamano in causa direttamente gli Stati Uniti, sullo sviluppo delle armi convenzionali o nucleari tattiche in modo da riequilibrare le forze con i sovietici in Europa. La politica di riarmo richiede come presupposto «una comune percezione degli interessi strategici» del mondo occidentale e quindi «una forma di coordinamento» che faccia si. ad esempio, che in Medio Oriente non ci sia una politi¬ ca europea e una americana. «Indipendentemente da chi faccia la politica giusta — ha detto — è un suicidio dividere il Medio Oriente con le rivalità tra europei e americani». Quale debba essere poi questa politica comune Kissinger lo ha fatto chiaramente intendere attaccando duramente l'espansionismo sovietico in Africa e dichiarando la propria incondizionata approvazione alle recenti misu¬ re contro la Libia prese dall'amministrazione di Washington. «E' inammissibile — ha detto — che un piccolo Paese di 2 milioni di abitanti si stia annettendo il Ciad e sostenga il terrorismo un po' dappertutto». Una controffensiva diplomatica e militare dell'Occidente nei confronti dell'espansionismo sovietico dovrebbe avere, secondo Kissinger. anche importanti impli- cazioni nei rapporti economici. Rispondendo in particolare ad una domanda sulla costruzione del gasdotto Urss-Europa. che accentuerebbe sensibilmente la dipendenza europea dal gas sovietico, l'ex segretario di Stato ha detto di non essere contrario in linea di principio agli affari con il mondo sovietico ma di ritenere che questi debbano avvenire in una cornice politica chiara e negoziata. «Potremmo chiedere per esempio ai soinetici — ha spiegato Kissinger — in cambio del mantenimento e dello sviluppo dei legami commerciali di ritirare l'Armata Rossa entro i confini dell'Urss e di cessare ogni aiuto e sostegno al terrorismo internazionale». Un fronte comune contro il pericolo russo implica anche, secondo l'ex segretario di Stato, l'ostilità dichiarata all'ingresso dei partiti comunisti nei governi occidentali. Parlando a proposito dei comunisti italiani Kissinger ha dichiarato che, pur non essendo a conoscenza di alcuna dottrina dell'amministrazione su questo problema, si meraviglierebbe molto se gli attuali responsabili di Washington fossero meno ostili alla partecipazione del pei al governo di quanto non lo fossero gli uomini dell'amministrazione Pord. di cui lo stesso Kissinger faceva parte «// pei — ha detto — Tzon è un partito democratico; se dovesse andare al potere non lo lascerebbe più; in politica estera sostiene Marco Borsa (Continua a pagina 2 In prima colonna)