Acqua al mulino della reazione di Ferdinando Vegas

Acqua al mulino della reazione Acqua al mulino della reazione Un altro generale colpito, iin altro duro colpo assestato alla fragile democrazìa spagnola. Scegliendo come vittima l'aiutante di campo del Re i terroristi hanno fatto ancora un passo avanti, si sono portati a ridosso, per cosi dire, di quel sovrano che rappresenta forse l'ultima barriera a difesa della democrazia. Juan Carlos ha dimostrato, la notte del golpe del colonnello Tejero, di non lasciarsi intimidire; non è questione, però, delle sue doti soggettive, bensì di una situazione oggettiva sull'orlo del precipizio. Gli autori materiali degli ultimi attentati sono ovinamente gli strumenti di queste forze; ma di quali forze precisamente si tratta? L'attribuzione della responsabilità ai Grapo (gruppi rivoluzionari antifascisti primo ottobre) o ali 'Età, quindi a gruppi o movimenti di sinistra, significa ancora poco, può anzi servire a intorbidare maggiormente le acque. L'Età, almeno l'Età militare, l'ala più intransigente del nazionalismo basco, ha un meta chiara e locale, il trionfo del separatismo basco, che spera di raggiungere fomentando la sovversione; così si trotta allineata, di fatto, con i Grapo, i quali però perseguono scopi sovversivi che non risulta chiaro a chi giovino. Ma non può essere proprio un caso che i Grapo siano improvvisamente riemersi adesso, come già in altri momenti particolarmente delicati, sempre ricorrendo all'assassinio di generali, nel marzo 1979 e settembre 1980.1 Grapo, insomma, sarebbero quanto meno manipolati da agenti provocatori, cosa certo non insolita negli annali del terrorismo. Chi ha interesse a stroncare ai primi passi la rinata democrazia spagnola è, infatti, la destra reazionaria e sovversiva. Questa è la forza reale che, sapendosi minoritaria nel Paese, cerca di bruciare i tempi, appunto prima che il «miracolo» di una transizione pacifica dalla dittatura alla democrazia si consolidi definitivaviente. Detto in maniera brutale, si fanno ammazzare alcuni generali perché gli altri roi'escino l'ordine costituzionale; cosi infine, come scrìveva il quotidiano neofascista El Alcazar, dopo l'assassinio di lunedì, «la falsa democrazia spagnola sarà sepolta insieme con il generale... // comportamento delle gerarchie militari dopo il tentato golpe dimostra che la loro conversione alla democrazia, per la maggioranza, è molto dubbia; lo stesso sovrano se ne è reso ben conto e da allora conduce una politica assai prudente t'erso i militari. Egli non ignora che nella Spagna i poteri costituzionali non sempre coincidono con quelli che nel linguaggio politico spagnolo si chiamano i «poteri di fatto»; sono questi ultimi che spesso prevalgono e condizionano pesantemente le singole situazioni. Le forze armate sono appunto il «potere di fatto» di maggior peso. Sicché è realisticamente fondato il calcolo di chi punta su di esse, esasperandole, per mu tare la situazione politica. Può darsi che lo scopo sia raggiunto con un colpo di forza; ma questo potrebbe anche risultare superfluo, se la democrazia continuerà a logorarsi, ritirandosi sempre più sulla difensiva con eccessiva timidezza, per non provocare i militari. Lo ha detto acutamente il vicesegretario generale del partito socialista: «I golpisti stanno raggiungendo i loro obiettivi senza bisogno che il golpe riesca». Ferdinando Vegas

Persone citate: Alcazar, Juan Carlos

Luoghi citati: Spagna