Craxi: occorre una verifica per vedere che cosa non va di Ezio Mauro

Craxi: occorre una verifica per vedere che cosa non va Il leader psi esclude che si arrivi a una crisi di governo Craxi: occorre una verifica per vedere che cosa non va «Deve essere approfondita per sapere se si marcia nella direzione giusta» - Rivendicata l'autonomia socialista nella scelta delle alleanze per le giunte - Nella de, approvata all'unanimità la relazione Piccoli - Il pei insiste: unità coi socialisti ROMA — Pressato dalla de, che gli ha chiesto con Piccoli di chiarire quali alleanze sceglierà nelle giunte locali dopo il voto. Craxi ieri ha risposto rilanciando: «Penso che nelle prossime settimane — ha detto al Tgl — dovremo fare una verifica politica e di governo ampia, approfondita, per sapere se si marcia nella direzione giusta e per vedere le cose che non vanno-. Pochi giorni dopo la conclusione del congresso e poche ore prima dell'elezione della nuova direzione del psi. Craxi riprende cosi l'iniziativa e si presenta oggi davanti al Comitato centrale socialista fissando già una prossima scadenza politica per i partiti che sostengono Forlani. A quali risultati porterà questa verifica? Craxi in proposito è sembrato prudente: «Porre problemi — ha precisato al Tgl, riferendosi alla de che ancora ieri in direzione ha discusso i rapporti con il psi — non significa aprire polemiche. Le polemiche sorgono quando si aprono conflittU. Nello stesso tempo, il segretario del psi ha lasciato capire di non considerare ancora all'ordine del giorno la questione della presidenza del Consiglio a un socialista («Da due anni sono inseguito da questo problema, del quale non parlo io e sul quale invece vengo continuamente stimolato a parlare*), mentre ha difeso il quadro politico attuale quando ha ribadito, in toni meno polemici, l'avvertimento già lanciato a Palermo ai repubblicani: «Mi auguro che il congresso del pri si svolga in modo non troppo contraddittorio rispetto alle esigenze della coalizione di governo*. Difficoltà nei rapporti fra le forze politiche, cosi come fra Stato e Chiesa e nella comunità nazionale, potrebbero nascere invece, secondo Craxi, da un successo del referendum che abolisce la legge 194 sull'aborto. Dei referendum. Craxi parlerà anche oggi, nell'introduzione alla riunione del Comitato centrale, convocato per la prima volta dopo il congresso e ancora segnato dalle polemiche nate nelle ultime ore di Palermo sul problema dell'elezione diretta del segretario. Come avevano minacciato al congresso, le sinistre del partito stanno valutando l'ipotesi di non entrare in direzione, non partecipando cosi alla gestione del partito. La corrente di De Martino e Achilli sembra orientata a chiedere precise garanzie pri- ma di decidere; i lombardiani si riuniscono stamane per definire la loro posizione. Mentre riprende il confronto interno, sulla base dei nuovi equilibri congressuali (già venerdì la direzione potrebbe nominare Rino Formica vicesegretario del partito), il psi sfuma sul nascere la polemica con la de. Confermando il suo interesse ad una tregua con il pei «perché i rapporti di aspra conflittualità a sinistra sono dannosi al mondo del lai'oro e alla vita democratica». Craxi non ha infatti risposto alle critiche e agli avvertimenti lanciati ai socialisti da Piccoli nella sua relazione alla direzione de; soltanto, ha voluto riconfermare l'autonomia delle scelte socialiste nelle alleanze locali: «Abbiamo una linea generale, confermata anche dal congresso, linea nota che non può essere modificata: non possiamo racchiudere in una alleanza politica generale i patti che si stipulano in periferia, che mantengono caratteristiche peculiari». Anche la de, d'altra parte, non ha voluto forzare ieri in direzione i toni dell'.avvertimento» al psi. La relazione di Piccoli è stata approvata all'unanimità e al segretario è stato affidato il compito di svolgere le «necessarie iniziative politiche» previste dalla relazione: si tratta di verificare all'interno della maggioranza la possibilità di un'intesa sulla regolamentazione dello sciopero, il riequilibrio di alcuni poteri della magistratura, l'introduzione della «sfiducia costruttiva», l'attuazione della legge sulla presidenza del Consiglio. Unanime nel voto, la direzione democristiana ha discusso la questione socialista con preoccupazioni di tipo diverso. La sinistra del partito ha letto nella relazione di Piccoli «un giudizio positivo sulle scelte di fondo compiute dal psi — come hanno detto Misasi e Beici — ma anche un riconoscimento dei rischi che tale linea comporta». Sul versanto opposto, Bisaglia ha fatto notare che, «se è giusto chiedere ai partiti alleati un atteggiamento coerente e costruttivo negli enti locali», è necessario «che la politica della de sia coerente a se stessa, che si sappiano evitare le tentazioni di intese locali con il pei, e che non ci si lasci andare a una rischiosa concorrenza polemica tra la de e i laici». E Donat-Cattin ha insistito sulla necessità di «non arrivare a polemiche pretestuose o peggio ancora a scontri con il psi». perché la ripresa della collaborazione tra de e socialisti «va salvaguardata». Ai socialisti si rivolge anche il pei. con un articolo di Giorgio Napolitano per Rinascita. nel quale si sottolinea «la non casuale omissione, nell'impostazione del congresso di Palermo, di qualsiasi accenno ai problemi e agli orientamenti attuali del movimento socialista europeo». Proprio «l'amaro risultato» del pcf alle elezioni presidenziali francesi rafforza nel pei la convinzione della necessità «di un coerente sviluppo della scelta eurocomunista», con un impegno «per la ricerca dell'unità con le forze socialiste». Ezio Mauro

Luoghi citati: Palermo, Roma