Oggi a Belfast i funerali di Sands La Thatcher invia rinforzi militari di Mario Ciriello
Oggi a Belfast i funerali di Sands La Thatcher invia rinforzi militari Una fila ininterrotta di irredentisti cattolici ha reso omaggio alla salma Oggi a Belfast i funerali di Sands La Thatcher invia rinforzi militari DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BELFAST — Piccole bandiere nere, umili quadrati di stoffa, in fretta cuciti e in fretta issati, annunciano dai tetti della Belfast cattolica che Bobby Sands scende oggi nella stessa terra che copre i resti di centinaia di altri repubblicani irlandesi. Per chi crede nell'Ira, nel suo braccio politico, il Sinn fein. o anche soltanto nella causa dell'irredentismo, è un giorno di dolore e di gloria: per tutti gli altri, per i protestanti, per le forze di sicurezza e per i cattolici moderati, è un giorno di ansia. Accenderà il funerale nuove e più drammatiche violenze? Sfoceranno le passioni in conflitti sanguinosi? Il mestiere dell'oracolo nell'Ulster è rischioso quanto nel Medio Oriente: tuttavia, pur tra mille timori, prevale l'impressione che la bufera non sarà tale da far breccia nelle •poderose difese dell'esercito e della polizia. Prevale tale impressione perché l'Ira sembra decisa a persistere nella sua strategia politico-psicologica degli «scioperi della fame», senza risfoderare, per adesso almeno, le armi della forza e del terrore. In pochi giorni'. l'Irish Republican Army è riuscito a far piangere milioni di persone in molti Paesi: perché dovrebbe ora distruggere questa commovente «immagine» con sterili gesti militari? Mentre Bobby Sands viene sepolto oggi pomeriggio nel cimitero cattolico di Milltown. nella Belfast occidentale, i medici osservano il sempre più rapido declino, fisico e mentale, del secondo «martire», Francis Hughes, 25 anni, che dopo cinquantadue giorni di digiuno sa che l'appuntamento con la morte è ormai vicino, poco più di una settimana forse. Verso il medesimo abisso scivolano altresì, fieri e battaglieri dopo quarantacinque giorni senza cibo, Raymond McCreesh e Patrick O'Hara. Proprio perché sa che la lotta sarà lunga e insidiosa. Margaret Thatcher. con l'appoggio laburista, ha già annunciato: «Non concederemo mai status politico a dei criminali, quanti che siano gli scioperi della fame». Certo, la morte di Bobby Sands ha attizzato violenze e continua ad attizzarle: ma l'Ira non soffia sul fuoco, non aizza, non mobilita e pertanto i disordini sono facilmente circoscritti e frenati dalle forze di sicurezza. Bobby Sands. questa ennesima tragica figura della storia irlandese, giace in una bara aperta nel salotto della sua casa. Lo abbiamo visto ieri, dopo pochi minuti d'attesa, in una fila incessante di cattolici e irredentisti. L'alloggio dove Sands viveva con la madre e la sorella (la moglie, da cui era separato, abita a Londra) è in una delle tante casette a due piani che formano il quartiere di Twinbrook, un rione nuovo che ha accolto, negli ultimi anni, le famiglie cattoliche fuggite dai ghetti più dilaniati. E' gente umile che attende di offrire l'ultimo saluto al suo «eroe», donne anziane dal viso triste, fanciulle eccitate ma quiete, mamme con bambini. Il salottino è minuscolo, la bara ne occupa il lato verso ìa finestra: attorno tre ragazzi, sull'attenti, nell'uniforme dell'Ira, basco, giubbotto, occhiali neri. Il volto di Bobby Sands è affilato, teso, rigido: e i tentativi di mitigare gli effetti devastanti del digiuno l'hanno forse peggiorato, trasformandolo in un mascherone cereo, con i lunghi capelli incollati alla pelle. Sul petto coperto dal sudario la croce dorata dono del messo pontificio mons. Magee. Pochi piangono, anche i vicini non sembrano avere più lacrime. Durante la notte, seicento militari britannici sono giunti in aereo dall'Inghilterra. Si sono aggiunti agli 11 mila e 100 già sulla scena. E' soltanto una precauzione, dicono le autorità: ma è un successo dell'Ira, che. servendosi di Sands, ha costretto Londra a irrobustire quella sua presenza armata che sperava di diminuire. Può essere considerato un successo dell'Ira anche il sempre più difficile, acrobatico incedere di Dublino che non vuole certo dare la sua benedizione ai provos ma che, allo stesso tempo, deve esortare l'Inghilterra a una maggiore - flessibilità». I rapporti Londra-Dublino già mostrano sintomi di freddezza. Mario Ciriello
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