Non basta l'accordo con il sindacato per far funzionare i servizi postali di Emilio Pucci
Non basta l'accordo con il sindacato per far funzionare i servizi postali Scongiurato il blocco della corrispondenza, non gli scioperi nei trasporti Non basta l'accordo con il sindacato per far funzionare i servizi postali ROMA — L'accordo sul nuovo contratto di lavoro ha scongiurato la paralisi delle Poste. Al ministero si tira un sospiro di sollievo, dopo che sotto Pasqua si era seriamente temuto, in caso di inasprimento della vertenza, un ritorno agli inizi degli Anni 70. quando i sacchi di corrispondenza inevasa si ammucchiavano disordinatamente negli uffici e negli scali ferroviari e quando raccomandate ed espressi venivano recapitati anche con mesi di ritardo. «Adesso invece — sostengono al ministero — il piano di ristrutturazione e ammodernamento potrà marciare più speditamente, dato che sindacati e lavoratori hanno assicurato una maggiore collaborazione-. Proprio ieri, infatti, la commissione della Camera incaricata di un'indagine conoscitiva sulla meccanizzazione postale ha riscontrato alcuni ritardi nell'esecuzione del programma: tra l'altro, sono stati costituiti 18 centri primari anziché 26 per lo smistamento della corrispondenza; 9 centri anziché 13 per i pacchi; 42 edifici per il movimento postale rispetto ai 70 originariamente previsti. «Ma ora — sostengono al ministero — contiamo di recuperare in breve tempo-. Il clima è cambiato e il disegno di un servizio postale in linea con le esigenze di sviluppo della società non appare più un'utopia. Ma l'ottimismo degli ultimi giorni rischia di scontrarsi con una serie di difficoltà obiettive interne ed esterne che tuttora affliggono un'azienda che conta 182 mila dipendenti distribuiti in 14.080 uffici postali e che annualmente tratta oltre 6 miliardi di corrispondenze, 31 milioni di pacchi trasportati e 86 milioni di mandati di pagamento di pensioni (per un totale di 40 mila miliardi di lire). E' chiaro che. di fronte a que- ste cifre e ad una massa cosi imponente di traffico, con un'utenza non più disposta a subire un disservizio cronico, un solo intoppo può mandare all'aria il migliore dei piani di rilancio. Tanto più che gli ostacoli non sono pochi e vanno dagli scioperi nei trasporti all'assenteismo, alla carenza di personale negli uffici del Nord, a un recapito sempre più complicato nei centri urbani. Ma vediamo più da vicino questi inconvenienti che tuttora danno un'immagine negativa delle Poste. Trasporti. Il servizio postale risente in via diretta e immediata delle disfunzioni di altri servizi essenziali per una rapida consegna della corrispondenza. E' il caso del settore dei trasporti, dove uno sciopero delle Ferrovie, un blocco dei collegamenti aerei (frequente negli ultimi tempi), una fermata dei traghetti innescano, oltre all'ovvio ritardo, un processo di accumulo di lettere, raccomandate ed espressi che non è possibile risolvere nemmeno con l'ausilio degli straordinari consentiti. Ma basta anche il solo ritardo di treni, aerei o altri mezzi per rallentare di molte ore lo smistamento. Ce poi un altro fatto ancor più grave, denunciato dai vertici dell'azienda postale: benché la legge obblighi le autolinee, oggi regionalizzate, ad assicurare il trasporto dei pacchi e dei sacchi di corrispondenza, da parte degli autisti è invece generalizzato il rifiuto (sostenuto anche con scioperi) di caricare la posta sui loro mezzi, lasciando cosi interi Comuni senza il servizio postale per diversi giorni. Assenze. Le assenze medie giornaliere dei dipendenti sono del 25 per cento, con punte che toccano il 50 per cento nei grossi centri del Nord nel periodo estivo. Il fenomeno di punte cosi elevate è alimentato dalla provenienza meridionale di gran parte dei dipendenti che. in occasione delle ferie, tornano ai paesi d'origine. Inoltre, fra questi stessi lavoratori c'è la tendenza a chiedere il trasferimento negli uffici meridionali. Accade cosi che i centri delle grandi città accusino una preoccupante carenza di personale. Il problema dovrebbe in parte risolversi con i concorsi compartimentali, che consentiranno di reperire sul posto il personale necessario ai vari servizi. Centri urbani. La sparizione progressiva dei portieri negli stabili crea ai portalettere notevoli disagi nel tempestivo recapito della corrispondenza. Nei grandi complessi edilizi dotati di più scale, vi è poi stata l'unificazione delle portinerie, che rifiutano di ricevere la posta per tutto il complesso. Al ministero si è convinti che. sciogliendo questi nodi, si risolverebbe il 90 per cento dei problemi, si riporterebbero ordine e produttività nell'organizzazione del servizio nei centri strategici di Torino. Milano. Venezia. Roma. Napoli e Palermo e si darebbe via libera ai programmi di completa automatizzazione del servizio previsti dal piano aggiornato. Un'impresa certamente difficile, ma non impossibile, specie dopo l'intesa per il rinnovo contrattuale. Emilio Pucci
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