I sussulti della Bolivia di Ferdinando Vegas
I sussulti della Bolivia OSSERVATORIO I sussulti della Bolivia I frequenti sussulti che scuotono la vita politica della Bolivia confermano il paradosso che indica nell'instabilità la sola normalità permanente di quel Paese. Anche il generale Garda Meza e gli altri militari autori, il 17 luglio 1980. dell'ultimo golpe (il 189" nei 155 anni d'indipendenza della Bolivia) si proponevano di «frenare l'estremismo e impedire il caos»; ma il regime dittatoriale da loro installato si è segnalato per la ferocia, non certo per aver saputo riportare l'ordine. Vi era inoltre una ragione particolare che faceva di Garcia Meza uno dei presidenti più screditati dell'intera America Latina: il fatto che fosse notoriamente implicato nel traffico della cocaina, o almeno coprisse un gruppo di suoi ministri dediti a questa criminale, ma altamente redditizia attività. Negli ultimi dieci anni, infatti, la Bolivia è divenuta il maggior produttore mondiale di «pasta» di cocaina, che viene poi raffinata in Colombia e da li distribuita nel resto del mondo. Non meraviglia, quindi, che il putsch dello scorso luglio sia stato soprannominato dai boliviani il «golpe della cocaina». Tra durezza della repressione interna e traffico della cocaina, il governo di Garcia Meza aveva così superato quei limiti di tolleranza che di solito vengono concessi alle dittature dell'America Latina. La Bolivia «appare come un Paese appestato, boicottato dall'opinione pubblica internazionale», hanno dichiarato militari, portavoce del crescente malcontento nelle Forze Armate. Perfino l'amministrazione Reagan. che non si fa certo gli scrupoli di quella Carter in materia di diritti umani, ha deciso di rinviare la ripresa delle re¬ lazioni diplomatiche con la Bolivia, interrotte dopo l'ultimo golpe. Si capisce come in questa situazione di bancarotta del regime sia riapparso il generale Banzer. colui che. venuto al potere con un golpe nel 1971, vi si seppe mantenere sette anni, fino al 1978. battendo ogni primato di durata nella storia boliviana. Dittatore di destra, ma tecnocrate, fautore del «desarrollo» (lo sviluppo). Banzer aveva bilanciato le caratteristiche negative d'un regime militare con una certa efficienza; si era arrivati a parlare di «banzerismo» come di un'imitazione boliviana del «modello brasiliano». Non è un mistero che gli Stati Uniti, un tempo sostenitori di Banzer. ne vedrebbero con piacere il ritorno al potere. Ed infatti Banzer aveva prestato i suoi uomini per dare un aspetto «decente» al regime di Garcia Meza. ma in aprile ha «rotto», anzi, è stato messo in residenza sorvegliata. Inutile dire che le spese di queste contese fra militari le fanno i boliviani, i quali rimangono i più poveri tra tutti gli abitanti dell'America Latina, e per di più sono ferocemente oppressi, quale che sia il generale di volta in volta al potere. Una sorte certamente infelice, come lo è quella dei salvadoregni o dei guatemaltechi o di altri popoli dell'America Latina che vivono sotto regimi dittatoriali. Per non parlare del Cile di Pinochet, gli stessi maggiori Paesi dell'America meridionale, il Brasile e l'Argentina, sono pure essi retti da militari, anche se in maniera e misura diverse. La malattia, insomma, non accenna a guarire, perché insediata nel profondo dell'organismo sociale. Ferdinando Vegas Garaa Meza: il presidente più criticato d'America Latina
Persone citate: Banzer, Garcia Meza, Pinochet
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