Ulster, diecimila soldati per evitare un massacro di Mario Ciriello

Ulster, diecimila soldati per evitare un massacro Bobby Sands, dopo 63 giorni di digiuno, è in punto di morte Ulster, diecimila soldati per evitare un massacro Manipoli di giovani repubblicani attaccano i mezzi dell'esercito - I protestanti: «Difenderemo a ogni costo i nostri rioni» - Un cattolico: «Volevano ucciderci negli Anni Sessanta; da allora i protestanti non sono cambiati» - Incetta di generi alimentari nei negozi di Belfast DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BELFAST — Dopo sessantatré giorni di digiuno. Bobby Sands è alla soglia della morte. E' una soglia che potrebbe varcare da un momento alleai tro e che egli sembra tuttora deciso ad affrontare nella coraggiosa ma falsa illusione di aprire una nuova strada verso l'unificazione irlandese. «Critiche» sono anche le condizioni di Francis Hughes. 25 anni, due meno di Sands. il quale non tocca cibo da 49 giorni: e si aggravano di ora in ora quelle di Raymond McCreesh e Pat O'Hara. il cui «sciopero- è giunto al quarantunesimo giorno. Come altre volte in passato. l'Ira ha aggiunto al suo arsenale l'arma del martirio. In questa escalation emotiva. l'Ulster attende con ansia il «dopo Sands». Non si teme tanto una distruttiva eruzione di violenza come quelle che devastarono questa provincia nel '69 e nel '71. quanto attacchi brevi ma sanguinosi in quei punti di Belfast e di Londonderry dove i ghetti cattolici e protestanti si sfiorano o si toccano. Un conflitto esteso nello spazio e nel tempo è reso pressoché impossibile dalla poderosa presenza di oltre 10 mila militari britannici, il cui numero potrebbe essere rapidamente aumentato con rinforzi dall'Inghilterra. Ma scontri, incendi, attentati, sembrano inevitabili. Qualche episodio si è già avuto, anche se di modesta gravità in una regione dove la violenza non è mai assente. Manipoli di giovani repubblicani (cioè nazionalisti cattolici) hanno lanciato sassi e bottiglie molotov contro mezzi dell'esercito: altri hanno «rapito» due o tre autobus nel centro di Belfast, sconvolgendone il traffico: e gruppi di paramilitari protestanti hanno minacciosamente ricordato che difenderanno -ad ogni presso» i propri rioni. Le massaie hanno fatto provvista di viveri (in parte per prudenza e in parte perché domani sarà festa in tutto il Regno Unito) e parecchie centinaia di cattolici hanno già preso la via dell'Eire. Dodici repubblicani irlandesi sono già morti dall'inizio del secolo vittime di «scioperi della fame». Il tragico sacrificio poteva avere un suo valore durante la lotta per un'Irlanda libera e sovrana: oggi però tutto è diverso. Chi più ricorda i nomi dei due digiunatori dell'Ira, morti dopo il 1969. Michael Gaughan e Frank Stagg? Non è soltanto Margaret Thatcher a negare uno «status politico» a Bobby Sands e compagni: il suo atteggiamento è condiviso da laboristi e liberali, dal governo di Dublino, nonché dal partito cattolico nord irlandese, che ha bollato gli «scioperi della fame» con le parole «miserabile propaganda». Bobby Sands si ucciderà (innalzando cosi a 2093 il numero dei caduti nell'Ulster dal '69) ma il suo sacrificio non servirà a nulla. Agiterà folle di cattolici, inasprirà le cupe tensioni fra le due comunità, aggiungerà un ennesimo nome alla tumultuosa mitologia nord irlandese, già causa di insanabili ferite. E' una morte" inutile, perché il futuro dell'Ulster — di queste Mario Ciriello (Continua a pagina 2 In quinta colonna)