Per ricordare il quinto centenario della nascita del grande pittore di Ermete Grifoni

Per ricordare il quinto centenario della nascita del grande pittore Per ricordare il quinto centenario della nascita del grande pittore Omaggio delle Marche a Lorenzo Lotto Una imponente rassegna che verrà inaugurata il 4 luglio ad Ancona, accoglierà oltre trecento opere dell'insigne maestro e dei suoi allievi - Verranno inoltre esposti i dipinti più significativi del Cinquecento marchigiano ANCONA — Per il quinto centenario della nascita di Lorenzo Lotto, le Marche stanno lavorando ad una mostra destinata a restare memorabile tra le manifestazioni celebrative dei grandi pittori del passato. In un primo momento la rassegna si sarebbe dovuta aprire in primavera, ma per diverse ragioni, non ultime il complesso meccanismo delll'organizzazione e il lavoro di restauro di alcune opere sparse un po' dovunque nella regione e da trasferire ad Ancona, l'inaugurazione è stata definitivamente fissata per il 4 luglio. Tra l'altro il periodo di apertura (fino all'i 1 ottobre) che abbraccia l'intera estate e l'inizio d'autunno, consentirà a quanti soggiorneranno nella Riviera Adriatica un motivo di richiamo qualificato per interesse culturale. Alla fase tecnico-scientifica della mostra «Loremo Lotto nelle Marche - Il suo tempo, il suo influsso- che segue quella tuttora aperta a Treviso e che offre quindi un panorama completo della personalità del pittore inquadrata nella cultura figurativa delle Marche del Cinquecento, stanno lavorando, sotto l'egida della Regione Marche, le università degli studi di Urbino e Macerata, la Soprintendenza ai Beni Culturali delle Marche, sette Comuni marchigiani custodi di opere del grande pittore (Ancona, Cingoli, Jesi. Loreto. Mogliano, Monte San Giusto e Recanati) nonché la Pinacoteca della Santa Casa di Loreto che conserva quasi tutti i dipinti della vecchiaia. Lorenzo Lotto, infatti, dopo una vita infelice e peregrina tra Venezia, Roma, Bergamo. Ancona e diverse altre città italiane, mori quasi cieco nel 1556. a Loreto, dove si era fatto frate intendendo 'quetar la mia vita in santo loco-, come ebbe a scrivere nel suo diario. In tutto saranno esposte oltre trecento opere tra dipinti del maestro e dei suoi allievi, e i quadri più significativi del Cinquecento marchigiano, suddivisi in tre sedi che condurranno il visitatore come in un giro nella parte antica della città: la Vanvitelliana chiesa del Gesù, che già la scorsa estate ospitò la mostra di Corrado Cagli e di Pierluigi Nervi, la chiesa di San Francesco alle Scale e la Loggia dei Mercanti, riaperta appena pochi mesi fa. Non è casuale la coincidenza di quest'ultima sede con un episodio della travagliata esistenza del pittore veneto. Fu proprio in questa Loggia, come ebbe a scrivere egli stesso in un diario rinvenuto quasi un secolo fa negli archivi della Santa Casa di Loreto, che lo sfortunato pittore cercò di vendere, in una pubblica lotteria, le sue opere prima di ritirarsi a Loreto oblato della Santa Casa. Di carattere introverso, amante della vita contemplativa, bizzarro e generoso, Lorenzo Lotto, che si era trovato ad operare a Venezia dove era nato nel 1480. dopo il Giorgione e prima del Tiziano, fu un emarginato. Il suo diario anconitano è pieno di incredibili notazioni sulla miseria del vivere d'ogni giorno: ritratti fatti a mercanti per pochi denari, quadri ceduti per poter cenare, ma è ancor più sorprendente il silenzio che su di lui cadde per altri tre secoli, fino a quando il celebre critico Bernardo Berenson, sul finire dell'Ottocento, non scopri in lui un autentico protagonista del Rinascimento pittorico veneto, con le inquietudini proprie della moderna sensibilità, una rivalutazione che è stata portata avanti con numerose iniziative di prestigio negli ultimi trent'anni da Pietro Zambetti. docente di storia dell'arte nell'Università di Urbino e una delle figure più autorevoli nell'organizzazione di questo omaggio marchigiano a Lorenzo Lotto. L'itinerario di questa rivalutazione (e qui soprattutto risiede l'importanza culturale delle celebrazioni lottesche al cui sostegno la Regione Marche è intervenuta con una sua legge che stanzia, fondi per studi, mostre e ricerche) passa per le Marche, dove in città e paesi il Lotto ha lasciato pale d'altare, polittici, qua- dri di soggetto sacro a cominciare da quell'Annunciazione di Recanati, dipinta in età giovanile, nel 1508. e in cui sono già riconoscibili elementi psicologici di una nuova umanità nella pittura. Purtroppo queste celebrazioni costringono anche ad un inventario da cui emerge che i Comuni marchigiani custodi di opere del Lotto sarebbero dovuti essere molti di più. Oltre ai sette già citati, si sarebbero dovuti annoverare per esempio anche Castelplanio che aveva un San Sebastiano e un San Cristoforo del 1531. finiti a Berlino: Fermo, dove in anni remoti scomparve dalla chiesa di Sant'Agostino una «Madonna coi Santi» del 1535 e Osimo. dove un'altra Madonna fu rubata nel 1911, senza che fosse più ritrovata. Mancheranno inoltre la quarta tavoletta delle «Storie di Santa Lucia», rubata nel 1870 da una chiesa di Jesi, e una grande pala d'altare che ornava la Cappella Amici del duomo di Jesi e che non fu più trovata, misteriosamente, dopo lavori di restauro dell'edi¬ ficio. Ermete Grifoni