L'annuncio dato ieri dall'azienda dopo aver informato i sindacati

L'annuncio dato ieri dall'azienda dopo aver informato i sindacati L'annuncio dato ieri dall'azienda dopo aver informato i sindacati A giugno e luglio 68.000 dipendenti Fiat in Cassa integrazione per dieci giorni Il provvedimento, che riguarderà tutti gli stabilimenti dell'auto, esclusi Termini Imerese, Termoli e Desio, preso per ridimensionare il sovrastock dovuto alla flessione del mercato - Il calendario delle fermate Alla Fiat-Auto 68 mila lavoratori su 117 mila faranno, in media, dieci giorni di Cassa integrazione nel bimestre giugno-luglio. L'annuncio è stato dato ieri dall'azienda dopo che aveva informato i sindacati in un incontro avvenuto mercoledì all'Unione Industriale. 1117 mila lavoratori presi come punto di riferimento per il settore auto sono quelli in attività (comprese le filiali ed i vari servizi), esclusi però i 23 mila che già sono in Cassa integrazione da ottobre, in base all'«accordo di Roma». In pratica, in giugno e luglio, la Cassa integrazione riguarderà tutti gli stabilimenti dell'auto, esclusi Termini Imerese, Termoli e Desio, dove si producono i due modelli della «Panda» e della «A 112». E' questo il terzo ricorso alla Cassa integrazione della Fiat-Auto da dicembre dell'anno scorso ad oggi: c'è stata la pausa di Natale per un totale di cinque giornate di Cassa: poi ci sono state le due settimane di fermata (una a maggio e l'altra ad aprile); infine l'annuncio odierno, che significa, mediamente, una settimana di lavoro in meno a giugno e un'altra a luglio. Alla Fiat definiscono il provvedimento «congiunturale». «Per il mercato italiano — dice l'azienda — i mesi di gennaio e di febbraio sono ancora stati buoni. In marso, però, c'è stata una flessione di circa il 5 per cento sul marso dell'anno precedente. Di conseguenza tutti hanno venduto meno in Italia, Fiat compresa, la quale tuttavia ha mantenuto la sua "quota di mercato" che è del 51,7 per cento. Il mercato europeo ha continuato nel suo assestamento negativo; in marso si è avuta una flessione del 9 per cento rispetto all'analogo mese dell'anno scorso che già era in discesa rispetto al marzo del 1979-. Per la Fiat — conclude l'azienda — «si tratta dunque di ridimensionare il sovrastock di auto». Il calendario delle fermate di giugno e luglio è molto articolato. A titolo di esemplificazione la Fiat ha comunicato le giornate di Cassa integrazione dei «montaggi terminali», cioè delle carrozzerie: Mirafiori: 5 giornate a giugno (dall'I al 6) e 7 giornate a iuglio (il 13 e il 14 e il periodo dal 15 al 21). Rivalla: 5 giornate a giugno (dall'I al 6) e 5 a luglio (dal 13 al 18) più il 20 luglio. Cassino: 2 giornate a giugno (l'I e il 6) e 2 giornate a luglio (il 13 e il 14). Lingotto: 5 giornate a giugno (dall'I al 6) e 5 giornate a luglio (dal 13 al 18). Lancia di Chivasso: E' lo stabilimento che ha pi ù Cassa integrazione; 10 giorni a giugno (dall'I al 13) e 10 giorni a luglio (dal 13 al 25). Lancia di San Paolo: 10 giornate a giugno (dall'I al 13) e 8 giornate a luglio (dal 13 al 18 oltre a 20.21 e 22 luglio). I dirigenti torinesi dei metalmeccanici non hanno fatto dichiarazioni e il segretario della Fiom-Cgil, Vladimiro Giatti, ha spiegato questo silenzio: -Ci siamo impegnati — ha detto a non rilasciare dichiarazioni in attesa di avere un quadro chiaro dopo la comunicazione generica che la Fiat ci ha fatto mercoledì. E' probabile che lunedi prossimo a Roma ci sia un incontro con la Fiat al quale parteciperanno per la Firn i tre segretari nazionali del settore auto ed i tre coordinatori nazionali con i tre segretari torinesi. Si tratta — ha concluso Giatti — di avere tutti gli elementi per un giudizio sulle cause di questo nuovo ricorso alla Cassa integrazione». Il segretario della UH. Corrado Ferro, non è entrato nel merito del provvedimento, ma ha fatto alcune considerazioni di carattere generale: «Purtroppo — ha detto sappiamo che il 1981 non sarà l'anno di chiusura della crisi dell'auto. Però, a mio giudizio, l'annuncio unilaterale della Fiat, in concomitanza con l'apertura della vertenza per il contratto integrativo aziendale, è un fatto grave. Questa concomitanza si ripete ormai da troppe volte. E' un fatto grave perché crea confusione e offre ulteriore spazio agli equivoci. Le relazioni sindacali vengono inquinate. E' un metodo sbagliato — ha concluso — perché potrebbe rendere più difficile la verten¬ za per la contrattazione integra tim-. A Roma i dirigenti della Fini erano tutti fuori sede, per riunioni congressuali dei rispettivi sindacati o per raggiungere le città dove parleranno oggi in occasione del Primo Maggio. Sergio Devecchi

Persone citate: Corrado Ferro, Giatti, Sergio Devecchi, Vladimiro Giatti