Il presentatore ieri sera a Flash ha spiegato il caso Don Licio

Il presentatore ieri sera a Flash ha spiegato il caso Don Licio Il presentatore ieri sera a Flash ha spiegato il caso Don Licio Bongiorno: «Sono stato brusco e villano ma non era possibile fare diversamente» MILANO — Niente polemiche, ieri sera a Flash dal teatro della Fiera, come qualcuno si aspettava. Mike Bongiorno. abile, sorridente ma deciso, ha riconosciuto di essere stato «molto brusco e l'Ulano» la settimana scorsa con il parroco di Frassinelle nel Polesine, che alla fine della trasmissione in cui aveva perso il titolo di campione voleva lanciare un appello in favore delle sorelline Silvia e Micci Incardona tuttora in mano dei rapitori: «Ma non potevo fare diversamente» ha aggiunto. Mike dice d'avere ricevuto molte lettere piene di insulti (insieme a qualcuna di approvazione), con l'accusa di avere maltrattato don Licio: «Sono molto dispiaciuto che qui stasera don Licio non ci sia, ma ha preferito restare a casa. Adesso sarà lé che mi ascolta, come tutti voi, e crederà che io voglia dirgli chissà che cosa. Ebbene, no; sono molti anni che desideravo avere qui un sacerdote, e quando lui è venuto ho cercato anzi di aiutarlo con buoni consigli». Poi. ripete, «è successo che sono stato brusco e villano». Perché? Prima della trasmis- sione il giovane parroco aveva ancora chiesto di leggere l'appello: «Avrei voluto dirgli di sì. perché si trattava di un caso umano, ma proprio non potevo. Certo, il giorno dopo tutti avrebbero elogiato Mike e don Licio che si erano accordati per quest'opera buona. Ma c'erano norme precise che lo impedivano'. La famiglia delle piccole non si è mai messa in contatto con Bongiorno per sollecitare l'appello, e nemmeno lo avevano fatto con il sacerdote, che era stato interessato da altri: «Per fare un appello •sui giornali o alla televisione ci vuole invece una richiesta diretta degli interessati. Ogni parole deve essere pesata, magari con un legale: una in più o in meno può portare (tocchiamo ferro) a una tragedia il giorno dopo. E allora i genitori ci avrebbero domandato il perché del nostro appello». La famiglia bisogna che parli con i responsabili della trasmissione, se non vuole rivolgersi ai dirigenti: «E' in questo caso, avrei anche disobbedito volentieri. Sono certo d'altronde che don Licio le lo dico anche per difenderlo) dopo il ripetuto divieto non alerebbe letto l'appello, per il quale occorreva un quarto d'ora, in fine di trasmissione quando aveva solo più mezzo minuto. Il fatto è che credeva di non poter tornare a Flash. avendo perso, e allora ha voluto almeno parlarne». Resterebbero altre cose da chiarire, ha concluso (alludendo senza dubbio alla par¬ tecipazione del ragazzo timido e immaturo): «Afa adesso non c'è più tempo. Ne parleremo un'altra volta». Il popolare presentatore (che in 25 anni ria aiutato 25 mila persone, ha ricordato) ha voluto finire con una nota scherzosa. Un giornale di Milano proprio ieri aveva suggerito i numeri da giocare al lotto sulla vicenda: 19 (Michele, cioè Mike), 71 (Licio). 89 (presentatore). 28 (prete). 26 (offesa). 13 (perdono: dicono che don Licio gli ha perdonato) e 52 (vilipendio della religione). Mike ha invitato i telespettatori a giocare questi numeri, anche se sono forse un po' troppi ma potrebbero servire per varie combinazioni: «Se vinceremo qualche terno o quaterna, manderemo il ricavato ai genitori delle bambine rapite che poveretti mi hanno detto stanno mettendo all'asta i loro mobili per raccogliere i soldi del riscatto, pensate. E ora ho davvero finito, signori, scusatemi ancora tanto». Tra gli applausi scroscianti del pubblico in sala, la trasmissione è andata avanti regolarmente con la puntata deU>uiz' b.alt. Mike Bongiorno

Persone citate: Bongiorno, Incardona, Licio Bongiorno, Micci, Mike Bongiorno

Luoghi citati: Milano