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A 75 anni ridotta a vivere in un garage A 75 anni ridotta a vivere in un garage Contadina è spinta al suicidio dai disagi del dopo terremoto AVELLINO — Ancora una vittima del terremoto, a distanza di cinque mesi; le difficoltà di adattarsi ad una vita disagiata e precaria, priva di intimità e calore familiare, ha spinto una donna al suicidio. E' il terzo caso che si verifica in Irpinia. Per sottrarsi ad una routine dura, fatta di rinunce e sacrifici, Angela Petoia, 75 anni, contadina di Teora. uno dei comuni più colpiti dal terremoto, si è uccisa impiccandosi ad una trave di un garage dove si era adattata a vivere insieme al marito, ottantenne, bisognoso di cure e assistenza. La povera donna, negli ultimi tempi, era apparsa in uno stato di profonda depressione. Con i conterranei si era sfogata spesso: «Non ce la faccio più, non vi è un angolo dove potermi appartare, un tetto sotto cui vivere, non mi resta più niente...». Eppure nella sua lunga esistenza aveva affrontato i disagi di due guerre — era rimasta orfana del padre a sei anni — il lavoro nei campi, la crescita di quattro figli. Il terremoto l'aveva colpita nell'intimo: i due figli maschi, emigrati nel Venezuela e in Svizzera gli avevano proposto di raggiungerli, di stabilirsi presso di loro, ma aveva rifiutato. Le due figlie, maritate nei comuni limitrofi, sono anch'esse terremotate. Subito dopo il sisma per qualche tempo era stata ospite di conoscenti in Toscana, poi la nostalgia della sua terra l'aveva indotta al ritorno. A 75 anni non è facile adattarsi a nuove abitudini, recuperare energie perse e anche la permanenza per un periodo di tempo in una roulotte con la famiglia di una delle figlie, aveva contribuito ad accrescere lo stato di tensione e disagio. Si era sistemata da alcuni giorni alla meglio, insieme col marito, in un locale un tempo adibito ad autorimessa. Ma non è riuscita a superare il dramma, di non avere più niente di suo. di dover vivere soltanto di ricordi. a_