Sempre più gravi le contraddizioni che lacerano la città
Sempre più gravi le contraddizioni che lacerano la città Sempre più gravi le contraddizioni che lacerano la città A Napoli c'è chi teme l'indifferenza affiora un «partite della trattativa» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — In questo 1" Maggio pieno di sole, la città si divide: partono gli aliscafi e i vaporetti per Capri e per Ischia, s'assembrano in piazza Carlo III, dinanzi all'albergo dei poveri, i disoccupati organizzati, pronti a marciare su una Napoli svuotata dal ponte di fine settimana. Le Brigate rosse, nel comunicato n.2, esortano i -compagni proletari, a trasformare la festa del 1" Maggio in lotta per il comunismo-. La città dell'assistenzialismo è per la fermezza: la Napoli produttiva ripete : «La vita di Ciro Cirillo è essemiale nell'equilibrio di Napoli e della Campania. Il suo ruolo di eversiva o, al contrario, le Bierre usano Napoli come realtà diversa. I manifesti tappezzano la città. Accanto a quello della Regione che condanna l'as sassinio della scorta e il se quesi.ro dell'amministratore, ora i disoccupati hanno affiS' so le loro richieste: salario garantito, riduzione dell'orario di lavoro, contro la logica dei sacrifici, per lavorare tutti per lavorare meno. Il pei tenta di contattare gli uomini delle liste più vicine all'Autonomia. C'è un'operazione politica difficile per evitare che le Bierre finiscano con l'egemonizzare il movimento dei senza lavoro e dei senza casa. Nando Morra, che viene dal sindacato ed è un dirigente comunista, predice: « Purtroppo ci sarà il partito della trattativa e quello della fermezza-. Questo è il pericolo che anche Antonio Bassolino, segretario regionale e uomo di punta del partito comunista nel Meridione, già vede affiorare. Ma anche a Napoli il pei ha due anime, e nel pei sono presenti tutte e due le tendenze. Francesco Santini amministratore eccellente non può venir meno-. Giorgio Fiore, industriale delle Officine Ferroviarie, commenta: ••La città è divisa, è necessario fare quanto è umanamente possibile per salvare la vita di un uomo come Cirillo, di un politico della sua esperiensa-. L'industriale meridionale si domanda: -Che cosa farebbero i signori della fermezza al posto di Cirillo? E i loro parenti come si comporterebbero?-. Un operaio della sua industria è categorico: -Napoli salva i suoi figli. Ricordiamoci di Guido De Martino, del suo rapimento misterioso, degli uomini della camorra che comparvero sul banco degli accusati-. Eccolo Guido De Martino, nella sala del Consiglio regionale, al banco di assessore al Bilancio, nell'aula splendida di Santa Maria La Nova. Si scaglia contro la -cultura anti-Stato-, troppo diffusa a Napoli e riflette: «La città reagisce in modo incerto. C'è indifferenza o, peggio ancora, sfiducia-. C'è da domandarsi a questo punto qual è il peso specifico dell'indifferenza. «Se fosse nei confronti dell'attentato terroristico — risponde Guido De Martino — ciò vorrebbe dire che i colpi delle Bierre non fanno più presa: e sarebbe positivo; se invece, come temo, l'indifferenza è verso le istituzioni e gli uomini che le rappresentano, ciò è gravissimo-. Guido De Martino è «contro la trattativa con il partito armato-, ma subito aggiunge: -E' necessario percorrere tutte le vie possibili per salvare questa vita umana-. E le richieste? -Sono già esplicite — risponde — è sufficiente uno sguardo agli slogan lanciati dopo il sequestro Cirillo-. Case, salario garantito, gli stessi slogan delle liste di lotta. Il linguaggio bierre a Napoli riflette una nuova strategia
Persone citate: Antonio Bassolino, Ciro Cirillo, De Martino, Francesco Santini, Giorgio Fiore, Guido De Martino, Nando Morra
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