C'è un'Italia sola, accontentiamoci di Oreste Del Buono

C'è un'Italia sola, accontentiamoci Roma, Napoli, Torino: il calcio esprime un Paese diviso? C'è un'Italia sola, accontentiamoci L'idea dello scorcio del massimo campionato di calcio come uno spareggio tra l'Italia del Nord (Juventus). l'Italia del Centro (Roma) è l'Italia del Sud (Napoli), o. per non scontentare qualcuno, risalendo invece che discendendo. Napoli (l'Italia del Sud), Roma (l'Italia del Centro) e Juventus (l'Italia del Nord) o ancora, in certe cose bisogna stare attenti, dal centro, salendo/scendendo. Roma. Juventus. Napoli. Roma. Napoli. Juventus: l'idea, insomma, di uno spareggio tra le tre Italie, lo ammettiamo, era suggestiva. Eccole lì. tutte e tre. le nostre Italie una accanto all'altra, a sgomitare, scalciare e scapocciare per conseguire il fatidico scudetto, l'annuale, effìmero e subito rimesso in dubbio primato nel pallone. D'accordo, una suggestione è una suggestione: questa poteva indubbiamente suggerire qualche battuta più o meno arguta, qualche pezzo di colore più o meno brillante e qualche polemica più o meno accesa al bar Sport. Ma la sociologia è sempre in agguato. Si è comincialo a mettere in evidenza che. mentre la Juventus dispone di sostenitori in ogni parte d'Italia anche in maggior numero che a Torino e il Napoli, se non le sta alla pari, certo si arrangia soprattutto nelle grandi città a parlire proprio da Torino, la Roma, invece. risulla sostenuta esclusivamente a Roma. Di qui è stato facile, quasi inevitabile, passare dalla personalizzazione delle squadre secondo mitologia spicciola (la Juventus desiderata fidanzata d'Italia, il Napoli ardente amante d'Italia, la Roma moglie antipatica d'Italia) alla generalizzazione, forse sarebbe più esatto: degeneralizzazione, politica del discorso: la Roma è odiata nel resto d'Italia perché rappresentante del governo centrate, del groviglio partitico e della corruzione nazionale, eccetera. Così sono intervenuti a dire la loro i più bei nomi di intellettuali di varie discipline, gente che ha sempre un conto aperto con il Paese, figurarsi con il povero gioco del pallone. Il discorso è diventalo, di intervento interdisciplinare in intervento interdisciplinare, più che mai apocalittico. E. allora, domenica scorsa il campionato stesso di sene A. spazientito dalle chiacchiere, ha voluto imprimere una svolta capace di rammentare che in qualsiasi gioco esiste l'azzardo. Prima ancora che allo stadio San Paolo scadesse un minuto dell'incontro del Napoli primo in classifica con l'ultimo, derelitto Perugia, lo stopper napoletano ha segnato un folgorante autogol e nei successivi ottantanove minuti la squadra di casa non è riuscita a recuperare lo svantaggio. Per la verità, una certa tentazione di continuare in qualche modo il discorso sulle tre Italie o almeno su due delle tre è sussistita. L'Italia del Sud che. assenteisticamente. ricorre al suicidio? Ma Moreno Terrario, lo stopper napoletano aulogolista. in realtà è lombardo, di Labiate. Dunque. l'Italia del Nord che. razzisticamente, tradisce? Meglin dar rena a Comunardo Niccolai. toscano, se non sbaglio, ma ex stopper di quel Cagliari che assicurò l'unico scudetto all'Italia delle isole (eh già. calcisticamente parlando, ci sarebbe una quarta Italia), ai suoi bei dì specialista nel trafiggere la rete amica. Vedendo in televisione l'autogol di Moreno. Comunardo ha commentino con un sospiro di nostalgia: «Come lo capisco! Capitava anche a me!». Siamo seri almeno in frivolezze quali il gioco del pallone. La Juventus ha più sostenitori in giro perché ha vinto di più da quando il calcio è il calcio, il Napoli ne ha pure molti perchè molti napoletani, per vivere, sono costretti a lavorare in trasferta. Quanto alla Roma, nessuno ha colpa se i romani preferiscono stare a casa perché Roma è la più bella città d'Italia. O no? Comunque, di Italie, ne mettiamo insieme al massimo una. Faticosamente. C'è poco da scialare. Oreste del Buono

Persone citate: Comunardo Niccolai, Moreno Terrario