Individuava negli animali le vie di sviluppo verso il mondo della coscienza

Individuava negli animali le vie di sviluppo verso il mondo della coscienza Individuava negli animali le vie di sviluppo verso il mondo della coscienza AD un secolo dalla nascita e a venticinque anni dalla morte penso che sia importante tentare un bilancio dell'opera scientifica di Teilhard de Chardin. Mi sembra però necessario precisare che non vorrei discutere le quasi cinquemila pagine di memorie scientifiche da lui pubblicate riguardanti i campi della paleontologia, antropologia e geologia, e che gli hanno valso buona parte della fama che lo ha circondato in vita (è sempre bene ricordare che la maggior parte delle opere teilhardiane che il grosso pubblico conosce sono state pubblicate postume perché Teilhard fu autorizzato a pubblicare in vita solo memorie scientifiche): vorrei invece sottolineare il ruolo che ha l'evoluzionismo nella sintesi teilhardiana e d'altra parte mettere in evidenza l'importanza di Teilhard all'interno del pensiero evolutivo del nostro secolo. Teilhard de Chardin nella sua lunga carriera di scienziato e di pensatore non si è mai interessato direttamente dei meccanismi dell'evoluzione, quanto semmai ha cercato di esaminare se si potevano rilevare delle linee di sviluppo all'interno dei vari rami filetici dei gruppi viventi. Quindi, per quanto riguarda i meccanismi. Teilhard mostra una certa indifferenza per la polemica allora in voga (e che si sta riproponendo oggi) tra neo lamarckismo e neo darwinismo, anche se. nonostante il parere diverso di alcuni suoi detrattori, egli non è mai stato un dilettante né un ricercatore superficiale. Teilhard si rende ben conto dell'importanza e della consistenza delle ipotesi neo darwiniste raccolte, nel periodo tra le due guerre, in quella che ancor oggi viene chiamata la •sintesi moderna» ed infatti assai stretti furono i suoi legami con molti degli scienziati che parteciparono alla elaborazione della sintesi moderna: tra gli altri Julian Huxley. George Simpson e Theodosius Dobzhansky. Egli ha quindi ben chiaro che «la vita progredisce solo a tentoni tra gli effetti dei grandi numeri e il gioco della casualità- ma ugualmente riesce a mettere in evidenza, pur con questo meccanismo casuale alla base, precise linee di sviluppo. Per sintetizzare in poche parole il suo pensiero possiamo dire che Teilhard individua, almeno nell'evoluzione degli animali, linee di tendenza che portano verso forme a struttura sempre più complessa e insieme sempre più cerebralizzata. Sarebbe insomma una evoluzione indirizzata e parallela delle varie forme animali verso strutture sempre più cerebralizzate. e questo non sarebbe che un aspetto della tendenza della materia e della vita a dare, laddove le condizioni ambientali lo permettano, strutture sempre più complesse: quella che Teilhard chiama la legge di complessità-coscienza. Indubbiamente si potrà, discutere sulle idee teilhardiane. penso però che non si possa negare il fatto che ci troviamo dinanzi a una vera e propria ipotesi scientifica basata sull'analisi delle modalità di evoluzione di vari gruppi di vertebrati. E può essere interessante sottolineare come queste linee di tendenza si ritrovano anche in numerosi altri gruppi di metazoi, diversi da quelli esaminati da Teilhard. I meccanismi di cerebralizzazione raggiungono il loro massimo nei Primati e nel ramo filetico che porta all'Uomo. L'Uomo allora, anzi meglio la -coscienza riflessa, che è la caratteri- stica essenziale dell'Uomo, diviene una conseguenza necessaria delle linee di sviluppo dell'evoluzione. Tra gli scienziati che. tra le due guerre, tentano di chiarire il significato e i meccanismi dell'evoluzione. Teilhard è proprio quello che cerca di indagare il significato e l'importanza della presenza dell'Uomo nel mondo e i modi con cui l'evoluzione è giunta sino ad esso, sulla base di una corretta analisi scientifica, purtroppo non da tutti riconosciuta. Anche alcuni recenti tentativi per screditarne l'opera e la figura attribuendo a Teilhard una parte nella preparazione dell'ormai famoso falso dell'uomo di Piltdown hanno poco senso: nell'unica nota scientifica dedicata all'argomento («Le cas de l'homme de Piltdown.. pubblicata nel 1920) egli conclude che i vari pezzi rinvenuti appartenevano a differenti esseri viventi anticipando il dato che sarà ottenuto nel secondo dopoguerra usando i moderni metodi di datazione dei reperti fossili. Un'ultima cosa, quasi una guida alla lettura: chi volesse approfondire le basi scientifiche dell'opera di Teilhard de Chardin è bene, a mio parere, che eviti di leggere «Il fenomeno umano., il testo più noto, ma anche il più difficile come linguaggio, e si dedichi invece alla lettura di due testi più vicini al linguaggio e alla mentalità scientifiche: «Il posto dell'uomo nella natura, e «L'apparizione dell'uomo., tutti stampati in Italia da «Il Saggiatore». Lodovico (ìalleni Triceratops Ankylosaurus

Persone citate: Chardin, George Simpson, Julian Huxley, Theodosius Dobzhansky

Luoghi citati: Italia