La Chiesa scopre a Oriente la sua terza via

La Chiesa scopre a Oriente la sua terza via Baget Bozzo su Wojtyla La Chiesa scopre a Oriente la sua terza via PER intendere bene l'ultimo libro di Gianni Baget Bozzo. Ortodossia e liberazione, dedicato al «progetto- pontificale di Karol Wojtyla, è necessario tener presente le altre opere più importanti del teologo e politologo genovese. Occorre tener presenti le sue ricerche sul partito democristiano (1974.1976) e la sorprendente, e solo apparentemente inattuale, ricerca sulla Trinità (19801. Ebbene, il progetto di questo pontificato collima con i risultati cui Baget Bozzo era pervenuto. Pertanto, ritengo secondaria la questione del tempo poco e degli atti scarsi per un giudizio, perché qui si individua la linea emergente o il progetto: progetto e linea che vengono a trovarsi nel solco entro cui si muove, e da anni, lo stesso autore, per cui progetto pontificale e linea personale fanno tutt'uno e danno allo scritto il carattere della congenialità e non della distanza, meno ancora della rottura. * * Scarnificando, quello che a Baget Bozzo preme è la fine della influenza maritainiana, presentissima nei tormenti e nei dualismi di papo Montini, che a me pare, per questo, il più grande Papa dell'età moderna: ossia la fine dell'azione temporale autonoma dei credenti, la distinzione rigorosa dei campi, ecclesiale e laico, con la conseguente organizzazione dei partiti democratici cristiani, ormai inattuali: tutto ciò va lasciato alle spalle in vista di un impegno cristiano globale, ben indicato dal titolo stesso del libro, Ortodossia e liberazione. E, in secondo luogo, preme a Baget Bozzo, non tanto la via storica che lega l'imitazione di Cristo e il recupero dei suoi eventi alla liberazione terrena dell'uomo, ma soprattutto la via soprastorica della partecipazione alla vita assoluta e trinitaria che egli fa consistere nella divinizzazione dell'uomo. Identica portata avrebbe il progetto di papa Wojtyla. L'elezione di un papa slavo sancisce la fine della condizione -levitica- dell'Italia, una nazione con statuto sacerdotale, come l'antica tribù di Levi. Nella Redemptor hominis si intravede sicura la scelta delle categorie della teologìa orientale, spiritualizzante e soprattutto incardinata nella continuità uomo-Dio, e vengono messe da parte le categorie tipiche del pensiero occidentale, di provenienza agostiniana, che accentuano la rottura e la incoordinabilità, garanti non solo del Dio come Dio. e non enfasi del mondo, ma anche dello spessore laico del mondo. E così Puebla significa la scelta della liberazione nel cuore stesso della ortodossia, cioè -il tema della liberazione come momento costitutivo della evangelizzazione- (p. 123). Infine, il tema della nazione, della nazione polacca, conferma questo impaqtoo tra solidità di un popolo e fermentazione cristiana: un altro aspetto della continuità. Risulta così una netta equazione tra progetto papale e -via orientale-, non solo come valore ecumenico e di politica aperta all'Est, ma come cifra teologica che prende le distanze dalle forme-dualistiche e fratturate, e privilegia l'assunzione dell'uomo e del suo mondo nel cuore della vicenda trinitaria. Quindi nessuna «copertura ideologica della restaurazione- (p. 203). ma un progetto nuovo e veramente alternativo. Ma non è rischioso questo passare oltre alla lotta per il senso teologico, come l'ha vissuta il nostro Novecento teologico, dalle origini barthiane fino alle attuali teologie della liberazione? * 4 A me pare che rimanga il rischio di una caduta integristica: non tanto sul piano della Chiesa, di fronte alla quale Baget Bozzo tiene e sostiene un atteggiamento di audace autonomia, e la cui denunciata fiacchezza rende problematico lo stesso progetto pontificale, ma proprio sul piano di quella ortodossia che dovrebbe condurre alla liberazione. Con Pascal, noi facciamo professione dei due contrari, -l'oggetto immenso(espressione hegeliana per indicare Dio) e il movimento laico. Ma qui sembra prevalere il progressivo assorbimento del totalmente altro nel divino. Un organicismo che incarna un modello di provenienza hegeliana. Il progetto proposto nella sua alternativa e novità da questo -Pietro itinerante-, ma soprattutto -papa slavo-, mi pare delineato con sicurezza, secondo gli atti e i documenti finora davanti ai nostri occhi. Meno sicuro che ci possa persuadere: ma entrambe le cose, sicurezza e dubbio, rendono molto significativo l'audacissimo libro. itai0 Mancini Gianni Baget Bozzo, Ortodossia e liberazione. Rizzoli, 224 pagine. 3000 lire.

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