Sul carrozzone di Zero cantano in coro pubblico e critica

Sul carrozzone di Zero cantano in coro pubblico e critica Leggera Sul carrozzone di Zero cantano in coro pubblico e critica SE ci fosse ancora qualcuno che non ha mai sentito un disco di Renato Zero, sarebbe bene si sentisse questo LP doppio, «dal vivo» che esce in questi giorni, ottimo per farsi un'idea del personaggio e del suo «mito» più ancora che della sua musica e delle sue non certo eccelse qualità vocali. Protagonisti di questo «doppio» sono infatti il Personaggio Zero e il suo pubblico di «sorcini» (come lui stesso li ha battezzati). «Io vi ho creati» dice Zero ai suoi fans. ma insieme non nasconde d'esserne a sua volta creatura. La canzone d'apertura, natalizia, è proprio un omaggio a questa natività collettiva, è tutta «per noi che sembriamo strani, ma in fondo siamo così umani» canta Zero. E' a questo «noi», questo Soggetto Collettivo, che Zero rivolge messaggi sacrali di questo tipo: «Troppo spesso ci sentiamo in condizione di farci aiutare da qualcuno, e troppo spesso ci dimentichiamo che esiste una proporzione molto più elevata, molto più eletta, molto più nostra: ... Dio». In risposta, boati dei sorcini e acclamazioni: «Re-nato, Re-nato», con una scansione che di nuovo pare alludere a una natività divina: Re Nato. E' questo Pubblico-Soggetto che canta in coro la canzone II Carrozzone e l'effetto è inaudito: un groviglio di canti parrocchiali, Zecchini d'oro. Corride di Corrado, Amami Alfredo, più inquietanti fischietti che punteggiano la melodia con andamento militare. Si ascolta e vengono in mente immagini elette: l'Italia! Sì, proprio lei, turrita, ma vestita da Zero. Per distrarsi si apre la copertina del disco ed ecco spuntare una grande Aquila Imperiale: in ogni penna, un ritratto di Zero. Allo sbigottimento subentra il ricordo di una nota canzone di Fo e Jannacci: «Quel tacchino micidiale era un'aquila imperiale.'». Eppure il fenomeno è serio, per cui vale la pena di consultare il volumetto anch'esso fresco di stampa di Luigi Granetto: Renato Zero (Lato-Side). Qui si disserta in modo vivace e pertinente sulla psicologia di massa del fascismo, ma la parte più notevole è un'altra. Quella in cui Granetto acutamente allinea una in fila all'altra, ma mischiate alla rinfusa, opinioni di critici illustri e di ignoti fans su Renato Zero. E' un coro di prosa enfatica, aggettivata, bramosa d'elevazione spirituale e di culto della personalità. E qui il coro del Carrozzone diventa poca cosa, recede a leggero brusio di teneri e poveri sorcini che almeno per una sera si divertono. Più allarmante è questa Musica dei flautati Pifferai della Critica che si divertono, e divertono, molto meno. Questa è la Musica che in qualche modo «crea un'atmosfera», sicuramente più inquinante di quanto non sia Zero Renato (cantante romano) e il suo pubblico (che è anche il pubblico di altri). Gianfranco Manfredi Renato Zero, Icaro (Zerolandia. PL 31580/2) v Renato Zero visto da Bruna

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