Non esiste libro per il non lettore di Oreste Del Buono
Non esiste libro per il non lettore Parliamone Non esiste libro per il non lettore NEGLI ultimi tempi, dalle nostre parti, è stato tutto un fiorire, promosso dall'industria culturale, di discussioni, elucubrazioni, teorizzazioni, giornate, settimane, mesate, annate di convegni di minima e di massima sul non-lettore e le possibilità di raggiungerlo, convincerlo a leggere, e vivere quindi con lui fiabescamente felici e contenti per l'eternità. L'editoria italiana di libri, quotidiani, periodici vari si è a lungo interrogata, e ha interrogato il mondo, su questa figura un poco allarmante del non-lettore, ovvero di colui che è sprovvisto di qualsiasi curiosità di assaggiare la carta stampata. Ai molti convegni hanno febbrilmente collaborato sociologi, glottologi, omeopatologi. osteologi. strateghi del capello in quattro e tattici della soluzione finale, e sono state bandite nuove crociate, promulgate nuove regolamentazioni di caccia, apprestate nuove trappole e inventate nuove esche. Sono state così varate pubblicazioni di ogni tipo, sottoposte a rigorose diete dimagranti culturali, nell'ossessione di non turbare il non-lettore, di evitargli la minima difficoltà. Il contatto è stato perseguito attraverso una riduzione del vocabolario a poche parole basilari e dei concetti a pochi dati elementari, con la promessa della nessuna fatica e l'impegno al nessun impegno. Ahimè, i bilanci che si co¬ minciano a stilare non sono troppo positivi. Si direbbe proprio che il non-lettore garantisca di mantenersi fedele a se stesso in futuro. E si direbbe proprio che i tentativi di stabilire il contatto abbassando il livello della comunicazione minaccino, al contrario, non solo di disamorare il lettore effettivo di una certa età ma anche e soprattutto di scoraggiare il lettore possibile di giovane età. Il non-lettore, insomma, non legge, come prima, e più di prima, e. in compenso, il lettore possibile non sa bene cosa valga la pena di leggere. Speriamo in un ravvedimento dell'industria culturale perché ormai alla crisi di programmi editoriali si sta sovrapponendo la crisi economica nazionale, la mancanza di moneta per le spese superflue. Per sopravvivere, l'editoria italiana deve dimostrare di non produrre superfluità. Il discorso non è disfattista. Anzi, è ottimista. Che ci siano buoni libri da pubblicare e che ci sia un pubblico per i buoni libri lo testimoniano, a esempio, la recente uscita dello straordinario esordio di un sessantenne. Diceria dell'untore di Gesualdo Bufalino. nella preziosa collana «La Memoria» di Sellerio editore e Sciascia suggeritore e la richiesta continua, esigente, di ristampe della prestigiosa collana «I Meridiani», la specie di «Pleiade» consacrata da Mondadori ai classici più o meno moderni. L'importante è saper distinguere tra non-lettore e lettore possibile. E' il primo passo e. insieme, quello decisivo. Altro che superfluità, per chi ci crede, è necessità. Ne IIpeso del mondo, il diario di Peter Handke appena presentato in italiano da Guanda. troviamo un botta e risposta illuminante in proposito: «Lei è un frustrato». «Come potrei essere un frustrato, se ho un paio di libri sul comodino di cui già mi rallegro?». Oreste del Buono Illustrazione di Sevmour Chwast
Persone citate: Gesualdo Bufalino, Meridiani, Mondadori, Peter Handke, Sciascia
Luoghi citati: Guanda
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