La campagna promette bene (nonostante il diluvio dopo la siccità)

La campagna promette bene (nonostante il diluvio dopo la siccità) La campagna promette bene (nonostante il diluvio dopo la siccità) Alcuni prati coltivati a erbaio sono già stati falciati, il grano è alto due spanne dappertutto, e cosi l'orzo, mentre le zone destinate a fieno sono gialle di bocche di leone (o tarassacol. Gli alberi da frutta stanno finendo di perdere i fiori annunciando — se non interverranno tardivi disastri metereologici — un buon raccolto. Notizie positive quindi dalla campagna, parlando di andamento stagionale: il futuro appare benigno. Nonostante i quattro mesi di siccità invernale, la' quasi completa assenza di neve che non ha protetto il terreno dal gelo, le bufere di vento che hanno seccato e disperso le concimazioni con letame naturale in molte zone della provincia di Torino, le piogge primaverili hanno ridato fiato alle coltivazioni, rimettendo i terreni in condizioni di normale produttività. «La campagna? Per promettere promette bene — dice Antonio Appendino. coltivatore diretto della cascina Sangianetto di Poirino — Adesso che piova tanto o poco la terra la assorbe bene. anche dopo quest'inverno balordo e asciutto. Il grano si è ripreso e anche per la meliga non ci sono problemi, dato che è stata seminata almeno per l'80 per cento. Per il fieno è previsto un buon taglio e magari anche con anticipo». Un po'di paura c'è stata in alcune zone collinari esposte a mezzanotte, dove un paio di brinate tardive hanno rovinato la fioritura di vigne e frutteti, ma la pioggia caduta subito dopo ha limitato i danni e non è credibile che la temperatura scenda nuovamente carlo Anselmo, coltivatore diretto di San Mauro, lamenta invece il ritardo nella maturazione delle fragole. «L'anno scorso a quest'epoca c'era già qualcosa nelle serre, adesso invece siamo ancora indietro. C'è stato troppo asciutto, poi freddo e troppa pioggia. Tanto che negli ultimi giorni si sono fermati anche gli asparagi che invece stavano andando benissimo. Se non capiterà niente avremo invece un buon raccolto di frutta; i fiori sulle piante hanno tenuto perchè c'è stato poco vento. Anche le brinate del dopo Pasqua sono state leggere e le piante non hanne patito». Parlando di asparagi, bisogna dire che le mancate piogge invernali hanno fatto bene alle colture, consentendo un raccolto abbondante e un prodotto dolce e tenero. Troppa acqua, come sta venendo invece in questi giorni. pQtrebbe fermare la maturazione. I prezzi, sui mercati di Santena e Poirino. dopo essere scesi una settimana fa fino a 1600'1800 lire al chilo, si sono attestati sulle 2500/2800 lire con soddisfazione dei produttori. La situazione generale è quindi buona, relativamente alle colture più importanti; quasi nessuno è stato costretto a riseminare il frumento, come si temeva alla fine di quest'inverno. Soto chi ha seminato in ritardo avrà cali di produzione per diradamento, ma per il resto la germinazione si presenta normale. Il terreno, tra l'altro, è ora «in tempera», come dicono i tecnici, cioè è perfettamente in condizioni di sopportare le lavorazioni stagionali (aratura, erpicatura, semina); l'unico rischio, se dovesse continuare a piovere, è che le piantine rimangano soffocate dalla troppa acqua stagnante tra i solchi. Infine qualche notizia su alcune delle insolite coltivazioni di frutta che si sono diffuse da qualche anno specialmente nel Pinerolese e nelle basse valli di Cuneo. Nel Pinerolese. dove già hanno discreto peso economico gli impianti di Actinidia (frutto esotico che si adatta benissimo ai nostri climi), la siccità non ha provocato danni solo perché i coltivatori hanno realizzato impianti automatici di irrigazione a goccia, che entrano in funzione tramite igrometri installati sul posto. I frutti maturano verso ottobre/novembre e l'unico rischio è che intervengano gelate tardive, cui i tralci di Actinidia sono particolarmente sensibili. Danni gravi invece sono venuti agli appezzamenti di lamponi, cui la mancanza d'acqua è stata micidiale; in parecchie aziende della provincia di Cuneo le perdile sono state calcolate nell'ordine del 30-50 per cento. Ha patito meno invece il ribes, aneli 'esso coltivato nelle zone prealpine, mentre non hanno subito danni i mirtilli, specie costituzionalmente più rustica e resistente anche in condizioni difficili. r. se. In pericolo le coltivazioni di fragole a San Mauro?

Persone citate: Antonio Appendino, Soto

Luoghi citati: Cuneo, Pinerolese, Poirino, San Mauro, Santena, Torino