Da 3 anni la Digos preparava il «colpo grosso» di Milano

Da 3 anni la Digos preparava il «colpo grosso» di Milano Dopo la ristrutturazione dei servizi di sicurezza Da 3 anni la Digos preparava il «colpo grosso» di Milano ROMA — Quando vennero istituiti, nella primavera del '77, i nuovi uffici politici delle questure sembrarono a molti uno scioglilingua. Riformando le strutture dei servizi di sicurezza, ia nuova legge aveva affidato la protezione dell'ordine democratico al Sisde, articolato poi su base regionale negli Ucigos («uffici centrali per le investigazioni generali e le operazioni speciali») e infine nelle Digos. Le perplessità parvero subito giustificate: subentrate all'organizzazione diretta da Emilio Santino, e nota più semplicemente come «Sds», le Digos parvero fallire al primo grosso appuntamento che il terrorismo aveva loro riservato: l'agguato di via Fani, l'assassinio di cinque agenti, il sequestro e infine l'uccisione di Aldo Moro. Il «volantone», con foto di terroristi che in qualche caso erano state pubblicate due volte, con nomi e sembianze diverse, non fu certo per la nuova organizzazione una grossa prova di efficienza. Ricostruiti da pochi mesi, sovrapposti (soprattutto sulla carta) a strutture forse meno affidabili ma certo molto più collaudate, ancora alla ricerca di uomini e strutture, i nuovi «servizi» erano stati colti assolutamente di sorpresa dall'azio¬ ne che le Brigate rosse avevano preparato per mesi. Da allora, la guerra tra il ministero degli Interni e i terroristi si è trasformata in una specie di lungo inseguimento. Da una parte, organizzazioni clandestine che con Moro avevano dimostrato di possedere mezzi, uomini, preparazione; dall'altra una struttura ancora in rodaggio e. a un certo punto, perfino sconfessata, nei fatti, dalla creazione del «nucleo speciale» del generale Dalla Chiesa. Poi. lentamente, qualcosa nei vecchi «uffici politici» è cambiata: personale più giovane, attrezzature più moderne, e finalmente una strategia di grande respiro. I primi grossi risultati giungono, a Roma, il 28 maggio del 1979: in viale Giulio Cesare la Digos scopre l'appartamento nel quale si erano rifugiati due esponenti di spicco delle Br, i «dissenzienti» Valerio Morucci e Adriana Faranda. E' solo l'inizio di una lunga ricostruzione che. nei mesi successivi, condurrà alla scoperta di decine di «covi», all'arresto a Porta Metronia, dopo una sparatoria, di Prospero Gallinari e Mara Nanni, a numerose altre operazioni a Milano e Torino. Quindi alla cattura, in un ristorante di Sorrento, di Mi¬ chele Viscardi, il «killer» di Prima linea che con le sue rivelazioni sembra aver avuto un ruolo importante anche nella clamorosa operazione di sabato scorso. Tutto questo, nonostante carenze di organico che le relazioni semestrali svolte dinanzi al Comitato interministeriale per la sicurezza hanno più volte sottolineato. L'ultimo consuntivo individuava nei servizi di sicurezza interna un «buco» di oltre 500 uomini su un organico previsto di milletrecento.

Persone citate: Adriana Faranda, Aldo Moro, Dalla Chiesa, Emilio Santino, Mara Nanni, Prospero Gallinari, Valerio Morucci, Viscardi

Luoghi citati: Milano, Roma, Sorrento, Torino