In Brianza quattro splendidi laghi sono ormai in procinto di morire

In Brianza quattro splendidi laghi sono ormai in procinto di morire Aggrediti massicciamente dall'inquinamento industriale In Brianza quattro splendidi laghi sono ormai in procinto di morire Le acque del Segrino, dell'Annone, del Pusiano e dell'Amerio sono quasi senza ossigeno - In superficie galleggiano sempre più spesso pesci uccisi dai prodotti chimici - Appelli per salvarli COMO — Montorfano. Segrino. Annone. Pusiano, Alserio: sono i laghi di quell'operosa e ricca terra che si chiama Brianza. Una terra a Nord di Milano che si incunea tra i due rami del Lago di Como. Questi bellissimi laghi brianzoli sono ora aggrediti sempre più massicciamente dall'inquinamento selvaggio di industrie e paesi in espansione. Dopo tanto parlare, dopo tanti anni di discussioni, dopo tanti progetti niente si è riusciti finora a realizzare per combattere e contrastare questo inquinamento che aumenta di giorno in giorno. Ormai questi laghi — denunciano senza mezzi termini i tecnici — sono agonizzanti. Solo quello di Montorfano ha ancora acque limpide. Segrino e Annone sono gravemente ammalati. Pusiano e Alserio addirittura stanno morendo. Le cause sono quelle di sempre. Prendiamo Pusiano: questo lago (481 milioni di metri cubi, un'estensione di 5.25 milioni di metri quadrati, una profondità media di 15.4 metri) riceve gli scarichi dei paesi che lo circondano e quelli di dieci industrie. Non ha immissari ed è alimentato da fontanili nella parte orientale. Il ricambio dell'acqua è quindi particolarmente difficoltoso. Nonostante tutto ciò il lago non è ancora morto perché è profondo e permette una specie di autodepurazione. Per pochi anni ancora comunque potrà resistere all'attacco indiscriminato degli scarichi industriali e civili. I dati parlano molto chiaro: nel 1967, l'ossigeno era distribuito nell'acqua ad ogni profondità: nel 1971 vicino al fondo compare l'idrogeno solforato, una sostanza puzzolente, segno di morte; nel 1975. non c'è più ossigeno già a quindici metri di profondità e nel 1978. la situazione peggiora ancor di più. Ed ecco comparire le prime tracce di fosforo. Ha dichiarato Enrico Pirovano, il sindaco di Merone. un paese che si trova nei pressi del lago di Pusiano: Viviamo ogni giorno ai margini dell'inquinamento e vorremmo fare qualcosa per allontanare questo spettro. Il caso del lago purtroppo si risohwrà in tempi lunghi. Tanto per coìninciare gli esperti non sono ancora d'accordo sulle tecniche di intervento». Pirovano è stato recentemente promotore di un convegno proprio a Merone per denunciare all'opinione pubblica l'impotenza delle amministrazioni locali per combattere l'inquinamento. «Il discorso — continua Pirovano — coinvolge politici, sindacati, imprenditori e tecnici. L'obiettivo che vorrebbe raggiungere sarebbe quello di porre finalmente il problema all'attenzione delle parti interessate. L'inquinamento di un lago è un problema più grande di noi e. senza aiuti esterni, riusciamo a realizzare poco o niente». Situazione ancora più drammatica per quanto riguarda il lago di Annone. Basta infatti scendere ad una profondità di soli sei metri per non trovare più ossigeno nell'acqua. In superficie galleggiano sempre più spesso pesci uccisi dai solventi e dai prodotti chimici. Qualcuno suggerisce di ossigenare meccanicamente le acque per farle rivivere. Qualcun altro propone invece la «precipitazione» dei fosfati che produrrebbero trasparenza e agevolerebbero la formazione di ossi¬ geno. Nel dubbio però tutto rimane fermo. La domanda drammatica che molti si sono posti al convegno di Merone. è stata una sola: fino a quando questi laghi potranno sopportare ancora il «carico» di inquinamento prodotto inconscientemcnte giorno dopo giorno dall'uomo? La risposta degli scienziati è preoccupante. Per quasi tutti i laghi della Brianza la sopravvivenza è questione di anni. Già nel 1979. il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) aveva compiuto un approfondito esame sul grado di inquinamento di questi laghi. E già allora aveva elencato tra quelli più inquinati della Lombardia il lago di Annone, il lago del Segrino. il lago di Alserio e quello di Pusiano. Da allora, purtroppo, niente è stato fatto. Si sta perdendo tempo prezioso. Ma non solo i laghi brianzoli vanno disinquinati. Occorrono anche azioni indirette che riguardano tutto il loro bacino imbrifero. In altre parole, oltre alla riossigenazione delle acque, occorre individuare le fonti di inquinamento e cercare di eliminarle al più presto. Unicamente in questo modo si può sperare che i laghi della Brianza possano tornare ad essere ridenti come lo sono sempre stati. Adolfo Calciarmi

Persone citate: Amerio, Enrico Pirovano, Pirovano